Nessuno potrà impedire al popolo francese di andare verso la propria libertà

04.05.2023
Intervento alla 1a Conferenza globale sul multipolarismo

Negli ultimi mesi abbiamo assistito a una straordinaria ondata di liberazione di nazioni e popoli. Una liberazione dalle catene del mondo unipolare e dell’oligarchia occidentale. È in corso un riequilibrio dei mondi.

Il vuoto lasciato dal crollo dell’Unione Sovietica dopo gli anni ’90 ha messo gli Stati Uniti in una posizione di dominio sfrenato. L’equilibrio del mondo di allora, diviso tra due blocchi, era scomparso. Gli Stati Uniti hanno approfittato del loro status di superpotenza per esercitare le loro ambizioni e raggiungere i loro obiettivi ovunque volessero.

A tal fine, attuarono una politica estera aggressiva e senza limiti, basata sulla strategia politica del “divide et impera”, non esitando a usare il ricatto (il dollaro) e la minaccia (l’esercito) per ridurre a misura quasi tutti i Paesi del mondo.

Opponendosi all’egemone americano e al suo braccio armato NATO, la Russia ha recentemente offerto al resto del mondo un formidabile acceleratore della storia. Per decenni, nazioni e popoli sono stati ricattati e minacciati dalla superpotenza americana perché la maggior parte di loro non aveva né i mezzi finanziari né quelli politici, per non parlare di quelli militari, per fermare il dominio del forte sul debole.

Ma le cose stanno cambiando, l’attuale sconvolgimento geopolitico è visto come una vera opportunità per questi Paesi di liberarsi dalle loro catene.

In uno sforzo comune di liberazione e seguendo l’esempio dei Paesi in grado di resistere all’Occidente collettivo, molte nazioni stanno sfidando le intimidazioni e ignorando le sanzioni occidentali.

Sta emergendo un ampio movimento di liberazione.

È la liberazione dei popoli dalla distruttiva ideologia neoliberista.

È anche la liberazione degli Stati dalle interferenze occidentali negli affari interni.

Ed è la liberazione dell’economia globale da un sistema finanziario sovranazionale truccato.

Se guardiamo più da vicino agli eventi storici attuali, tre grandi movimenti sistemici sono oggi all’opera:

Primo, il movimento per la pace. Sotto la spinta della diplomazia cinese e russa, che promuove relazioni internazionali basate sul rispetto reciproco e non più sullo scontro, l’Arabia Saudita, leader del mondo musulmano sunnita, e l’Iran, leader del mondo musulmano sciita, hanno firmato un accordo che pone fine a lunghi anni di guerra e di influenza occidentale. Si tratta di un evento importante, che rende finalmente possibile un’era di pace in Medio Oriente. Sempre in questa dinamica, sono in corso anche negoziati per una riconciliazione tra Turchia e Siria. La Siria potrebbe inoltre rientrare nella Lega Araba nelle prossime settimane.

Poi c’è il movimento di de-dollarizzazione. Molti Paesi che dipendono dalle istituzioni finanziarie internazionali stanno trovando il modo di sganciarsi dal dollaro USA. I Paesi stanno annunciando con coraggio piani per escludere il dollaro nei loro scambi commerciali (soprattutto nell’acquisto di petrolio), nel commercio elettronico e nel turismo. Non si tratta solo della Russia, ma anche di partner statunitensi come l’India, l’Africa, i Paesi ASEAN, l’America Latina e l’Arabia Saudita.

Infine, è il movimento di rivolta delle nazioni contro l’egemonia americana.

In occasione dell’85° anniversario della nazionalizzazione del petrolio in Messico, il presidente messicano Lopez ha dichiarato: “Il Messico non è una colonia degli Stati Uniti”.

Allo stesso modo, il giovane e dinamico presidente salvadoregno Bukele ha avvertito gli Stati Uniti che la Dottrina Monroe è morta.

Un altro Paese latinoamericano, l’Honduras, ha appena chiuso le relazioni diplomatiche con Taiwan a favore della Cina.

Persino alcuni leader tedeschi parlano di sistemare il gasdotto Nord Stream e di riavviare il commercio con la Russia.

La rivolta contro l’unipolarismo è dunque in corso. Sta andando nella direzione della storia e sembra che nulla possa fermarla.

In questo contesto, il nostro Paese, la Francia, avrebbe avuto tutto da guadagnare unendosi alla direzione della storia. Avrebbe potuto approfittare dell’attuale conflitto in Europa per riconquistare la sua passata grandezza. Per farlo, avrebbe dovuto rilanciare la proposta internazionale di una terza via che il generale de Gaulle aveva avanzato a suo tempo. Né gli USA né l’URSS, ma l’universalismo francese, che era già una proposta di multipolarismo. L’onore della Francia sarebbe stato quindi quello di proporre una grande conferenza sulla pace a Versailles. Ma non tutti sono il generale de Gaulle. La Francia di oggi è interamente sotto tutela americana e questa sottomissione non fa che peggiorare. Tuttavia, da diversi anni a questa parte, tra il popolo francese e la sua élite si è creato un divario sempre più ampio. Questo è stato il senso della rivolta dei gilet gialli nel 2018. E così come non si può fermare il vento, nessuno potrà impedire al popolo francese di andare verso la propria libertà.

Traduzione a cura di Lorenzo Maria Pacini