Multipolarita e policentricita

19.02.2018
Il termine "multipolarita'" e' di provenienza americana (inglese) anche se in altri paesi dalla seconda meta' del XX secolo siano stati elaborati concetti simili. E cio' solleva determinati dilemmi relativamente all'apparato concettuale ai quali si riferiscono diversi ricercatori.    
     
Nella relazione preparata nel 2012 dal Centro Zurighese di Ricerche sulla Sicurezza, relativamente a tendenze mondiali a lungo termine, fu rilevato come "il vantaggio della «multipolarita'»consiste nel fatto che alla sua quota si assegna la attuale diffusione del potere, che esce dai limiti della mono-bi o tripolarita'. Ma il problema legato al termine e' tale, che presuppone un livello di indipendenza e liberazione di un qualche "polo", il quale non rappresenta legami reciproci e le complessita' del mondo globalizzato. Questo termine nasconde anche che le potenze emergenti sono tuttora disponibili a lavorare entro i limiti del sistema economico mondiale Occidentale, almeno fino ad un certo livello.    
     
Proprio per questo l'attuale condizione del gioco puo' essere definita come "policentrica".    
   
A differenza dalla «multipolarita'» la "policentricita'" non dice nulla riguardo a come i differenti centri di forza siano legati fra di loro.  
  
Non meno importante il fatto, che cio' non richiama una connotazione con il noto, ma sfortunato sistema multipolare fino al 1914, che inizialmente prevedeva grandi consultazioni regolari delle grandi potenze, ma come risultato tutto sfocio' in una guerra totale. Le prospettive per un ordine stabile ed una gestione globale efficiente oggi non sono grandi. Nonostante cio', la contrapposizione bellica tra le grandi potenze non e' uno scenario realistico, poiche' il sistema policentrico che si sta formando lega fra di loro gli attori in tale modo da formattare il coinvolgimento di tutti gli attori nella collaborazione internazionale.
   
I ricercatori svizzeri hanno approcciato la questione della sicurezza nel mondo globale, cercando di selezionare una adeguata espressione delle tendenze attuali. Ma, oltre a questo, esistono approcci profondamente tecnici, cosi' come teorie ideologiche.    
     
La concezione della policentricita' era gia' stata impiegata per la descrizione dei complessi soggetti amminstrativo - economici  per cui, partendo dalle teorie amministrative, si hanno gia' gli sviluppi basilari di questo modello.    
   
In senso letterale, il termine "policentrico" indica che una unita' di superficie ha vari centri.    
   
Il termine pero' non precisa quali tipi di centro si intendano, per cui sono coscientemente necessari diversi concetti e punti di partenza per la valutazione del policentrismo.    
   
Nel contesto dell'approccio politico-amministrativo si parla di quattro livelli di questa concezione.
 
Il livello analitico-descrittivo e' indispensabile per la descrizione, misurazione e caratteristiche dello stato corrente dell'oggetto nello spazio mediante la determinazione precisa di quanto un paese o distretto capitale possa essere 'policentrico'.    
   
In secondo luogo, la concezione puo' essere compresa in senso normativo, il che puo' aiutare, ad esempio, nella riorganizzazione di una configurazione di un oggetto nello spazio (cioe' o allo scopo di collaborazione-creazione del policentrismo o del sostegno/utilizzazione di strutture policentriche gia' presenti.,    
   
In terzo luogo, quando si tratta di entita' spaziali, bisogna precisare la loro portata nello spazio (cie' a livello di citta', citta'-regione, livello mega-regionale o anche a livello nazionale o transnazionale).    
     
Analizzando piu' da vicino, la concezione, in questo modo, lancia una sfida al nostro concetto di centri nei distretti urbani, visto che questo puo' essere legato o con i loro ruoli e legami funzionali (cioe' le loro elazioni reciproche) o le loro concrete forme morfologiche (cioe' la struttura del tessuto urbano). Questa differenziazione tra concetti funzionali e morfologici del policentrismo costituisce la quarta dimensione.
     
Va rilevato che la teoria del policentrismo e' anche nota come elaborato ideologico del comunista italiano Palmiro Togliatti in qualita' di comprensione della caratteristica comparativa delle condizioni di lavoro dei partiti comunisti in differenti paesi dopo il processo di destalinizzazione nell'Unione Sovietica nel 1956. E se applichiamo questa analisi ad altri partiti e movimenti? Per esempio, comparare gli euroscettici nella UE o il conglomerato di movimenti nei paesi di Africa e Asia, che sono legati alla religione dell'Islam? Allo stesso modo puo' essere fruttuoso valutare le democrazie non liberali e i regimi populisti in diverse parti del mondo, cosi' come i regimi monarchici (ve ne sono una grande varieta' - da monarchie costituzionali come la Gran Bretagna fino a autocrazie ereditarie come l'Arabia Saudita), la quale, in confronto ad altre forme di governo dinastiche, e' apparsa relativamente di recente).    
     
Notiamo come dopo Togliatti il termine policentrismo venne utilizzato in politologia, pianificazione urbana, logistica, sociologia e viene espresso come unita' nella diversita'.    
       
Nel 1969 l'esperto di relazioni internazionali e globalizzazione Howard V. Perlmutter propose una concezione del modello EPT (Etnocentrismo-Policentrismo-Geocentrismo), che amplio' insieme al suo collega David A. Hinan nel 1979, aggiungendovi il regionalismo. Questo modello, noto come EPRG tutt'ora e' basilare nel management internazionale  e nell'amministrazione internazionale delle risorse umane.
     
A differenza dell'etnocentrismo, regionalismo e geocentrismo, il policentrismo secondo questa teoria si basa proprio sull'orientamento politico, anche se attraverso il prisma dell'amministrazione dei flussi monetari e di merci, dlle risorse umane e dell'organizzazione del lavoro.    
     
Il policentrismo in questo caso puo' essere definito come orientamento del paese ospitante, il che riflette gli scopi ed i compiti dei paesi ospitanti irguardo a diverse strategie amministrative e procedure di pianificazione in relazione ad operazioni internazionali.    
         
In presenza di tale approccio il policentrismo e' quindi comunque legato alle questioni relative all'amministrazione ed al controllo.    
     
Ciononostante, il concetto di policentrismo oltre all'amministrazione  va a toccare la teoria del diritto, gestione dello stato ed amministrazione. In particolare, in Canada la policentricita' fa parte del diritto amministrativo e si riferisce al "tema, il quale include una grande quantita' di interdipendenti ed interattivi interessi e considerazioni".    
     
In uno dei documenti ufficiali del Canada e' detto che "nonostante la procedura giudiziaria e' fondata sulla contrapposizione bipolare delle parti, degli interessi e delle reali scoperte, alcuni problemi richiedono contemporaneamente una considerazione di molteplici interessi e adozione di decisioni, che contemporaneamente livellano i vantaggi ed i costi per molte diverse parti. Quando la struttura amministrativa ricorda questo modello, i giudici mostreranno moderazione".
   
Ma, probabilmente, il diritto policentrico e' divenuto un concetto famoso a livello mondiale grazie al professor Tom Bell, il quale, da studente della facolta' giuridica dell'Universita' di Chicago scrisse il libro "Diritto Policentrico", dove rilevo', come altri autori utilizzino frasi come "legge non monolitica" per la descrizione delle alternative policentriche.    
     
Egli espone il diritto comune tradizionale (anche noto come diritto consuedumentario, fino alla fondazione degli Stati, tra l'altro in accordo con la descrizione di Friedrich A. Hayek, Bruce L. Benson e David D. Friedman. Ricorda il diritto comune degli anglosassoni, il diritto ecclesiastico, la legge della gilda e il diritto commerciale in qualita' di esempi di diritto policentrico. Fa anche notare che il diritto comune e legale sono coesistiti nel corso della storia, ad esempio, quando il diritto romano veniva applicato ai romani in tutto l'Impero Romano, ma i sistemi legali dei popoli originari erano permessi per i non romani.    
   
La teoria del policentrismo interessava anche chi studiava il mercato, specialmente delle economie sociali.    
   
Paradossalmente, ma proprio partendo dall'idea del mercato policentrico, molti studiosi occidentali giunsero alla conclusione che "il policentismo puo' essere utilizzato in qualita' di fondamento concettuale per l'ispirazione non solo dal mercato, ma anche dalla democrazia o da qualunque altro sistema complesso, comprenedente contemporaneamente il funzionamento di molteplici centri di gestione e decisionali con diversi interessi, prospettive e valori".
   
Molto importante e' che e' stata osservata la combinazione di queste tre categorie. Gli interessi si riferiscono al paradigma della scuola realistica di relazioni internazionali, le prospettive indicano una qualche teleologia, cioe' la definizione degli obbiettivi dell'attore, e valori legati al nocciolo della cultura strategica, il che viene comunemente chiamato idea nazionale, tradizioni storico-culturali, cosi' come motivi irrazionali nei comportamenti collettivi.    
   
In questo contesto il concetto fondante del policentrismo e' la capacita' dei gruppi di risolvere i propri problemi sulla base di quelle opzioni, che istituzionalmente sono incluse nei regimi di autogoverno.
   
In qualita' di piattaforma antiliberale (anticapitalistica) il policentrismo ha cominciato ad essere utilizzato in tempi relativamente recenti.    
     
Nel 2006 dopo il Forum Sociale Mondiale a Caracas, Michael Blanding della rivista Nation pose in contrasto l'"Universalismo, il quale caratterizza le economie imperiali, neoliberali e neoconservative e le teorie politiche e gli istituti e i ricercatori, seguaci del policentrismo.
   
Interessante che lo stesso Forum in pratica fu effettuato in formato policentrico, non solo in Venezuela, ma anche in Mali ed in Pakistan. Nonostante che al forum partecipassero principalmente socialisti di sinistra, compreso una grande lobby trozkista, che e' tipico per un movimento di sinistra antiglobalista, la critica del neoliberalismo e delle corporazioni transnazionali si fondava anche sulla retorica dei diritti dei popoli, responsabilita' sociale e ricerca di alternative politiche. In quel momento nei paesi dell'America Latina avveniva la rivoluzione Bolivariana sulla base di indigenismo, solidarieta' e antiamericanismo.    
   
Va notato che in Russia nell'estabilishment politico altrettanto frequentemente si utilizza il termine policentrismo, cioe' "polarita' presuppone la contrapposizione dei poli e della loro opposizione binaria".    
     
E' indispensabile notare che di per se' il termine "policentricita'" e' gia' portatore di interessanti connotazioni. La prima parte (poli-), nonostante venga tradotta come molto-, etimologicamente rimanda sia a polo, sia a polis (per di piu' tutte e tre le parole sono di origine greca antica), e la seconda parte significa centri nel contesto della politica internazionale, cioe' stato o gruppo di stati che possono influenzare la dinamica delle relazioni internazionali.    
   
Martin Heidegger nel libro "Parmenide" fece un'osservazione interessante in relazione al termine greco "polis", il che ancora una volta sottolinea l'importanza di una seria analisi etimologica. In forza della profondita' del significato e' indispensabile riportare completamente la citazione.    
   
"Πόλις — cioe' πόλоς, ovvero polo: il luogo, attorno al quale ruotano tutti gli enti, per di piu' in modo tale, che e' questo il luogo della svelatezza dell'ente nel suo insieme.    
   
Essendo un tale luogo il polo da' all'ente la possibilita' di esprimere nel suo essere in tutta pienezza della corrispondente "rotazione". Il polo non fonda, non crea l'ente nel suo essere ma, essendo polo, appare come il centro della apertuta dell'ente nel suo complesso. Πόλις e' l'essenza del luogo o sito della permanenza storica dei greci. Poiche' la Πόλις in un modo o nell'altro da' la possibilita' di apparire a tutta la pienezza dell'ente ed entrare nella svelatezza del suo "momento di rotazione", essa, cioe' la Πόλις, e' sostanzialmente legata all'essere dell'ente. Tra la Πόλις e l'"essere" regna rapporto iniziale".  
     
In questo modo Heidegger trae la conclusione che la "polis" non e' la citta', non e' lo stato, e neppure il loro mescolamento, ma la localita' del luogo della storia dei greci, il centro della loro essenza. E tra πόλις e ἀλήθεια vi e' un legame diretto. L'essenza della πόλις si radica nell'essenza ἀλήθεια (di solito si traduce in russo come verita').    
     
Significa che, al fine di fissare in qualche modo la policenricita', bisogna cercare il centro e gli areali di diffusione dell'essenza di molteplici popoli del nostro pianeta. E qui bisogna prestare attenzione alle culture strategiche ed ai loro nuclei.