Muhammad Iqbal, l’Eurasianità e la Quarta Via
19.07.2019
Nel suo lavoro, Islam Etnia e Leadership in Asia meridionale, pubblicato per la prima volta nel 1986, il famoso studioso pakistano Akbar Salahuddin Ahmed propose un modello interessante per interpretare la società pakistana, che mostra una coscienza indoeuropea focalizzata sulla ricerca di strutture i cui elementi possono essere discerniti e distribuiti lungo un modello gerarchico. In particolare, Akbar Salahuddin Ahmed distingue tre categorie con caratteristiche distintive.
La categoria A è associata al tradizionale islam sunnita, ai legami storici del Pakistan con il mondo arabo, all'influenza dell'Arabia Saudita (e al wahhabismo) e ad un numero di formalità riguardanti l'interpretazione del Corano. La categoria A include tutta la vita sociale e la cultura come codificata dall'Islam. Akbar Salahuddin Ahmed traccia quindi una linea per collegare Aurangzeb e Shah Waliullah a Mawlana Maududi e al suo partito Jamat-e-Islami, così come al generale Zia-ul-Haq, che ha perseguito le riforme filoislamiche.
La categoria B rappresenta gli strati popolari e l'Islam Sufi. In senso più ampio, questa è la cultura del sincretismo, in cui le tradizioni etniche si sovrappongono al modo di vivere musulmano, quindi anche la distinta predisposizione al misticismo e alla diversità linguistica in Pakistan. L'Islam in sé non stabilisce chiari confini e può essere combinato con teorie politiche, come il socialismo (qui vale la pena di ricordare le idee dello “sciismo rosso” del filosofo iraniano Ali Shariati). Storicamente, la Categoria B è rappresentata da figure come Dara Shukoh Wali e Ghalib e politicamente la sua manifestazione moderna è stata Zulfikar Ali Bhutto e il suo Partito Popolare.
La categoria C è un fenomeno relativamente nuovo, legato al Modernismo e all'imitazione delle tradizioni politiche occidentali (dovuto in parte all'eredità della politica coloniale britannica). La categoria C si manifesta nel secolarismo e nel nazionalismo civico ed è stata rappresentata dal primo presidente Muhammad Ali Jinnah e Ayub Khan. È improbabile che Inamullah Khawaja sia d'accordo con questa opinione. Nel suo libro La creazione del Pakistan, sostiene che un esame dei discorsi e dei documenti storici di Muhammad Jinnah mostra che gli si può attribuire solo una frase, pronunciata in un contesto specifico, secondo cui il Pakistan è un posto per persone di tutte le religioni che sono libere di pregare come desiderano. Inamullah Khawaja crede che l'ideale di Jinna non sia altro che lo Stato islamico teocentrico. Tuttavia, se prendiamo in considerazione che il nazionalismo è un fenomeno secolare europeo, allora l'applicazione della teoria di due nazioni in una certa misura giustifica l'assegnazione di Muhammad Ali Jinnah alla categoria C. Sebbene l'elemento laico sia piuttosto significativo nel Pakistan moderno, la categoria A non è così evidente come negli anni '70 e '80, il sufismo è ancora praticato e sorgono regolarmente contraddizioni che le diverse forze politiche interpretano dalle loro stesse posizioni.
Akbar Salahuddin Ahmed suggerisce che solo quando tutte e tre queste categorie saranno riconciliate tra loro, le questioni di religione, etnia e Stato potranno essere risolte. Tuttavia, sono immediatamente colpito da un dettaglio: perché Akbar Salahuddin Ahmed non assegna Muhammad Iqbal a nessuna categoria?
Questo non può essere definito un'omissione ordinaria. Perché non avrebbe potuto determinare la relazione di Iqbal con una qualsiasi di queste categorie? Iqbal non rientra nella categoria A, nella misura in cui propone interpretazioni filosofiche innovative che non rientrano nell'interpretazione letterale del Corano, tipica dei fondamentalisti. Sebbene abbia letto Rumi e si possa dire che la sua poesia abbia avuto una certa influenza sufi, Iqbal non rientra nella categoria B con il sufismo, nella misura in cui Muhammad Iqbal stesso ha criticato il sufismo per aver introdotto una dicotomia tra Sharia e Tariqa e accusato il sufismo di essere distaccato dalle preoccupazioni mondane.
Naturalmente, Iqbal non rientra nella categoria C, poiché il suo scopo era creare una nuova società musulmana attraverso la rinascita (Tajdeed). Tuttavia, Muhammad Iqbal non può non rappresentare una certa categoria, anche se le sue idee sono troppo alte e non hanno trovato applicazione pratica.
Tuttavia, non possiamo assegnargli un tipo sincretico in cui A, B e C sono uniti. Invece, dovremo discernere una traiettoria separata – una “D”.
Akbar Salahuddin Ahmed tace su questa domanda. Da parte nostra, possiamo proporre che il trionfo delle idee di Iqbal nella pratica sia ancora da venire, anche se è già parte del pantheon dei più grandi filosofi del mondo.
Ci sono stati casi simili nella storia in cui progetti ideologici e filosofico-politici sono stati posticipati a tempo indeterminato a causa del fatto che gli autori erano in anticipo sui tempi. L'Eurasianità è un esempio. Creato cento anni fa dagli emigranti russi in Europa, l'Eurasianità è ora il fondamento ideologico di fatto dell'integrazione dello spazio post-sovietico attraverso l'Unione economica eurasiatica. Sebbene questo non sia stato codificato legalmente, è facile tracciare la continuità tra l'Eurasianità classica e la strategia di politica estera della Russia contemporanea. Ma cento anni fa, l'Eurasianità rimase un semplice insieme di idee colorate e originali. Queste idee furono ascoltate, sviluppate e criticate, ma non riuscirono a trovare incarnazione per la semplice ragione che, ai loro tempi, si stava scatenando una feroce lotta tra le due principali ideologie dominanti. Simile alla proposta tripartita per interpretare la struttura della società pakistana, all'epoca c'erano tre progetti in senso ampio: liberalismo (secolarismo occidentale, sistema borghese-capitalista, democrazia parlamentare), socialismo (marxismo, comunismo, potere sovietico) e nazionalismo (fascismo).
È significativo che gli eurasiatici abbiano respinto tutti e tre questi progetti (e le teorie politiche) e persino abbiano esposto la loro natura disastrosa. Gli eurasiatici predissero anche il crollo dell'Unione Sovietica fin dal suo esordio. Gli eurasiatici discussero dell'importanza della religione per la vita del popolo e dello Stato ed insistettero sulla coesistenza pacifica di culture ed etnoi. Sebbene il movimento eurasiatico esistesse solo durante il periodo tra le due guerre, trovò successori nell'Unione Sovietica ed ora nella Russia contemporanea. Di estremo interesse a questo riguardo sono le idee del filosofo Alexander Dugin, che ha proposto il modello di una quarta teoria politica. Questa variazione della “società D” continua la linea della classica eurasianità e respinge le tre teorie politiche storiche del liberalismo, del fascismo e del comunismo. Se Muhammad Iqbal parlava della necessità di ottenere il sé collettivo (Ijtimayi Khudi) per una nuova società, allora il professor Dugin sta impiegando la terminologia del filosofo tedesco Martin Heidegger nel parlare del Selbst e del Dasein.
Le nozioni di Ijtimayi Khudi e Dasein sono molto vicine l'una all'altra anche se sono espresse in tradizioni filosofico-intellettuali diverse.
Vorremmo sottolineare che Muhammad Iqbal conosceva bene la filosofia e la letteratura tedesca, che ha studiato durante il suo soggiorno in Germania. Le opere di Friedrich Nietzsche influenzarono sia Martin Heidegger che questo filosofo pakistano. Tuttavia, non dovremmo affrettarci a fare paragoni o perseguire simili fonti di ispirazione. Per ora, dovremmo concentrarci sulla seguente ipotesi: si può vedere Muhammad Iqbal come rappresentante di un tipo asiatico di eurasianità, che si è sviluppato indipendentemente, seguendo il proprio percorso con un'enfasi sull'Islam (proprio come gli eurasiatici russi erano orientati verso il cristianesimo orientale ortodosso)? Penso che questa domanda costituisca una buona occasione per gli intellettuali russi e pakistani per tenere discussioni fruttuose che porteranno non solo ad un importante aspetto teorico, ma anche, alla luce della cooperazione attiva tra i nostri due Paesi e in mezzo all'attuale rapido cambiamento nell'ordine internazionale, a produrre risultati pratici.
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Articolo originale di Leonid Savin:
Traduzione di Costantino Ceoldo – Pravda freelance