Macron eletto dalle banche. Ecco chi lo ha finanziato

09.05.2017
la mole di file e documenti contenuta nelle email dello staff di Emmanuel Macron

Dopo il comunicato stampa della commissione nazionale elettorale francese che ha vietato espressamente di pubblicare il contenuto dei Macronleaks, la mole di file e documenti contenuta nelle email dello staff di Emmanuel Macron, la possibilità di vedere il contenuto di quei file sembrava definitivamente preclusa. Quello che più ha stupito in questa vicenda, è l’espresso rifiuto dei media di pubblicare dei documenti che l’opinione pubblica francese e internazionale aveva il diritto di conoscere prima del voto, e non dopo. Le Monde ha rilasciato un comunicato stampa nel quale afferma espressamente di non aver voluto rivelare il contenuto dei file, per i timori di «influenzare il ballottaggio». Ma non è forse questo il compito dei mezzi di comunicazione, ovvero quello di portare a conoscenza l’opinione pubblica di fatti o informazioni rilevanti politicamente su un candidato alle elezioni presidenziali francesi? In questo modo, la stampa e i media mainstream dichiarano espressamente di mettere al primo posto gli interessi di Macron, e non quelli del pubblico francese. Libero ha recuperato parte di quei file, superiori a 9gb di memoria, e ha deciso di condividerli pubblicamente.

SOLDI DA BANCA BRED

Uno dei documenti che spicca particolarmente tra quelli recuperati, è il prestito di 8 milioni di euro contratto dall’AFCPEM, l’associazione del candidato di En Marche! per il finanziamento della sua campagna elettorale, incaricata per la raccolta dei fondi elettorali. In questa circostanza l’AFCPEM ha chiesto alla Banca Bred Populaire un prestito di 8 milioni di euro nel marzo di quest’anno. Il comitato elettorale di Macron ha sottoscritto un prestito con la banca in questione da restituire entro il marzo del 2019, come previsto dall’art.5 del contratto. La banca si è impegnata a versare i fondi messi a disposizione sul conto intestato dall’AFCPEM presso la banca francese del Credit Agricole.

Il contratto di prestito di Macron con la banca Bred

Tra le pieghe del contratto spunta all’art.16 un’interessante clausola che fa riferimento al codice civile francese, in particolare all’art. 1415, con il quale si esclude il consorte della persona che contrae il prestito dal partecipare con i propri fondi o beni alla restituzione del debito. Con questa clausola – accettata dalla banca – Macron ha di fatto esonerato sua moglie Brigitte dall’essere chiamata in causa con il suo patrimonio personale qualora dovessero sorgere complicazioni nel pagare il prestito da 8 milioni di euro.

Macron dunque non ha incontrato difficoltà di nessun tipo ad ottenere finanziamenti da parte della banche francesi, mentre lo stesso non può dirsi per la sua rivale, Marine Le Pen, costretta a ricorrere al finanziamento di banche straniere perché nessuna banca francese è stata disposta a finanziare la sua campagna.

Non sono mancate in questo senso le polemiche contro la leader del Front National, accusata di prendere fondi dalla Russia. Ma a differenza di Le Pen, Macron non ha rivelato queste informazioni. La banca Bred Populaire, tra l’altro, era già finita nel 2012 sotto il mirino della autorità investigative francesi per aver violato le norme anti-riciclaggio ed era stata condannata per questo a versare 200.000 euro dalla Banque de France.

ASSE CON ROTHSCHILD

Uno dei gruppi che più ha dimostrato supporto e sostegno nei confronti di Emmanuel Macron è il Boston Consulting Group. A dare conto della provata amicizia tra il BCG e il partito di Macron, En Marche, è Christian Dargnat – presidente dell’AFCPEM e già amministratore delegato di BNP Paribas – che in una email si rivolge a Guillaume Charlin, direttore della sede del BCG a Parigi, per invitarlo ad un party il 13 giugno del 2016.

L’email di Dargnat a Guillaume Charlin

Nell’email Dargnat si rivolge a Charlin e al BCG come i «maggiori sostenitori» di En Marche! e desidera metterlo al corrente «dell’evoluzione del movimento e per scambiare pareri sulle prospettive delle sue azioni». Charlin fa sapere a Dargnat che non potrà partecipare all’incontro per la sua assenza da Parigi in quei giorni. Il BCG si interessa alle attività di Macron frequentemente e in qualche occasione si rivolge ad altre parti per arrivare direttamente al presidente di En Marche. È quello che accade in una email quando Guillaume de Montchalin, responsabile della sezione marketing del BCG, scrive a Stephane Charbit, direttore della banca Rothschild a Parigi, per chiedergli di «essere messo in contatto con la persona per organizzare un incontro». La presenza dei gruppo Rothschild durante la campagna elettorale di Macron è costante, e in altre email i responsabili della sua campagna elettorale fanno riferimento a diversi collaboratori del colosso bancario che hanno partecipato ai meeting di En Marche! Le rivelazioni sui Macronleaks sono appena iniziate, nei prossimi giorni arriveranno nuovi file.