PER L'UNIONE DELLA SINISTRA POPOLARE E LA DESTRA DEI VALORI
Termini come « Destra » e « Sinistra » vengono utilizzati quotidianamente in politica, e malgrado abbiano perso essenzialmente il loro significato in quest'epoca, essi delineavano un tempo una serie di princìpi ben chiari. Per comprendere meglio, occorre analizzare l'origine e la genesi dei due termini, sapere che esistono diverse forme di Destra politica e Sinistra politica mutuate nel tempo.
Si conoscono le prime forme di Destra e di Sinistra quando emersero dopo la famosa rivoluzione francese del 1789, in cui si crearono diversi schieramenti : i conservatori e i progressisti. La Destra dell'epoca derivava dalle antiche monarchie e poneva al centro dei suoi valori : l'Impero, la gerarchia, la Tradizione, la Religione, l'Onore, la sacralità della Famiglia e il rispetto dell'anzianità. Dall'altra parte vi era la Sinistra, che derivava dal movimento rivoluzionario del 1789, e fu di conseguenza dissacrato l'ordine tradizionale con l'imposizione delle prime forme di liberalismo, con la nozione dei diritti dell'individuo, l'egualitarismo astratto, l'universalismo e l'illuminismo. Da quest'epoca, ci fu una grande battaglia ideologica tra questi due campi. Eppure questa forma di Sinistra liberale trovò più avanti il suo lato opposto di fronte ad una Nuova Sinistra, una Sinistra popolare, attraverso la rivoluzione d'Ottobre del 1917. Una Sinistra in cui il soggetto politico non era più l'individuo, ma la classe lavoratrice. Una Sinistra che non propugnava l'universalismo (che secondo i marxisti era visto come un concetto appartenente all'alta borghesia), ma riconosceva gli Stati nazionali, pur difendendo il concetto internazionalista, la solidarietà tra Patrie, la sovranità popolare, l'anti-capitalismo e l'anti-imperialismo. E' da questa Sinistra popolare che diverse rivoluzioni per la decolonizzazione in Africa e in Asia, o anti-imperialiste come in Sudamerica, si ispirarono. Tuttavia questa Sinistra popolare annegò presto nella degenerazione neoliberale dopo il 1989, ma anche seguendo le rivoluzioni sessantottine che avevano come scopo la diffusione del liberalismo culturale dei costumi. Si passa da uno status di lotta contro il Capitale globalizzato all'asservimento/allineamento di quest ultimo, dal patriottismo internazionalista al progetto globalista che consiste a sopprimere i confini nazionali, dall'anti-imperialismo alla legittimazione di destabilizzazioni in Africa, Medioriente e Sudamerica. Le lotte orizzontali dei lavoratori e del popolo vengono sostituite con lotte individualiste, come il femminismo post-moderno (che occorre differenziare dal femminismo originale non ancora intossicato, che lottava per una causa reale), la battaglia LGBT, l'antirazzismo, l'immigrazionismo. Per puntualizzare : Se è vero che i diritti degli omosessuali devono essere rispettati ed ogni forma di omofobia dev'essere severamente repressa, non è favoreggiando micro-lotte orizzontali contro il nemico sbagliato che si risolve la questione delle discriminazioni. Il liberalismo globalizzato, che un tempo questa Sinistra combatteva, punta a fare in modo di settorizzare, ghettizzare, frazionare, dividere il popolo in lotte diversive, per impedire a quest'ultimo di stigmatizzare ed opporsi a chi trae profitto dalla sofferenza dei popoli. Lo stesso ragionamento è valido per l'antirazzismo post-moderno e borghese. Il miglior modo per porre fine al razzismo, non è mendicare l'uguaglianza integrando movimenti soros-iani come Black Lives Matter (antirazzismo borghese), ma riconoscere che nell'unicità dell'Umanità, siamo diversi e dobbiamo valorizzare il nostro retaggio storico e identitario (antirazzismo identitario) senza essere xenofobi con il resto dell'Umanità. Il secondo modo è comprendere la trappola dei liberali e globalisti che vogliono rinchiuderci in un affronto di Neri-Bianchi, quando in realtà bisogna denunciare e combattere gli oppressori globali apolidi di tutti i colori (antirazzismo anti-capitalista), poiché come diceva Stockely Carmichael, il razzismo è una questione di potere da parte della supremazia liberale. Poco importa se si è Neri o Bianchi. Ciò che è certo è che tutti subìamo l'egemonia del liberalismo economico e socio-culturale. Da una parte invece vi è una Destra che pretende di combattere la Sinistra degenerata e nichilista. Una Destra che critica le conseguenze dell'immigrazione talassica, ma molto silente sulle cause, cioè la destabilizzazione dell'Africa e del Medioriente. Una Destra che ha fatto della sua battaglia la lotta all'immigrazione visibile (proletari neri ed arabi che emigrano), ignorando quella invisibile (la finanza internazionale apolide che ha colonizzato i media, l'economia e la politica). E' su queste realtà che dovrebbe avere un po' più di pudore ed essere più obiettiva sulle denunce. Sia la Sinistra che la Destra sbagliano : La Sinistra è a favore dell'immigrazionismo talassico e la Destra è silente sulla dominazione imperialista del cosiddetto Terzo mondo. La conclusione è che la Destra liberista e la Sinistra riformista liberale sono due facce della stessa moneta. Parliamo di una Destra che è passata verso il libero mercato deregolamentato, dalla lotta contro l'imperialismo americano alla collaborazione con quest'ultimo e nazioni come Israele. Si assiste di conseguenza ad un'epoca in cui il nichilismo global-capitalista e liberale ha preso il sopravvento conquistando tutti i colori politici.
Tuttavia, rispetto all'Occidente, le nazioni rivoluzionarie della storica Tricontinentale non hanno vissuto quest'offuscamento socio-politico-economico. Se si guarda all'Africa prima del crollo del muro di Berlino, figure politiche come Ahmed Sékou Touré della Guinea, Patrice Emery Lumumba della Repubblica democratica del Congo, Thomas Isidore Sankara del Burkina Faso o Muammar Gheddafi della Libia (attraverso il suo celebre saggio « Il libro verde » in cui parla di Terza teoria universale), compresero che fosse necessario applicare la politica seguendo una forma di socialismo endogeno popolare, anti-imperialista, anti-capitalista e internazionalista, senza obliare l'esaltazione del patriottismo, dell'Identità, il senso della Tradizione e della comunità. Potremmo categorizzare la stessa osservazione verso Hugo Chavez, che battezzò quello che fu definito « socialismo del XXI secolo » alleando caratteristiche bolivariane, socialiste e un senso di fierezza patriottica, identitaria e religiosa (attraverso il Cristianesimo). In Medioriente, Bashar Al-Assad intraprese la stessa dinamica, attraverso il ba'thismo con lo scopo di unire socialismo panarabo popolare, patriottismo panarabo, identitarismo arabo, anti-capitalismo ed anti-imperialismo. Potremmo prendere anche l'esempio di Mahmud Ahmadinejad, in cui si è compresa la necessità di oltrepassare i vecchi sistemi politici, per inserirsi in una linea populista (il linguaggio del popolo contro le elite egemoniche), che è la giusta via di mezzo tra una Sinistra popolare e una Destra dei valori.
Ispirandosi a costoro, un nuovo modello paradigmatico su scala globale, ma adattato alle realtà di ogni Civiltà è possibile. Un modello che acquisirà la via del Tradizionalismo integrale come riparo di fronte al globalismo, che riscoprirà Dio contro il dio danaro, il sovranismo internazionalista, l'identitarismo, la coscienza populista, i diritti sociali ed un'economia solidale che potrà contrastare il liberismo mondiale.