L’inizio di una pax eurasiatica

04.05.2023
Intervento alla 1ª Conferenza globale sul multipolarismo

Caro Prof. Dugin! Caro signor Savin! Caro signor Bovdunov! Caro signor Pacini! Vi ringrazio molto per l’invito a questa importante conferenza.

Stiamo vivendo tempi interessanti. Per più di 30 anni, agli europei è sembrato di vivere alla “Fine della Storia”, come proclamato da Francis Fukuyama. Nessuna alternativa sembrava possibile al nostro sistema liberalcapitalista, nessuna forma diversa dalla democrazia liberista. Ma con l’inizio dell’operazione militare speciale russa, è diventato ovvio che la storia si sta muovendo di nuovo. La fine della storia è finita.

Poiché l’Europa viveva nella convinzione che nessuna alternativa fosse possibile, nessuno osava pensare ad alternative geopolitiche all’Unione Europea, che per la maggior parte del tempo è stata un vassallo obbediente degli Stati Uniti. Le misure COVID sono state un primo campanello d’allarme per la maggior parte degli europei, mentre l’escalation occidentale nel conflitto in Ucraina si è rivelata la goccia che ha fatto traboccare il vaso in termini di risveglio geopolitico. Finalmente la gente ha iniziato a protestare contro il globalismo nelle strade, ma la primavera europea può iniziare solo se ci rendiamo conto della necessità di un risveglio mentale e spirituale dell’Europa.

Come conseguenza dell’operazione militare speciale russa, la Russia ha finalmente iniziato la sua missione eurasiatica su scala internazionale. Sotto i nostri occhi il momento unipolare sta crollando e il momento multipolare è appena iniziato. Russia, Cina, Iran, America Latina stanno già svolgendo un ruolo importante nel creare il nucleo di un ordine multipolare, cosa che noi europei possiamo solo invidiare.  Ma che posto può avere l’Europa in questo processo, soprattutto perché fa ancora parte del Wesr politico?

Penso che gli europei debbano innanzitutto lasciarsi alle spalle le chimere della modernità, non solo il vero e proprio neofascismo genocida in Ucraina e in altri Paesi, ma soprattutto l’ideologia del liberalismo 2.0 con il suo Great Reset, il wokeismo, l’imperialismo dei diritti umani, la distruzione dell’identità e dell’individualismo. Questo ovviamente include anche le idee neomalthusiane del cambiamento climatico e della riduzione della popolazione. La democrazia ha mostrato il suo vero volto e dietro la maschera possiamo riconoscere un’oligarchia globalista che vuole sbarazzarsi dei popoli che governa. L’Europa che diventa multipolare significa che si lascia alle spalle la civiltà postmoderna e torna alla sua identità tradizionale.

L’Europa può diventare parte sovrana di un mondo multipolare solo se riesce a riaffermare la sua identità tradizionale, basata sul cristianesimo e sull’idea di impero, che è l’antitesi dell’attuale regime ateo-satanico e centralista imposto dall’Unione Europea. Adottando le idee della Nuova Destra, l’Europa può diventare il proprio polo come parte del multipolarismo, nel processo di realizzazione della propria identità autarchica. Per molti europei questo sarà un processo doloroso, poiché saranno costretti a rendersi conto che l’Europa non è il mondo, ma solo una parte del mondo.

Naturalmente questo futuro isolamento, nel senso che l’Europa si concentrerà su se stessa, sarà benefico anche per il resto del mondo: L’Europa che smette di sostenere la società aperta su scala globale significherebbe pace per il mondo. La fine del sostegno europeo al regime sionista in Israele significa pace per la Palestina. La fine del neocolonialismo europeo in Africa significherà finalmente una vita più pacifica per gli africani e la fine delle migrazioni di massa. La fine delle lezioni europee sulla democrazia e sui diritti umani per la Cina renderà possibili normali relazioni tra Europa e Asia. Infine, la fine del partenariato transatlantico farà sì che gli Stati Uniti non possano più abusare delle risorse europee per le loro terribili guerre in tutto il mondo.

Infine, per creare un ordine di pace duraturo in Eurasia, l’Europa deve rispettare i russi, i cinesi e i turchi così come sono. Gli europei devono ricordare l’inizio delle loro relazioni con la Russia nel XVI secolo, quando il nobile austriaco Sigmund von Herberstein avviò la diplomazia tra la Russia e il Sacro Romano Impero come una relazione tra pari. Dobbiamo finalmente rispettare l’altro in quanto altro e non dobbiamo più sforzarci di assimilare tutti ai valori europei. Questo significherà l’inizio di una vera pax euroasiatica e di una cooperazione pacifica tra l’Europa e le altre civiltà dell’umanità.

Traduzione a cura di Lorenzo Maria Pacini