Libano: il cristiano-maronita Aoun ad un passo dall'elezione a Capo dello Stato
Il leader del gruppo sunnita-libanese Corrente del futuro (al Mustaqbal) Saad Hariri ha annunciato ufficialmente oggi l’appoggio al candidato presidenziale Michel Aoun, che guida il blocco parlamentare Cambiamento e riforma.
Lo ha riferito il quotidiano libanese “L’Orient et le jour”. Il cambiamento di rotta dell’ex premier Hariri, che finora aveva appoggiato l'altro candidato alla presidenza della Repubblica, Suleiman Frangieh, capo di Marada, era stato preannunciato due giorni fa da esponenti del suo stesso partito.
Il sostegno di Hariri ad Aoun si aggiunge a quello del movimento sciita libanese di Hezbollah ed a quelle delle Forze libanesi e rende ormai quasi certa la vittoria dell'esponente maronita.
Nei giorni scorsi gli analisti avevano osservato come il cambio di schieramento da parte di Hariri avrebbe potuto dare un impulso decisivo alle elezioni presidenziali del paese. Subito dopo l'annuncio, non sono mancate, tuttavia, le reazioni da parte dei vari esponenti del panorama politico libanese. Il presidente del parlamento, lo sciita del movimento Amal, Nabih Berri, ha fatto sapere che pur non ostacolando il voto, il suo blocco non esprimerà la propria preferenza per Aoun. “Ho spiegato che non voterò per Aoun e starò all’opposizione, con tutto il mio rispetto per lui”, ha detto Berri, che ricopre l'incarico di presidente del Parlamento e, teoricamente, potrebbe grazie alla sua posizione ostacolare le votazioni. Queste affermazioni di Berri, però, lasciano presagire che la prossima sessione parlamentare potrebbe svolgersi senza alcun tipo di boicottaggio.
Il ministro delle Finanze, Ali Hassan Khalil, vicino a Berri, avrebbe invece espresso perplessità su questo nuovo tandem sunnita (Hariri)-maronita (Aoun). Queste affermazioni sono state successivamente smentite dallo stesso Khalil, ma hanno tuttavia sollevato un coro di proteste da parte dei fedelissimi del generale Aoun. "Le dichiarazioni su un tandem sunnita-maronita sono irresponsabili e inaccettabili e porterebbero alla discordia", ha protestato la formazione di Aoun in una nota ufficiale, aggiungendo: "Respingiamo le minacce di guerra civile. Il Libano senza il Patto nazionale non è un paese e le osservazioni che violano ogni apertura o lo spirito dell'accordo sono inaccettabili".
Anche secondo il leader druso Walid Joumblatt l'elezione del nuovo Capo dello Stato è ormai prossima.. Il ministro dell’Interno, Nohad Machnouk, si è spinto oltre, pronosticando l'elezione presidenziale entro la fine dell’anno. Secondo quanto sottolineato ieri da un editoriale del quotidiano libanese “L’Orient et le jour”, la porta del palazzo presidenziale di Ba’abda sarebbe semi-aperta per il generale Aoun. L’entourage dell’ex generale maronita vede sempre più vicino il raggiungimento dell'obiettivo da parte del suo leader, mentre alcune delle altre correnti politiche del paese hanno visto nel cambio di rotta di Hariri un tradimento, ha precisato l’editoriale. Secondo il quotidiano libanese questo cambio in corsa potrebbe costare caro al leader della Corrente del futuro. Persino gli uomini vicini ad Hariri non comprendono il senso di questa scelta, mentre l'ex-premier ha spiegato che si tratta di una decisione presa nell’interesse del paese.
Il Libano non ha un presidente della Repubblica dal 25 maggio del 2014, quando Michel Suleiman, ultimo capo dello Stato libanese, ha terminato il suo mandato. Da quel momento i diversi partiti politici libanesi sono stati incapaci di trovare un accordo per superare l'impasse creata dalla contrapposizione dei due candidati: il generale Aoun, sostenuto da alcuni partiti cristiani e da Hezbollah, e Suleiman Franjieh, leader del movimento Marada. Fino ad oggi le oltre 40 sedute programmate per eleggere il presidente della Repubblica erano andate perse per mancanza del quorum. Molti partiti avevano accusato Hezbollah di essere la causa del caos istituzionale verificatosi, provocato dall'ostinato sostegno ad Aoun, ma nelle scorse settimane il leader di Hezbollah, Hassan Nasrallah, aveva definito Aoun il naturale candidato alla presidenza della Repubblica. A quanto pare il leader sciita aveva visto giusto.
Il sistema istituzionale libanese è, infatti, regolato sulla base della rappresentanza accordata alle principali componenti del paese. L'attribuzione della carica del presidente della Repubblica, del primo ministro e del presidente del parlamento si basa sul Patto nazionale del 1943, che ha istituzionalizzato il confessionalismo libanese. Nel paese, infatti, sono presenti circa 20 confessioni religiose diverse, tra cui le principali sono la cristiano maronita, quella sunnita e la sciita, a cui vanno rispettivamente le cariche precedentemente indicate. La spartizione delle cariche si basa su di un censimento della popolazione che risale ad oltre settant’anni fa, che nel corso del tempo è radicalmente mutato, facendo diventare la popolazione sciita superiore a tutte le altre, sebbene non esista un censimento ufficiale. Ovviamente la presenza confessionale nel paese descritta non tiene contro dei profughi palestinesi e siriani, la cui maggioranza è musulmana sunnita e sbilancia l’equilibrio del paese.
La posizione di Hezbollah, dunque, mira a ristabilire un ordine nel paese, incardinato nella tradizione politica del Libano indipendente.