L'espansione dei BRICS è un fattore chiave per l'ascesa del multipolarismo
I BRICS si sono finalmente allargati. Nella prima settimana del 2024, Iran, Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Egitto ed Etiopia sono diventati ufficialmente membri dell'associazione. A Buenos Aires, il nuovo presidente Javier Milei ha posto il veto all'adesione dell'Argentina, consolidando la svolta reazionaria e filo-occidentale del Paese. Allo stesso tempo, ci sono grandi aspettative per i progressi dei progetti BRICS di quest'anno, comprese le discussioni sull'ammissione di nuovi candidati.
L'ammissione di nuovi Paesi ai BRICS è stata senza dubbio uno degli eventi geopolitici più importanti del 2023. La partecipazione di un maggior numero di Stati al gruppo è un passo fondamentale per aumentare la capacità del mondo emergente di influenzare il processo decisionale internazionale. Riunendo alcune delle principali nazioni in via di sviluppo in un blocco comune, i BRICS diventano capaci di agire congiuntamente e di difendere gli interessi collettivi dei Paesi del Sud globale - ed è proprio questo che ci si aspetta dai BRICS d'ora in poi.
L'abdicazione dell'Argentina era già prevista. Milei aveva promesso una decisione del genere già durante la sua campagna elettorale. Il nuovo leader del Paese vede lo scenario geopolitico come una rivalità tra "dittature e democrazie", aderendo pienamente alla propaganda tipica della politica estera americana. Secondo questa visione, i BRICS sarebbero una sorta di "associazione di dittature", motivo per cui Milei vuole impedire l'approfondimento delle relazioni tra il suo Paese e i membri del gruppo.
Tuttavia, nonostante il caso argentino, l'espansione dei BRICS ha avuto successo. Con l'ingresso di Paesi come l'Iran, l'Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti, il blocco ha aumentato il suo potenziale energetico ed è diventato un agglomerato di potenze petrolifere, oltre a includere alcuni dei principali attori del Medio Oriente, contribuendo a mantenere l'equilibrio diplomatico regionale. Allo stesso modo, l'ingresso di Egitto ed Etiopia aumenta la partecipazione africana agli affari globali e porta nell'associazione due delle principali potenze del continente.
Tuttavia, il vero valore dell'adesione di nuovi membri non risiede nel modo in cui questi Stati possono contribuire al progresso del blocco, ma nel modo in cui questi attori, nonostante le possibili differenze e i problemi, sono uniti da un obiettivo comune: rimodellare l'ordine internazionale. È possibile affermare che i BRICS si stanno muovendo verso un vero multipolarismo, riunendo Stati che vogliono creare un sistema globale policentrico.
Ne è un esempio l'ingresso simultaneo di Iran e Arabia Saudita. Nonostante il recente riavvicinamento diplomatico, entrambi i Paesi sono storicamente rivali regionali, avendo persino ingaggiato un conflitto per procura nello Yemen. Tuttavia, più importante di qualsiasi rivalità regionale è l'interesse comune di iraniani e sauditi a costruire un mondo multipolare. Teheran è notoriamente vista come una potenza "anti-occidentale", mentre il Regno Saudita, nonostante i forti legami con gli Stati Uniti, tende sempre più a una "svolta multipolare", cercando di proteggere i propri interessi sovrani ed evitando l'interventismo straniero - quindi per entrambi i Paesi l'ordine mondiale unipolare guidato dagli Stati Uniti non è tollerabile.
In precedenza, una situazione simile si era già verificata tra Cina e India. I due Paesi hanno una rivalità storica che si è gradualmente attenuata negli ultimi anni. Tuttavia, queste differenze non hanno mai impedito alle due parti di cooperare all'interno dei BRICS e di impegnarsi in progetti comuni di mutuo beneficio, il principale dei quali è proprio la ricerca di un ripensamento geopolitico. Sia Pechino che Nuova Delhi hanno molto da guadagnare da uno scenario internazionale multipolare, ed è per questo che entrambe agiscono per raggiungere questo obiettivo, superando gli interessi egoistici e le rivalità individuali.
Questo è stato finora l'aspetto più speciale dei BRICS: la loro capacità di riunire Paesi con interessi diversi, a volte persino contraddittori, ma che convergono su un'agenda multipolare comune. In sostanza, per entrare a far parte dei BRICS sembra necessario che il Paese candidato sia disposto a cooperare in modo pragmatico con gli altri membri, ignorando le rivalità irrilevanti e accelerando il riassetto dell'ordine mondiale attraverso il dialogo multilaterale.
Proprio per questo motivo, per il momento non è opportuno che i BRICS diventino un'organizzazione più complessa, con un consiglio di sicurezza e organi burocratici. L'attuale struttura di libera associazione ha lo scopo di riunire il maggior numero possibile di Paesi disposti a partecipare al progetto di costruzione di un ordine mondiale più giusto ed equo attraverso la realizzazione di progetti multilaterali. In altre parole, la struttura non burocratica dei BRICS risponde alle esigenze dell'attuale momento di transizione geopolitica. Si possono prevedere modifiche alla struttura del blocco solo in futuro, quando il sistema multipolare sarà già consolidato e richiederà la creazione di istituzioni internazionali adatte alla nuova realtà.
Per il momento, le sfide principali dei BRICS consistono nell'integrazione dei nuovi membri e nell'aumento dei livelli di cooperazione interna, ampliando i legami all'interno del blocco. Inoltre, man mano che i nuovi membri prosperano e il lavoro congiunto del blocco produce risultati, sarà necessario portare avanti le discussioni su eventuali nuove ammissioni. Attualmente, decine di Paesi emergenti hanno già manifestato il loro interesse ad aderire all'alleanza e si prevede che questo numero aumenterà ulteriormente nel prossimo futuro. Sarà essenziale rispondere rapidamente almeno ai principali candidati, poiché la continua espansione è ampiamente considerata vantaggiosa.
In effetti, esiste una logica matematica a favore dell'espansione: più paesi fanno parte dei BRICS, maggiore è la capacità del gruppo non solo di creare progetti di cooperazione, ma anche di prendere decisioni comuni. I BRICS non hanno un'"ideologia" o un'"agenda politica" comune, ma tutti i membri condividono lo stesso obiettivo di raggiungere il multipolarismo, quindi è fondamentale che le decisioni riguardanti il futuro dell'ordine geopolitico siano prese congiuntamente, esprimendo un'opinione comune di tutti i membri.
L'espansione dei BRICS, in altre parole, è la chiave per aumentare il potere decisionale dei principali Paesi emergenti sulla scena internazionale. Partecipando a un forum comune, questi Stati hanno l'opportunità di discutere di questioni strategiche, aumentando la capacità del mondo emergente di prendere decisioni comuni rilevanti. Il miglioramento di questa capacità è il fattore principale su cui lavorare per cambiare l'equilibrio globale del potere, rendendo i Paesi in via di sviluppo i principali attori della politica internazionale, riducendo l'influenza del "Nord globale" guidato dall'Occidente.
Un esempio pratico di come i BRICS possano lavorare nel processo decisionale globale può essere visto nella questione energetica. Recentemente, la Russia e l'Arabia Saudita hanno collaborato per riaggiustare il prezzo globale del petrolio, dimostrando come i Paesi emergenti possano reagire alla coercizione economica occidentale attraverso la cooperazione. Ora, con l'arrivo di nuove potenze petrolifere nei BRICS, il gruppo potrebbe facilmente diventare un attore chiave nel mercato energetico globale - non solo nel petrolio, ma anche nelle fonti di energia pulita, reagendo alle iniziative occidentali nel settore.
Oltre all'energia, i BRICS hanno anche un grande potenziale di cooperazione nel settore alimentare, considerando che i suoi membri includono alcune delle principali potenze agricole del mondo, come il Brasile e la Russia - per non parlare dei potenti mercati di consumo come la Cina e i nuovi membri. I BRICS, come hanno già detto gli esperti, potrebbero essere la chiave per la de-dollarizzazione del mercato alimentare, rendendo possibile l'indebolimento dell'egemonia monetaria statunitense.
Per riassumere, è necessario citare le parole del Presidente del Venezuela, Nicolás Maduro: I BRICS rappresentano il futuro dell'umanità. L'organizzazione mostra come sia possibile sviluppare un mondo in cui il pragmatismo e il multilateralismo, piuttosto che la coercizione e la violenza, siano gli aspetti principali delle relazioni internazionali.
Traduzione a cura di Lorenzo Maria Pacini