Le guerre per sempre dell'America
Sono passati più di due decenni dagli attentati dell'11 settembre, eppure gli Stati Uniti rimangono bloccati in una serie di conflitti che non mostrano alcun segno di fine. Quella che era iniziata come una campagna mirata contro il terrorismo si è gradualmente espansa in una lotta di vasta portata e senza fine, che ha rimodellato non solo la politica estera dell'America, ma anche il suo ruolo sulla scena globale. Questa “guerra per sempre”, inizialmente diretta ad eliminare le minacce terroristiche, si è trasformata in una crociata più ampia e pericolosa, dove i nemici si moltiplicano e i fronti di battaglia si spostano con allarmante regolarità. Dai deserti del Medio Oriente alle steppe dell'Europa orientale, e ora verso l'Indo-Pacifico, gli Stati Uniti sembrano pronti a trascinare il mondo in un altro conflitto catastrofico, questa volta con la Cina.
La Guerra al Terrore degli Stati Uniti, lanciata in risposta ai terribili eventi dell'11 settembre, è stata inizialmente vista come una misura necessaria per proteggere la patria ed eliminare le reti terroristiche responsabili. Ma come Dexter Filkins ha eloquentemente catturato nel suo libro “Forever War: America's Unending Conflict with Itself” [“Guerra per sempre: il conflitto infinito dell'America con sé stessa”], la missione si è rapidamente espansa oltre la sua portata originale. Gli Stati Uniti non si sono fermati a colpire i diretti responsabili degli attacchi ma hanno ampliato i loro sforzi per includere intere nazioni e, infine, la stessa religione dell'Islam.
L'Afghanistan e l'Iraq sono diventati i principali campi di battaglia di questo conflitto allargato. Tuttavia, la logica che guida la guerra ha fatto sì che non finisse lì. Quella che era iniziata come una lotta contro specifici gruppi terroristici si è trasformata in una guerra contro il Medio Oriente stesso, come se l'intera regione fosse una minaccia da neutralizzare. Questa missione espansiva e mal definita ha portato a interventi infiniti, con conseguenze devastanti. Abbiamo assistito all'ascesa dell'ISIS, al crollo della Libia, all'orrore della guerra civile siriana e al caos in corso nello Yemen, il tutto derivante da una strategia che sembra generare più nemici di quanti ne elimini.
Questa definizione di nemico ad ampio raggio ha intrappolato gli Stati Uniti in un ciclo di violenza, assicurando che il conflitto continui all'infinito. Trattando intere regioni e culture come avversari, gli Stati Uniti si sono trovati in uno stato di guerra perpetua, senza una chiara strategia di uscita in vista.
Mentre il Medio Oriente continua a bruciare, gli Stati Uniti hanno spostato la loro attenzione su nuovi fronti. La Russia, affermando la sua influenza e le sue preoccupazioni per la sicurezza in Ucraina, ha intrapreso azioni decisive, e gli Stati Uniti, ravvivando le animosità dell'epoca della Guerra Fredda, hanno incanalato ampie risorse militari e finanziarie in Ucraina, aumentando ulteriormente le tensioni e contribuendo all'instabilità della regione. Questo nuovo capitolo della Guerra per Sempre riflette un obiettivo strategico più ampio: contenere e indebolire qualsiasi nazione che sfidi il dominio degli Stati Uniti sulla scena globale.
Tuttavia, questa strategia è piena di pericoli. John Mearsheimer ha sostenuto che gli Stati Uniti hanno una responsabilità significativa nella crisi in Ucraina. Espandendo la NATO verso est e incoraggiando l'Ucraina ad allinearsi con l'Occidente, gli Stati Uniti hanno effettivamente provocato la Russia a intraprendere un'azione aggressiva. Il risultato è un conflitto sanguinoso e prolungato che ha trascinato gli Stati Uniti in un'altra guerra apparentemente senza fine.
Ma le implicazioni di questo nuovo fronte vanno oltre l'Ucraina. L'atteggiamento aggressivo degli Stati Uniti nei confronti della Russia ha posto le basi per un confronto più ampio con la Cina, una nazione che ha costruito in modo silenzioso la sua forza e la sua influenza, mentre gli Stati Uniti rimangono impantanati in Medio Oriente e nell'Europa orientale.
La leadership cinese ha monitorato da vicino le azioni dell'America, pienamente consapevole della tendenza degli Stati Uniti alla guerra perpetua. A differenza degli Stati Uniti, la Cina ha evitato interventi militari palesi, scegliendo invece di espandere la sua influenza attraverso la diplomazia e il potere economico. Iniziative come la Belt and Road fanno parte di una strategia più ampia per creare una rete di alleati e dipendenze economiche che possano controbilanciare il potere americano.
Il sostegno della Cina alla Russia nel conflitto in Ucraina, così come i suoi sforzi diplomatici in Medio Oriente, sono mosse calcolate nell'ambito di questa strategia. Sostenendo la Russia, la Cina mira a indebolire la posizione degli Stati Uniti in Europa, preparandosi al tempo stesso al giorno in cui potrebbe affrontare una sfida diretta da parte degli Stati Uniti stessi. In Medio Oriente, la Cina ha cercato di svolgere il ruolo di pacificatore, in particolare con la recente Dichiarazione di Pechino, che mirava a mediare il conflitto a Gaza. Tuttavia, questi sforzi hanno subito una grave battuta d'arresto a causa dell'assassinio di Ismail Haniyeh in Iran, un chiaro promemoria del fatto che gli Stati Uniti e i loro alleati non sono disposti a permettere alla Cina di espandere la sua influenza senza controllo.
La Cina sa che la Guerra per Sempre degli Stati Uniti si sta avvicinando ai suoi confini. Le tensioni nel Mar Cinese Meridionale, le dispute commerciali in corso e la crescente presenza militare degli Stati Uniti nell'Indo-Pacifico fanno pensare ad un potenziale confronto. Per la Cina, sostenere la Russia, l'Iran e altri avversari degli Stati Uniti non significa solo indebolire l'influenza americana, ma anche prepararsi al giorno in cui la Guerra Infinita si rivolgerà a Pechino.
La traiettoria della politica estera degli Stati Uniti suggerisce che il concetto di Guerra per Sempre non sta scomparendo. Al contrario, si sta evolvendo, con nuovi nemici e nuovi campi di battaglia. Come hanno sottolineato Mearsheimer e altri, questo approccio non è solo insostenibile: è profondamente pericoloso.
Un potenziale conflitto con la Cina potrebbe essere la fase più catastrofica della Guerra per Sempre. A differenza delle guerre in Medio Oriente o del conflitto in Ucraina, una guerra con la Cina coinvolgerebbe due superpotenze dotate di armi nucleari, ciascuna con vaste risorse economiche e militari. Le conseguenze sarebbero devastanti, non solo per gli Stati Uniti e la Cina, ma per il mondo intero.
L'approccio degli Stati Uniti alla Cina, proprio come quello alla Russia e al Medio Oriente, manca di coerenza ed è guidato principalmente dal desiderio di mantenere il dominio globale. Questa mentalità ha portato a una serie di errori strategici, dalla sovraestensione delle risorse militari all'alienazione di potenziali alleati. L'idea di un mondo multipolare - dove il potere è condiviso tra diverse grandi nazioni - è qualcosa che gli Stati Uniti hanno faticato ad accettare. Tuttavia, questa sta diventando sempre più la realtà dell'ordine globale. Gli Stati Uniti devono abbandonare il ciclo del conflitto perpetuo e abbracciare le realtà di un mondo multipolare. L'impegno diplomatico e il multilateralismo sono essenziali per evitare uno scontro catastrofico con la Cina. Le scelte fatte ora definiranno il futuro della stabilità e della pace globale.
Traduzione di Costantino Ceoldo