Lavrov in Italia: intervista al Corriere, l'Italia faccia i propri interessi e tolga le sanzioni contro Mosca

01.12.2016

Arriva oggi in Italia il Ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov, che nel pomeriggio parteciperà a Roma al Med2016, il Forum sul Mediterraneo organizzato dalla Farnesina e dall'ISPI. Lavrov ha in programma anche colloqui bilaterali con il suo omologo italiano Paolo Genitloni.

In attesa di verificare se questi incontri produrranno delle novità nei rapporti tra i due paesi, il capo della diplomazia russa ha rilasciato un'intervsita a tutto campo al Corriere della Sera, il principale quotidiano italiano.

Innanzitutto, Sergey Lavrov è stato estremamente chiaro in merito alle relazioni tra Italia e Russia. "Esse hanno avuto un impatto negativo", ha chiarito, per entrambi i paesi, ma soprattutto per l'Italia. Il rappresentante di Mosca ha ricordato come gli scambi commerciali abbiano registrato l'anno scorso una flessione del 36,2% scendendo a 30,6 miliardi di dollari ed un'ulteriore riduzione nei primi nove mesi di quest'anno, pari al 41,2%, passando a 14,2 miliardi di dollari. Il paradosso, secondo Lavrov, è che nonostante in Italia siano tutti consapevoli del danno per l'economia prodotto dalle sanzioni, dai dirigenti politici fino agli operatori economici, esse vengono diligentemente applicate, a differenza di quanto fanno9 gli Stati Uniti d'America, che di fatto hanno sollecitato i paesi dell'Unione Europea affinchè le istituissero.

La riprova sta in un dato pasrticolarmente significativo, che vede Washington sorpassare nell'ultimo anno Roma nel volume di scambi con la Russia. Oggi infatti gli USA sono il quinto partner commerciale della Federazione russa, mentre l'Italia è scesa al sesto posto dal quarto che aveva prima delle sanzioni.

"Noi speriamo che Roma voglia costruire i suoi rapporti con Mosca a partire in primo luogo dai propri interessi", ha scandito Lavrov in modo lapidario.

Il Ministro degli Esteri russo ha toccato altri argomenti di pregnante attualità, a cominciare dalle speranze di vedere presto normalizzati i rapporti tra Russia e Stati Uniti. "Noi siamo pronti a fare la nostra parte", ha detto Lavrov agli intervistatori Fabrizio Dragosei e Paolo Valentino. 

Lavrov ha liquidato come "fantasiose" le accuse a Mosca di aver interferito nella campagna elettorale americana a favore di Donald Trump, mentre ha fatto notare come semmai siano stati i leader politici dell'Europa Occidentale a schierarsi attivamente per Hillary Clinton. Lavrov, tuttavia, non ha negato che la nuova amministrazione della Casa Bianca susciti speranze a favore di un miglioramento dei rapporti bilaterali tra le due potenze. 

"Noi - ha spiegato Lavrov - siamo sempre stati disponibili a un onesto dialogo pragmatico con Washington su tutte le questioni dell'agenda bilaterale e globale, sulla base del rispetto, della parità, della considerazione dei reciproci interessi e della non ingerenza negli affari interni".

Quanto al "capitolo Siria", Lavrov ha ribadito che Mosca è interessata ad una soluzione diplomatica del conflitto, nell'interesse dei siriani e ha sottolineato con forza che l'intervento militare russo avviene nel rispetto del diritto internazionale e a sostegno di un governo sovrano, riconosciuto dall'ONU, in guerra col terrorismo. "Faremo in modo che i siriani possano coltivare la speranza di un futuro migliore in uno Stato libero e laico, dove tutti i gruppi etnici e confessionali della popolazione possano vivere in pace ed armonia", ha precisato il ministro russo. Una descrizione che ricorda da vicino gli anni felici del governo alauita a Damasco.

Parlando, quindi, della situazione in Donbass e in Ucraina orientale, Lavrov ha chiarito come la Russia sia interessata "a risolvere questo conflitto a ridosso dei propri confini più di chiunque altro", ma ha accusato Kiev di mantenere tempi troppo lunghi nel mettere in campo le azioni previste dagli accordi di Minsk e ha ricordato come gli osservatori dell'OSCE non abbiano fatto mai cenno nei loro rapporti alla presenza di armamenti russi nelle regioni ribelli.

Infine, per quanto concerne i rapporti con la NATO, Lavrov ha evidenziato come l'aggressività dell'Alleanza Atlantica sul fronte orientale abbia costretto la Russia ad adeguare il proprio dispositivo difensivo. "Oggi assistiamo al più potente incremento del potenziale militare dalla fine della Guerra Fredda sul cosiddetto 'fianco orientale', ha detto, sollecitando un ritorno alla collaborazione a al dialogo "su un piano di parità, com'è scritto nei documenti costitutivi del Consiglio Russia-NATO".