Larry Fink, Black Rock e l’agenda ESG
Il culto di Mammona ha come dio il denaro, o meglio l’Utile a fini di dominio. Ha molti demiurghi, l’iperclasse globalista che possiede tutto, comprese le nostre vite. Una cupola nemica che abbiamo il dovere di identificare con volti, nomi e cognomi: è un bisogno essenziale dell’umanità conoscere e riconoscere per decidere chi è amico e chi non lo è. Il potere è reticolare nella struttura – per questo è tanto difficile attaccarlo – ma piramidale nella catena di comando.
È bene tornare ai fondamentali, alla “legge ferrea” di Roberto Michels: tutte le strutture umane evolvono in oligarchia. Il potere appartiene a chi sa meglio organizzarsi, come spiegò Gaetano Mosca. “In tutte le società regolarmente costituite, nelle quali vi ha ciò che si dice un governo, […], troviamo costantissimo che i governanti, ossia quelli che hanno nelle mani ed esercitano i pubblici poteri, sono sempre una minoranza, e che, al di sotto di questi, vi è una classe numerosa di persone, le quali non partecipando mai realmente in alcun modo al governo, non fanno che subirlo; esse si possono chiamare i governati. “
Con buona pace dei principi e delle procedure “democratiche”, è proprio così. La differenza rispetto al passato è che il potere delle classi politiche, esercitato da sempre su mandato fiduciario delle élites economiche e finanziarie, è oggi direttamente esercitato da queste ultime. È quindi fondamentale analizzare le personalità che compongono, per usare il lessico marxiano, la “struttura”, ossia il livello più elevato del potere.
Uno degli iperpadroni è Larry Fink, settantenne ebreo californiano, fondatore e dominus di Black Rock, la Roccia Nera, il più grande fondo d’investimento del pianeta, il cui portafogli ha un valore di circa diecimila miliardi di dollari, pari al PIL annuo di Germania, Francia e Italia insieme. Fink fa parte della direzione del Forum Economico Mondiale di Davos, il volto visibile del potere globalista, è componente del CFR (Council for Foreign Relations) da un secolo il più influente circolo riservato d’America e risulta sostenitore del Partito Democratico, come gran parte dei vertici della finanza e dell’industria tecnologica. Un curriculum formidabile per un uomo tra i più potenti del mondo, che determina gli investimenti miliardari della Roccia Nera e, a cascata, degli altri fondi padroni del mercato, cioè dell’economia, delle finanze, degli Stati, delle organizzazioni transnazionali.
Le azioni, le opinioni, le preferenze e le idiosincrasie di Larry Fink diventano in un attimo l’agenda obbligata del mondo occidentale, per l’0vvia ragione della prevalenza di Mammona su ogni valore e principio. I suoi ordini sono impartiti sotto forma di lettere periodiche agli investitori. Black Rock è oggi il padrone della disgraziata Ucraina, i cui terreni e asset ha comprato a prezzi di saldo, assicurandosi il monopolio della ricostruzione post bellica.
Nell’ultima comunicazione alle aziende ha dettato la linea: “tutte le imprese e le industrie si trasformeranno con la transizione a un mondo di zero emissioni nette. La domanda è: sarai un leader o sarai guidato? “Insomma, o ci stai o ti distruggiamo. Ora sappiamo chi è il motore dell’ideologia climatica.
Al recente Aspen Ideas Festival (Aspen dice qualcosa alla presidente del governo italiano?) Fink ha aperto un altro fronte, delicatissimo. “Non userò la parola ESG perché è stata male utilizzata dall’estrema destra “(la bestia nera, nemico assoluto della cupola). Fink è uno dei grandi sponsor del mostro noto come “Environmental Social and Governance (ESG), ambientalismo estremo e dogmi woke applicati alla direzione della grande impresa I criteri ESG determinano investimenti, leggi, politiche pubbliche, cambi nei prodotti, perfino la scelta della catena di comando delle aziende. Sono diventati la Bibbia obbligata dell’impresa inclusiva e resiliente, di cui Larry è il sommo sacerdote.
In passato ESG ha avuto nomi come “investimento a impatto sociale” o “investimento sostenibile”. Il concetto intende obbligare alla nuova moralità, costringendo ad accettare profitti inferiori a breve e medio termine con il ricatto di priorità ideologiche, climatiche, “inclusive”, gender fluid ed “antirazziste”. BlackRock ha esplicitamente abbracciato le idee del radicalismo woke, operando uno “spostamento trasformativo verso la sostenibilità” nelle sue strategie, includendo “considerazioni sulla sostenibilità e sul clima nei processi di investimento”. Ricattati dalla prospettiva del disinvestimento di Black Rock, con gravi conseguenze sui mercati e presso le onnipotenti agenzie di rating (proprietà dei soliti noti) le aziende sono costrette ad accettare l’agenda ESG.
Fink gestisce partecipazioni in tutte le più grandi società del mondo, tra cui Amazon, Apple, MasterCard, Johnson & Johnson, Walmart e Walt Disney. Dal 2021 la Roccia Nera ha preso misure di disinvestimento contro cinquantatré società per imporre la sua ideologia e ne ha messo sotto osservazione altre centonovantuno, colpevoli di non avere eseguito gli ordini di Fink. Il voto per delega è la modalità con cui Black Rock prende decisioni per conto di altri, i soggetti finanziari, le aziende e gli investitori privati di cui gestisce il patrimonio. Ciò le conferisce un’enorme influenza sulla gestione. Nel 2021 ha imposto attivisti per il clima nel consiglio d’amministrazione di Exxon Mobil per spingere la compagnia petrolifera a investire in energia eolica e solare anziché in combustibili fossili. Il gigante farmaceutico Abbott Labs è stato costretto ad adottare un piano per promuovere la cosiddetta “giustizia razziale”; Black Rock ha “esortato” UPS – trasporti internazionali – a ridurre più in fretta le emissioni di carbonio e spinto Home Depot, multinazionale dei prodotti per la casa, ad aprire un’inchiesta interna sulla solita equità razziale.
La crescita dei criteri ESG è dovuta all’impulso dell’ONU all’Agenda 2030, a conferma che le organizzazioni transnazionali sono strumenti nelle mani della cupola dei padroni universali, attraverso le grandi donazioni detassate delle fondazioni dei miliardari (finanziamo noi chi lavora contro i nostri interessi e principi!) tese a imporre con il ricatto e il denaro i cambiamenti sociali, politici, strutturali utili ai loro interessi di dominio. Larry Fink è soltanto il più brutale e sincero. L’agenda ESG, manipolata da Black Rock, è in grado di determinare il controllo politico e sociale; in un video del 2017 Larry Fink lo ammise in un forum organizzato dal New York Times. “I comportamenti dovranno cambiare. Questo chiediamo alle aziende Si deve forzare il comportamento. Black Rock sta forzando i comportamenti”.
Non tutto va a gonfie vele, tuttavia: molte aziende hanno visto diminuire i profitti a causa di campagne pubblicitarie invise ai consumatori, altre sono governate con imperizia da dirigenti e consigli d’amministrazione formati con quote etniche e di “genere”. Negli Usa, specie negli Stati repubblicani, è in atto un cauto, progressivo disinvestimento da Black Rock. Se le attività di Fink entrano nel dibattito politico, è logica una reazione politica. Lo Stato della Florida ha disinvestito almeno cinque miliardi da asset controllati dalla Roccia Nera.
“I criteri ESG sono una forma di comunismo che mira a renderci tutti schiavi”, ha affermato l’ex dirigente di Anehuser-Busch (bevande analcoliche e birra) Anson Frericks, che ha criticato Fink per aver impegnato “denaro dei comuni cittadini” negli investimenti ESG obbligandoli ad abbandonare buoni affari nei combustibili fossili. L’ arroganza e l’onnipotenza di Fink hanno irritato moltissimi; la furia nell’applicazione dell’ideologia woke nel mondo degli affari è diventata insostenibile, producendo ambienti di lavoro litigiosi, dal clima irrespirabile, e prestazioni scadenti.
Ciononostante, Larry continua imperterrito a ricattare le aziende, piegandole alla sua prospettiva ideologica. La politica di Blackrock, ripete, non cambierà ed entro il 2030 (l’anno magico di Davos e dell’ONU) almeno tre quarti degli investimenti avranno l’obiettivo della drastica riduzione delle emissioni di CO2 e il conseguimento della sua agenda politico-ideologica. Con l’arroganza di chi si sente onnipotente, ha osservato che le perdite di miliardi di dollari a causa dell’imposizione dei criteri ESG non significano nulla, rispetto all’immensità del patrimonio gestito. L’ affermazione dimostra che il profitto economico non è più l’obiettivo primario degli iperpadroni, un elemento che l’opinione pubblica fatica a comprendere. Chi ha già tutto, considera il denaro solo un mezzo: aspira al dominio totalitario sul mondo e sugli uomini.
Qualche scricchiolio si fa sentire, specie tra chi ha investito nei fondi pensione, i cui rendimenti sono diminuiti significativamente anche a causa della follia ESG. Qualcuno comincia a abbandonare la barca. Vanguard, secondo fondo al mondo per capitali gestiti – settemila miliardi di dollari – si è ritirata dall’iniziativa Net Zero Asset Managers sponsorizzata dalle Nazioni Unite, abbandonata da metà dei suoi membri. “L’iniziativa Net Zero Asset Managers è un gruppo internazionale di gestori patrimoniali impegnati a sostenere l’obiettivo di zero emissioni nette di gas serra entro il 2050 o prima, in linea con gli sforzi globali per limitare il riscaldamento a 1,5 gradi Celsius; e a sostenere gli investimenti in linea con le zero emissioni nette entro il 2050 o prima.” (https://www.netzeroassetmanagers.org/).
Le regole ESG negli Stati Uniti sono al centro di una guerra politica con un livello di intensità senza precedenti. Già si intravvede la possibilità di una bolla finanziaria attorno al mercato delle energie alternative, mercato nel quale gli apostoli ESG stanno indirizzando gli investimenti. Larry Fink lamenta la politicizzazione contro i criteri ESG, come se essi stessi non fossero criteri politici: lancia il sasso, nasconde la mano, si atteggia a vittima. Tutto molto woke, l’insana ideologia dei risvegliati.
Intanto, Fink è assai concentrato sul ruolo di Black Rock in Ucraina e sull’influenza nei confronti del governo americano. Un alto dirigente di sua stretta fiducia, delegato agli investimenti sostenibili e alle strategie multi-asset, è entrato nel Dipartimento del Tesoro, divenendo responsabile delle finanze federali e del controllo sulle banche, consulente principale sulle questioni economiche relative a Russia e Ucraina.
Fink è altresì uno dei padroni del mercato immobiliare statunitense e mondiale. Il Wall Street Journal sostiene che Black Rock distorce il settore, spendendo ingenti somme per acquistare case, interi complessi, pezzi di città. Il suo obiettivo? Alzare i prezzi, rendere estremamente difficile la proprietà della casa, creando una generazione di inquilini. Il paladino della giustizia sociale espelle le classi lavoratrici da moltissimi quartieri.
L’ origine del denaro con cui il governo ucraino paga il servizio di consulenza a Black Rock – che non ha in portafogli opere di beneficenza – sono le tasse degli Stati occidentali e, soprattutto, dai contribuenti americani, costretti nel 2022 a versare tredici miliardi di dollari per lo sforzo bellico, che – parola di Biden – continuerà “per tutto il tempo necessario”. Ovvero, tutti noi stiamo finanziando Black Rock attraverso il governo Zelenski, nello stesso tempo in cui, ignorando il destino finale dei nostri risparmi, forniamo ai padroni dei fondi la liquidità necessaria per investimenti il cui scopo è espropriarci di tutto, a partire della casa. Un suicidio per ignoranza, possibile a causa della malizia dei governi e dei media, complici dell’agenda globalista che avvantaggia pochi a scapito di tutti, come ha ammesso la stessa Black Rock nelle previsioni per il 2023.
È l’agenda di Davos e dell’ONU: Grande Reset uguale grande esproprio. Non avrai nulla e sarai infelice. Consòlati con l’inclusione, la resilienza e la fluidità sessuale.
Fonte: ariannaeditrice.it