La Russia si impegna ad aiutare i Paesi africani a completare il processo di decolonizzazione
Quando si pensa alla liberazione, la prima cosa che viene in mente a molti è la causa della decolonizzazione dell’Africa, che purtroppo non è ancora stata completata del tutto. Ne consegue naturalmente che se la Russia vuole ottenere credibilità per il suo manifesto rivoluzionario globale, allora deve sostenere attivamente l’Africa nel portare finalmente a termine questo processo, ergo la promessa di Lavrov a tal fine.
Il ministro degli Esteri russo Lavrov ha pubblicato venerdì scorso, in vista della sua visita in Egitto, Etiopia, Uganda e Repubblica del Congo, un articolo in cui articola la politica del suo Paese nei confronti del continente. La parte più importante riguarda l’impegno della Russia ad aiutare i suoi partner a completare il processo di decolonizzazione. Il primo passo, a suo avviso, è già stato compiuto con la creazione di organizzazioni di integrazione regionale come la Comunità dell’Africa orientale (EAC) e l’Autorità intergovernativa per lo sviluppo (IGAD). Poi è arrivata l’Area di libero scambio continentale africana (AfCTFA), che Lavrov considera “un passo importante verso la vera indipendenza economica del continente, la sua liberazione definitiva da qualsiasi manifestazione di discriminazione e coercizione”.
Tuttavia, c’è ancora molto da fare, ed è per questo che il Ministro degli Esteri russo ha dichiarato che “siamo solidali con le richieste degli africani di completare il processo di decolonizzazione e stiamo sostenendo le iniziative pertinenti sulla piattaforma delle Nazioni Unite”. Prima di questa dichiarazione, ha ricordato l’ampio sostegno che il suo Paese ha fornito ai partner africani nel corso dei decenni in campo economico, militare e politico, suggerendo che Mosca intende far rivivere questa tradizione, anche se attraverso accordi reciprocamente vantaggiosi, invece di un’assistenza pro bono come durante l’era sovietica. Il diplomatico russo ha lasciato intendere che i progetti infrastrutturali su larga scala saranno il fiore all’occhiello in questo senso e ha rassicurato i suoi partner che le loro prossime transazioni saranno a prova di sanzioni.
L’articolo di Lavrov arriva solo due giorni dopo che il Presidente Putin ha condiviso il suo manifesto rivoluzionario globale, in cui si impegna essenzialmente a liberare il mondo intero dal giogo del Miliardo d’oro come unico mezzo realistico per garantire in modo sostenibile gli interessi nazionali del suo Stato-civiltà. Dato che molte cose (ma soprattutto non tutte) sono coordinate nel mondo della diplomazia di alto livello, non si può escludere che il leader russo abbia voluto che il suo manifesto precedesse l’articolazione più dettagliata di Lavrov nel contesto africano prima del suo viaggio nel continente. Dopotutto, quando si pensa alla liberazione, la prima cosa che viene in mente a molti è la causa della decolonizzazione dell’Africa, che purtroppo non è ancora stata completata del tutto.
Ne consegue naturalmente che se la Russia vuole ottenere credibilità per il suo manifesto rivoluzionario globale, allora deve sostenere attivamente l’Africa nel portare finalmente a termine questo processo, ergo la promessa di Lavrov in tal senso. Oggettivamente, dall’inizio dell’anno sono già stati compiuti progressi impressionanti per quanto riguarda il rifiuto dei Paesi africani di sanzionare la Russia nonostante le notevoli pressioni occidentali, che secondo il suo massimo diplomatico “merita profondo rispetto”. Va notato che anche i leader africani hanno snobbato Zelensky alla fine del mese scorso, poiché non hanno subito il lavaggio del cervello dall’ultimo culto dell’Occidente. Queste espressioni di neutralità di principio confermano la nuova sovranità rafforzata degli Stati africani in questa ultima fase della transizione sistemica globale verso il multipolarismo.
Tuttavia, le catene neocoloniali del Miliardo d’Oro sono ancora avvolte intorno alle economie di molti Paesi africani, soprattutto quelli che ancora impiegano il franco dell’Africa centrale e occidentale. Sarà estremamente difficile liberare questi Stati in particolare, ma l’esempio pionieristico della giunta maliana fa sperare in un progresso, lento e sicuro o rapido e rivoluzionario. Detto questo, è proprio a causa di queste tendenze promettenti che si teme seriamente che l’Africa occidentale diventi un importante teatro di guerra per procura nel prossimo futuro, anche se quei Paesi come il Mali che diventeranno ancora una volta vittime dell’aggressione non convenzionale occidentale potranno certamente contare sul sostegno russo in termini di formazione, logistica e intelligence.
Ciò che incuriosisce della Nuova Guerra Fredda è la sua somiglianza con la Vecchia Guerra Fredda sotto molti aspetti, come l’attenzione ai movimenti di liberazione africani, anche se in un contesto moderno. Invece di armare i combattenti per la libertà contro i loro padroni coloniali europei, la Federazione Russa si impegna ad aiutare il continente a raggiungere una vera indipendenza economica per spezzare le catene neocoloniali che continuano a privare alcuni di loro di una vera sovranità. Non c’è nemmeno più una competizione sui modelli ideologici: tutto si semplifica in termini di miliardo d’oro che fa del suo meglio per mantenere il controllo su molti Paesi africani per procura, mentre la Russia vuole semplicemente dare a quegli stessi Paesi la possibilità di determinare il proprio futuro.
Oltre all’aspetto etico di questa politica, l’altro motivo per cui la Russia la pratica è che ritiene che i Paesi veramente indipendenti si comportino in modo più prevedibile, il che a sua volta stabilizza le relazioni internazionali. Proprio come già fanno l’Etiopia e l’India, gli altri Stati del Sud globale – soprattutto in Africa – che danno priorità al perseguimento dei propri interessi nazionali (anche se non a spese di terzi) sono più facili da lavorare e più pacifici. Non sacrificherebbero mai l’energia, il cibo o la sicurezza militare del loro popolo solo per compiacere un padrone neocoloniale dall’altra parte del mondo. Facilitando la definitiva liberazione dell’Africa dal giogo economico-finanziario del Miliardo d’Oro, la Russia si assicura così che il futuro del continente corrisponda al suo pieno potenziale con il tempo.
Pubblicato in partnership su One World
Traduzione a cura di Lorenzo Maria Pacini