La risposta americana alla crescente potenza cinese
28.09.2020
All'inizio di settembre 2020, il Pentagono ha pubblicato un rapporto sullo sviluppo dei servizi militari e di sicurezza cinesi. Il rapporto è destinato al Congresso degli Stati Uniti, dove il Dipartimento della Difesa statunitense ha inviato tali rapporti negli ultimi 20 anni.
L'inizio del rapporto [1] afferma che l'Esercito Popolare di Liberazione Cinese (PLA) mira a diventare una forza militare di “classe mondiale” entro la fine del 2049, come annunciato per la prima volta dal segretario generale Xi Jinping nel 2017. E, negli ultimi due decenni, la Repubblica Popolare Cinese (RPC) ha mobilitato le risorse, la tecnologia e la volontà politica per rafforzare e modernizzare il PLA in quasi tutti i modi. Secondo le forze armate statunitensi, la Cina è già davanti all'America in alcune aree come:
> Costruzione navale: la RPC ha la più grande marina militare del mondo, con una forza di battaglia complessiva di circa 350 navi e sottomarini, inclusi oltre 130 principali combattenti di superficie. In confronto, la forza di battaglia della Marina degli Stati Uniti è di circa 293 navi all'inizio del 2020.
> Missili balistici e da crociera convenzionali a terra: la RPC dispone di oltre 1.250 missili balistici e da crociera lanciati da terra con distanze comprese tra 500 e 5.500 chilometri. Al momento, gli Stati Uniti utilizzano solo missili balistici a terra con una portata compresa tra 70 e 300 chilometri.
> Sistemi integrati di difesa aerea: la RPC dispone di una delle forze più grandi al mondo di sistemi terra-aria avanzati a lungo raggio, inclusi S-300 e S-400 di fabbricazione russa e sistemi di produzione nazionale, che costituiscono parte della robusta e ridondante architettura del suo sistema integrato di difesa aerea.
Ancora più impressionanti sono i recenti sforzi della Cina (tra cui la completa ristrutturazione del PLA in una forza in grado di svolgere operazioni congiunte) per migliorare la prontezza complessiva al combattimento del PLA, incoraggiare il PLA ad accettare nuovi concetti operativi ed espandere la presenza militare della Cina all'estero.
Il rapporto sottolinea che, nel 2019, la Cina ha deciso che le sue forze armate dovrebbero assumere un ruolo più attivo nel portare avanti la politica estera del Paese.
Rileva inoltre che la Cina sta perseguendo una strategia di sviluppo mista militare e civile. Ciò include: 1) fondere la base industriale della difesa cinese con le sue tecnologie e industrie civili; 2) integrare e utilizzare i risultati scientifici e le innovazioni tecnologiche nei settori militare e civile; 3) coltivare il talento e fondere competenze e conoscenze militari e civili; 4) inclusi i requisiti militari nelle infrastrutture civili e l'utilizzo di costruzioni civili per scopi militari; 5) utilizzare il servizio civile e le capacità logistiche per scopi militari; 6) espandere e approfondire il sistema di mobilitazione della difesa nazionale cinese per includere tutti gli aspetti rilevanti della sua società ed economia per l'uso in competizione e guerra.
Nel frattempo, gli Stati Uniti utilizzano da tempo questo approccio, che si riflette nelle strategie, nei manuali da campo e nei documenti delle rispettive organizzazioni. L'industria della difesa americana produce anche prodotti civili (Boeing è un ottimo esempio). Sebbene il sistema politico statunitense non consenta di mobilitare tutte le risorse della società in tempo di pace nell'interesse del potere, la Storia mostra che la situazione può essere molto diversa in tempo di guerra.
Gli autori del rapporto ritengono che la Cina almeno raddoppierà il suo arsenale nucleare. Al momento, la RPC ha poco più di 200 testate nucleari a sua disposizione. Per la sua deterrenza nucleare, la Cina utilizza la classica triade: sottomarini, bombardieri strategici e missili a terra. Tuttavia, sono in fase di sviluppo anche altre capacità: l'uso di missili balistici lanciati dall'aria e lo sviluppo di piattaforme marine.
L'attività all'estero della RPC è di particolare preoccupazione per gli Stati Uniti. Oltre alla sua base militare a Gibuti, la Cina sta progettando di sviluppare ulteriori strutture logistiche per supportare le sue forze armate. È probabile che questi saranno in Myanmar, Thailandia, Singapore, Pakistan, Sri Lanka, Emirati Arabi Uniti, Kenya, Seychelles, Tanzania, Angola e Tagikistan. La maggior parte di questi Paesi è anche partner degli Stati Uniti. Un cambiamento nelle priorità chiaramente non andrà a vantaggio di Washington.
Inutile dire che la capacità di eseguire un'ampia varietà di operazioni rappresenta una vera minaccia per gli Stati Uniti. Mentre la tendenza principale negli ultimi anni è stata quella di accusare la Cina di attacchi hacker, il rapporto cita piuttosto pratiche che prendono di mira le organizzazioni dei media, aziende, circoli accademici, organizzazioni culturali e varie comunità sia all'interno degli Stati Uniti che attraverso organizzazioni internazionali.
Una sezione del rapporto si occupa delle relazioni sino-russe. Il rapporto tratta anche delle esercitazioni militari congiunte, le forniture di petrolio, l’interesse per la rotta del Mare del Nord e la partecipazione a varie organizzazioni e forum come i BRICS.
Il testo contiene immagini satellitari di basi militari, nonché mappe e diagrammi che mostrano chiaramente l'architettura militare cinese.
In un'appendice, l'equilibrio militare della Cina è paragonato anche a quello di Taiwan, un sottile accenno alla necessità di seguire gli accordi di partenariato e rafforzare la propria presenza militare nella regione.
La pubblicazione del rapporto è stata preceduta dal rilascio, nel giugno 2020, di un rapporto di ricerca della RAND Corporation [2] intitolato “La Grande Strategia della Cina. Tendenze, traiettorie e concorrenza a lungo termine “, preparato da un team di autori.
Questo documento altrettanto importante è necessario per comprendere come l'establishment statunitense percepisce la Cina e le sue attività nell'arena esterna. Ma, a differenza dell'analisi abbastanza fredda del Pentagono, qui la minaccia rappresentata dalla Cina viene sottolineata con una certa emozione.
Poiché la grande strategia stessa è un processo a lungo termine, il rapporto di ricerca presenta una panoramica retrospettiva del confronto tra Stati Uniti e Cina, insieme alla percezione della Cina delle minacce poste dagli Stati Uniti e dei metodi utilizzati dalla Repubblica Popolare Cinese per combatterle.
Anche il “soft power” della Cina è considerato in dettaglio, comprese le attività degli Istituti Confucio in tutto il mondo.
Alla fine del rapporto, ci sono possibili scenari su come si svilupperà la situazione e alcune conclusioni che dovrebbero essere prese in considerazione dalle forze armate statunitensi.
Oltre alla valutazione statale della crescita della Cina che potrebbe essere sviluppata nei corridoi del potere statunitense, molti media statunitensi hanno recentemente iniziato a spaventare i loro lettori accennando ad una minaccia cinese per l'umanità.
La rivista americana Tablet [3], ad esempio, scrive: “I piani dei comunisti cinesi per screditare e smantellare i valori liberali insiti nell'architettura globale esistente sono incredibilmente ambiziosi. Immaginano una realtà futura in cui anche l'idea che la Cina potrebbe avere più successo, ricchezza o potere se fosse libera suonerebbe troppo ridicola per essere presa sul serio. Xi Jinping ha dato un nome a questo mondo futuro. Chiama questa visione ‘una comunità di destino comune per l'umanità’. Questa futura comunità di Nazioni darebbe al comunismo cinese il riconoscimento morale che ora gli è negato. Il partito-stato sarebbe lodato, secondo le parole di Xi, come un nuovo ‘contributo alla civiltà politica’ e un nuovo capitolo nella ‘storia dello sviluppo della società umana’. I blocchi di potere e le alleanze militari esistenti si dissolverebbero presto mentre i vari nazioni della Terra sono trascinate nell'orbita economica della Cina.”
Secondo l'autore, nessun Paese potrà competere con la Cina, che dimostrerà al mondo la superiorità del suo sistema socialista.
È significativo che questa pubblicazione copra ampiamente la cultura ebraica, ma, per qualche motivo, ha deciso di dare i suoi due centesimi alla Cina.
Gli Stati Uniti considerano chiaramente la Cina un partner difficile e un pericoloso concorrente. Il confronto tra i due Paesi (che è anche un fattore significativo nel processo decisionale politico degli Stati Uniti) non è nemmeno il problema. Il fatto è che la Cina è percepita come una forza che sta invadendo gli interessi globali dell'America e le sue tradizionali sfere di influenza. Ciò rischia di coinvolgere altri attori e di trasformare le tensioni in un conflitto complesso e a multilivello su scala globale.
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Articolo originale di Leonid Savin:
Traduzione di Costantino Ceoldo