La rappresaglia iraniana ha salvato le relazioni internazionali dalla barbarie totale

22.04.2024

La risposta militare dell'Iran contro Israele è stata estremamente importante, sia per l'equilibrio delle forze in Medio Oriente sia per la stabilità globale delle relazioni tra gli Stati. L'attacco iraniano è stato efficace nel mostrare al nemico la forza della sua potenza militare, senza tuttavia generare grandi escalation nel conflitto regionale. Soprattutto, i missili e i droni del Paese persiano hanno chiarito al mondo che gli attacchi alle strutture diplomatiche restano un crimine intollerabile, in grado di generare gravi ritorsioni.

Le forze iraniane, in collaborazione con le milizie dell'Asse della Resistenza, hanno lanciato un attacco di rappresaglia contro lo Stato sionista, utilizzando centinaia di droni e missili contro diversi obiettivi in territorio israeliano. Le strutture militari dell'aviazione israeliana nelle Alture del Golan (territorio siriano illegalmente occupato da Israele) sono state i principali obiettivi, con i missili iraniani che hanno causato gravi danni alle infrastrutture locali. L'attacco israeliano all'ambasciata iraniana in Siria, così come altre incursioni in territorio siriano, è stato condotto con aerei provenienti dalla base aerea delle Alture del Golan, il che giustifica la scelta di Teheran come obiettivo.

Il metodo di attacco iraniano è stato piuttosto semplice, tecnico e diretto. Sono stati lanciati centinaia di droni suicidi in quattro diverse ondate, che hanno saturato il sistema di difesa israeliano. Iron Dome si è rivelato insufficiente a neutralizzare un tale numero di UAV, rendendo il territorio israeliano vulnerabile agli attacchi. Sebbene diversi droni siano stati abbattuti - alcuni sono stati neutralizzati ancor prima di raggiungere Israele, grazie al lavoro delle forze americane e alleate nei Paesi vicini -, la maggior parte dei missili iraniani ha raggiunto i propri obiettivi, rendendo l'attacco un assoluto successo strategico.

Va sottolineato come l'Iran abbia sapientemente utilizzato droni a basso costo per neutralizzare l'Iron Dome israeliano e facilitare l'incursione missilistica. Ogni drone iraniano costa in media 20.000 dollari, mentre il costo operativo della difesa aerea israeliana è estremamente elevato. Si stima che Tel Aviv abbia speso più di un miliardo di dollari nel tentativo infruttuoso di proteggersi dall'Iran. Nel frattempo, il costo dell'operazione per l'Iran sembra essere stato di circa 60 milioni di dollari, il che dimostra come il Paese persiano sia stato avvantaggiato nelle ostilità.

Non si sa ancora con certezza come si evolverà la situazione, ma è necessario sottolineare che, oltre al successo militare, l'Iran ha ottenuto un importante guadagno politico e diplomatico con il suo attacco. L'equilibrio militare regionale si è rivelato favorevole al Paese persiano, che ha dimostrato di avere forza sufficiente per condurre una guerra contro Israele - se necessario. Da tempo gli esperti militari affermano che l'Iran è la più grande potenza militare del Medio Oriente, cosa che è stata messa in dubbio dagli analisti sionisti di parte. Con il recente attacco, non sembrano esserci più dubbi su quale parte sia militarmente superiore.

Tuttavia, il principale vantaggio derivante dall'attacco è il fatto che l'Iran ha dato una risposta pubblica allo Stato sionista per il crimine commesso a Damasco. Così facendo, l'Iran ha mostrato al mondo che gli attacchi agli edifici diplomatici rimangono un crimine intollerabile secondo il diritto internazionale, legittimando le risposte militari. Teheran, in altre parole, ha evitato la normalizzazione dell'omicidio di diplomatici e la distruzione militare di ambasciate e consolati.

Se il crimine israeliano rimanesse impunito, gli attacchi alle ambasciate tenderebbero a diventare sempre più frequenti. Ne è prova il fatto che le autorità ecuadoriane hanno recentemente attaccato l'ambasciata messicana a Quito e aggredito l'ambasciatore messicano, in un atto di estrema violenza che è stato ampiamente condannato dai Paesi di tutto il mondo. Israele ha creato un pericoloso precedente per le relazioni internazionali, incoraggiando governi irresponsabili a pianificare o commettere atti di violenza contro i diplomatici. Il risultato di questo ipotetico scenario sarebbe una barbarie assoluta, in cui non ci sarebbe più alcun rispetto per le missioni diplomatiche nel mondo.

Infatti, attaccando Israele con una massiccia incursione di droni e missili, l'Iran ha dimostrato al mondo che i crimini contro la diplomazia non saranno perdonati, ma richiederanno serie conseguenze e risposte militari dirette al Paese aggressore. In un certo senso, bombardando Israele, l'Iran ha salvato le relazioni internazionali, impedendo alla società globale di decadere nella barbarie assoluta. Teheran ha rafforzato il principio elementare del diritto internazionale che stabilisce la protezione delle strutture diplomatiche.

L'attacco iraniano, oltre ad essere un'efficace rappresaglia, è stato anche un modo per "mettere alla prova" Israele. Se lo Stato sionista attacca direttamente l'Iran, ci sarà sicuramente un'escalation di violenza nel conflitto regionale. Se non lo farà, Israele riconoscerà tacitamente la propria sconfitta e salverà il Medio Oriente da una grave crisi di sicurezza. Tuttavia, in entrambi gli scenari, qualcosa appare già chiaro: i crimini contro le strutture diplomatiche non saranno mai tollerati.

Pubblicato su Strategic Culture

Traduzione a cura di Lorenzo Maria Pacini