Davanti al palco delle autorità locali per ben tre ore, ininterrottamente, ha sfilato solo la popolazione civile. Alla sfilata, infatti, hanno preso parte tutte le realtà sociali della DNR: le numerose rappresentanze sindacali, dai minatori, ai giuristi, ai medici… le varie associazioni di categoria, le scolaresche, anche diverse associazioni sportive, palestre di karate, box, ginnastica artistica, pattinaggio, danza… tantissimi i giovani. Hanno sfilato anche delegazioni arrivate da tutte le altre città della DNR: Gorlovka, Debalzevo, Makeevka.. ognuna con colori e costumi a tema specifici, il tutto tra majorette, danze in costume, palloncini colorati, bandiere della DNR dalle tre fasce: rosso, blu e nero, russe e sovietiche e musica patriottica.
In piazza Lenin, di fianco all'omonima grande statua, è stato persino allestito uno schermo gigante per dar a tutti la possibilità di vedere il corteo. Nella più grande esultanza tutti hanno festeggiato la propria neo-Repubblica. Una grande festa civile, la festa del "popolo" del Donbass.
I festeggiamenti sono poi continuati il pomeriggio nel teatro della città. Gli ospiti dell'Ossezia del Sud hanno entusiasmato il pubblico con un loro balletto in costume tradizionale di straordinaria dinamicità e bellezza.
La delegazione italiana ha donato al presidente Zakharchenko la sacra icona della Madonna del Perpetuo Soccorso (laminata in oro e argento e incisa a mano), con l'augurio che la protezione divina possa sempre sostenere la nuova repubblica e tutto il suo popolo. Zakharchenko, ringraziando di cuore, visibilmente commosso, si è fatto il segno della croce chinando il capo davanti all'icona.
La storia procede inesorabile attraverso la sua interminabile sequenza di cause-effetti.
Per la gente del Donbass l'Ucraina appartiene ormai al passato: la Crimea è diventata la parte della Russia, le regioni secessioniste di Lugansk e Donetsk sono già "de facto" indipendenti da Kiev e sono sicuri che indietro non si tornerà.
Al di là della cornice ideologica in cui ci si vuole posizionare, la questione di fondo è che a Donetsk, è nato e si sta formando un nuovo Paese, che lo si voglia, o non lo si voglia riconoscere. Parlarne o non parlarne non cambia la realtà di fondo, questa ormai è storia.