Katehon : Il futuro della Libia? Caos organizzato da occidente
E’ in corso a Tunisi, fino a domani, un importante incontro tra i ministri degli esteri dei paesi confinanti con la Libia per cercare di raggiungere una comuna linea di azione nei confronti di questo paese devastato da una sanguinosa guerra civile. In una dettagliata analisi la rivista russa di geopolitica “Katehon” punta il dito sulle responsabilità delle potenze occieentali per il caos libico. “L’origine del caos esistente e della guerra civile in Libia è la cosiddetta “primavera araba” esplosa cinque anni fa – scrive il think-tank russo -. Iniziata a Bengasi (inizialmente i manifestanti non erano più di cinquecento in tutto) la rivolta contro il regime di Muhammar Gheddafi è poi rapidamente e sospettosamente degenerata in un conflitto armato con l’esercito e il numero dei manifestanti è aumentato di dieci volte nel giro di pochi giorni. La NATO ha interferito nel conflitto, cercando di eliminare una volta per tutte la posizione anti-imperialista e pan-arabista di Gheddafi. La cosiddetta “primavera araba” è stata quindi un piano dettagliato delle potenze occidentali divenute egemoni dopo la Seconda guerra mondiale”. Secondo “Katehon”, la NATO aveva tre nemici principali: l’Unione Sovietica, il mondo islamico e la Cina. “Le potenze occidentali hanno distrutto l’Unione Sovietica, e poi cominciato a combattere contro i musulmani in Afghanistan, Pakistan, Iraq, Siria, Yemen, Libia, Bosnia e Nigeria. Tutto ciò che è accaduto in questi paesi non è stato casuale. Ahmed Gheddafi, il fratello del desposto e assassinato leader libico Muhammar, l’Occidente vuole controllare la regione e nasconde questa ambizione utilizzando il concetto di democrazia”.
Il 19 marzo 2011, dopo che il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite aveva adottato una risoluzione speciale sulla creazione di una no-fly zone in Libia, gli stati membri dell’Alleanza (in particolare l’allora presidente francese Nicolas Sarkozy, attivamente impegnato contro il regime di Gheddafi, ha sostenuto i ribelli libici e ha cominciato ad attaccare militarmente le forze di Gheddafi. Otto mesi più tardi, i ribelli catturarono Gheddafi, che aveva governato il paese per più di trent’anni, e lo giustiziarono senza processo. “Dopo la cacciata del governo di Muammar Gheddafi nel mese di ottobre 2011 – continua “Katehon” -, vennero fromati due governi in Libia: 1) uno nella città di Tobruk, 2) il Congresso Nazionale islamico a Tripoli. La rimozione di Gheddafi ha segnato l’inizio di una sanguinosa guerra civile e cinque anni di instabilità politica, trasformando la Libia in un paese con diverse entità statuali indipendenti, molte delle quali hanno una propria ideologia islamista. Questa instabilità politica ha permesso islamisti a rafforzare enormemente la loro posizione nella regione; La Libia divenne a poco a poco una delle più grandi roccaforte nello Stato islamico(Isis) e in Al Qaeda in Nord Africa”. Pessimista il commento finale degli analisti russi: la Libia continuerà ad essere immersa in un “caos controllato”. Da chi? Dalle stesse potenze che hanno scatenato la “primavera araba”.
(agiellenews.it)