Islanda, NATO e prospettiva di neutralità

13.03.2019
Mentre la lotta tra le Potenze di Terra e le Potenze di Mare continua in tutto il mondo, sta accadendo qualcosa di interessante in Islanda, che è servita come importante punto geostrategico nella periferia atlantica fin dalla seconda guerra mondiale.

Durante la seconda guerra mondiale l'esercito americano stabilì una stazione aerea navale sull'isola che fungeva da centro per il flusso di rifornimenti e personale per gli sforzi bellici alleati in Europa. Dopo la conclusione della guerra, l’America se ne andò. Nel 1949 l'Islanda divenne un membro fondatore della NATO e due anni dopo i soldati americani furono stanziati permanentemente sull'isola come parte della strategia di contenimento contro l'URSS ed i suoi alleati.

Dopo il crollo dell'Unione Sovietica nei primi anni '90 furono presi i primi provvedimenti per rimuovere la presenza di personale militare straniero dal territorio islandese e nel 2006 le ultime truppe americane lasciarono l'isola.

Attualmente, l'Islanda è l'unico stato membro della NATO senza un esercito permanente, ma la sua forza risiede nella sua posizione strategica al centro del "divario GIUK", oltre ad essere vicina all'Artico che le conferisce un grande valore geopolitico.

La NATO conduce ancora esercitazioni militari dall'Islanda con l'ultima operazione Trident Juncture che si è svolta nell'autunno del 2018 e che comprendeva anche il territorio norvegese. Sono stati coinvolti circa 50.000 soldati di 29 stati membri della NATO. Le esercitazioni nei pressi dell'Artico sono il risultato di un rinnovato interesse da parte delle potenze atlantiste nel monitoraggio e contenimento della presenza russa e cinese nella regione del Nord Atlantico.

Considerando queste cose, è interessante notare che l'attuale Primo Ministro d'Islanda, Katrin Jakobsdottir del Movimento Sinistra Verde, ha espresso pubblicamente [l’idea] che il suo partito preferirebbe vedere il suo paese lasciare la NATO in favore della neutralità. Katrin Jakobsdottir ha detto: “La posizione del mio partito è che siamo contrari all'appartenenza dell'Islanda alla NATO” [...] “Tuttavia, siamo l'unico partito nel parlamento islandese a detenere questa posizione e l'Islanda ora ha una politica di sicurezza nazionale che è passata attraverso il Parlamento nel 2016. Noi - come partito della Sinistra Verde - riconosciamo che c'è una forte maggioranza in Islanda a sostegno della nostra appartenenza alla NATO, ma non favoriamo ad esempio l'idea di una presenza militare permanente qui in Islanda” (Breum: 2 novembre 2018).

Questa posizione di un importante politico islandese dovrebbe essere apprezzata da coloro che cercano di limitare l'area periferica dell'egemonia atlantica. Inoltre, se la posizione pacifista del Movimento Sinistra Verde potrebbe guadagnare più seguaci tra la popolazione e contribuire a influenzare gli altri partiti politici verso la neutralità, è probabile che l'Islanda potrebbe diventare la "Svizzera del Nord" e funzionare come una zona cuscinetto nordica tra “Atlantico occidentale” e “Continentalismo euroasiatico”.

Fonti:

Breum, Martin. “L'Islanda è la chiave per la NATO - ma il primo ministro islandese è preoccupato per la militarizzazione nell'Atlantico del Nord”. Arctic Today, 2 novembre 2018. Web. 3 novembre 2018. https://www.arctictoday.com/iceland-key-nato-icelands-prime-minister-worries-militarization-north-atlantic/

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Articolo originale di Mads Jacobsen:

https://www.geopolitica.ru/en/article/iceland-nato-and-prospect-neutrality

Traduzione italiana di Costantino Ceoldo – Pravda freelance