Il volano delle repressioni interne di Washington
Il 21 agosto 2024, il New York Times ha pubblicato un lungo materiale sul fatto che il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti ha avviato un'indagine su cittadini americani che avevano legami con le reti televisive statali russe. Per fare questo, l'FBI ha fatto irruzione nelle case di due persone che sono noti commentatori, al fine, come si dice, “di smussare i tentativi di influenzare le elezioni di novembre”.
Gli autori menzionano solo due persone piuttosto note al pubblico russo: l'ex ispettore delle Nazioni Unite per gli armamenti e critico della politica estera americana Scott Ritter e il presentatore televisivo Dimitri K. Simes, consigliere della prima campagna presidenziale dell'ex Presidente Donald Trump nel 2016.
I procuratori non hanno annunciato accuse contro nessuno dei due uomini, anche se la polizia ha sequestrato i telefoni cellulari, i computer e i dischi rigidi di Scott Ritter. In precedenza, mentre cercava di lasciare gli Stati Uniti per partecipare al Forum Economico Internazionale di San Pietroburgo, gli è stato ritirato il passaporto durante il controllo passaporti in aeroporto.
Il New York Times riporta che “per la terza volta, secondo i funzionari e le dichiarazioni pubbliche, l'apparato di propaganda del Cremlino si è gettato dietro la candidatura del signor Trump, creando testate giornalistiche online e video falsi per denigrare il Presidente Biden e, più recentemente, la signora Harris”. L'indagine finora si è concentrata su potenziali violazioni delle sanzioni economiche imposte alla Russia dopo la sua invasione dell'Ucraina e su una legge che richiede la divulgazione delle attività di lobbying per conto di governi stranieri. L'indagine del Governo è politicamente difficile e ripropone il dibattito furiosamente partigiano sull'influenza della Russia nella campagna presidenziale del 2016. Prendendo di mira gli americani che lavorano con organizzazioni giornalistiche, anche se gestite dallo Stato, l'indagine potrebbe anche scontrarsi con la protezione del Primo Emendamento sui diritti di libertà di parola”.
In effetti, tali intrusioni nella privacy dei cittadini americani rappresentano chiaramente uno strumento di repressione e di dura censura. Anche se, parlando del Primo Emendamento della Costituzione degli Stati Uniti, i rappresentanti della società civile sono stati ripetutamente messi a tacere - sia gli studenti che protestavano contro le azioni di Israele in Palestina, sia i giornalisti che coprivano vari argomenti da un'angolazione indipendente o che criticavano le azioni della Casa Bianca.
La pubblicazione distorce chiaramente i fatti sulla vittoria che si vorrebbe vedere a Mosca. Il Presidente russo Vladimir Putin ha detto in modo inequivocabile nel febbraio 2024 che la vittoria di Joe Biden sarebbe preferibile, a quanto pare, a causa della sua politica fallimentare in tutte le direzioni, che ha allontanato molti Stati dagli Stati Uniti e li ha spinti a collaborare con la Russia.
Ma il portavoce dei globalisti neoliberali preferisce presentare le proprie argomentazioni in linea con le narrazioni politicamente corrette gradite al governo e ai media oligarchici aziendali, che rappresentano solo un ulteriore strumento di potere e manipolazione sia sui propri cittadini che sugli stranieri.
Tra l'altro, gli stessi autori hanno scritto a luglio di alcuni bot filorussi che utilizzano l'intelligenza artificiale per diffondere la propaganda sui social network. Non solo i servizi speciali degli Stati Uniti, ma anche Paesi partner come il Canada e i Paesi Bassi sono stati coinvolti nella lotta contro di loro. Poi, su richiesta del Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti, sono stati chiusi ben 968 account non autentici su X (ex Twitter).
Tornando alle recenti incursioni dell'FBI, si sa che “Ritter, che ha viaggiato in Russia e nelle parti occupate dell'Ucraina a gennaio, ha detto che il mandato di perquisizione della sua casa faceva riferimento a un'indagine che riguardava il Foreign Agents Registration Act, la legge federale che richiede agli americani di rivelare le attività di lobbying e politiche per conto di governi stranieri”.
Per quanto riguarda Dimitri Simes, “è indagato, tra gli altri reati, per violazione dell'International Emergency Economic Powers Act, la base legale per imporre sanzioni economiche”.
Tuttavia, ora lo stesso Simes si trova in Russia e non rischia di essere incarcerato. Se il Dipartimento di Giustizia decide di adottare misure severe nei suoi confronti, è improbabile che Mosca lo estrada negli Stati Uniti. Anche se i suoi beni potrebbero essere sequestrati. Tra l'altro, Simes è stato in passato un consulente di Richard Nixon e in seguito ha lavorato presso il suo centro analitico, istituito nel 1994. Ma ora, a causa di una certa moda e tendenza alla russofobia, è caduto in disgrazia presso l'establishment americano.
È ovvio che lo “Stato profondo” ha visto alcuni tentativi di cospirazione nelle azioni di questi due cittadini statunitensi, che sarebbero state attuate insieme ai servizi speciali russi. Sebbene tali ragionamenti speculativi non dovrebbero avere conseguenze legali, negli Stati Uniti, che, come dicono gli stessi americani, sono “la terra delle opportunità”, esiste anche un'opportunità del genere.
Cosa potrebbe nascondersi dietro questi attacchi e perché sono diventati possibili? Quali sono le ragioni oggettive di questo comportamento della macchina punitiva?
Innanzitutto, non solo la coscienza dei politici locali e delle forze di sicurezza, ma anche la gente comune ha una matrice cospirativa. E non è nemmeno iniziata negli anni della Guerra Fredda, ma già dopo la conquista dell'indipendenza dalla Gran Bretagna e dal XVIII secolo, il tema della cospirazione era diventato un mezzo comunemente usato per spiegare i processi politici.
Solo in seguito apparvero le spie sovietiche, gli UFO, le cospirazioni dei massoni e delle società segrete, i progetti segreti della CIA (che, tra l'altro, ebbero effettivamente luogo), così come i rettiliani e, più recentemente, gli agenti cinesi, iraniani, nordcoreani e russi.
In secondo luogo, occorre ricordare le varie strutture di lobby e il lavoro dei comitati di azione politica, che sono degenerati in fabbriche di troll e sono diventati più coinvolti nelle PR nere, piuttosto che nella pubblicità delle prodezze dei propri candidati. E per le elezioni di novembre, alcuni vogliono eliminare il maggior numero possibile di opinionisti indipendenti. Tuttavia, a giudicare dalla campagna elettorale in corso, entrambe le parti non esitano a versare barili di liquame l'una sull'altra, nella speranza di denigrare la parte opposta e, quindi, conquistare i voti degli elettori.
In terzo luogo, sullo sfondo del degrado intellettuale negli Stati Uniti, che si manifesta soprattutto nell'attuale Partito Democratico al potere (e Joe Biden agisce come simbolo di demenza), questo Paese manca chiaramente di razionalità, di una certa sanità mentale, se parliamo in termini di Aristotele (questo è il modo in cui definiva la conoscenza pratica - fronesis nel suo libro “Etica Nicomachea”: il necessario per il processo decisionale quotidiano, in contrapposizione alla saggezza più astratta di cui parlavano Platone e Socrate).
È chiaro che gli Stati Uniti stanno prendendo le decisioni sbagliate in questo momento. E questo vale non solo per il caso di Ritter e Simes, ma anche per l'agenda politica e internazionale più ampia.
Articolo originale di Leonid Savin:
Traduzione di Costantino Ceoldo