Il Parlamento UE arma l'aggressore di Antifa contro il governo ungherese
Il Parlamento europeo è stato accusato di aver escluso l'Ungheria da una sessione plenaria a Strasburgo lunedì, quando gli eurodeputati liberali hanno tentato di strumentalizzare il processo di una militante Antifa arrestata a Budapest l'anno scorso in un attacco allo “Stato di diritto” contro il governo Fidesz del Paese.
Il caso di Ilaria Salis, militante di sinistra di origine italiana, detenuta e in attesa di giudizio per il suo ruolo in molteplici aggressioni contro attivisti di destra, è balzato all'attenzione internazionale la scorsa settimana, con le ONG e persino il governo italiano che hanno contestato il fatto che la 39enne sia stata portata con le braccia e le gambe legate davanti a un giudice di Budapest con l'accusa di aver provocato lesioni personali gravi. https://twitter.com/laszloan/status/1752787017593708800
Insieme a due cittadini tedeschi, Salis è stata accusata di aver partecipato a una serie di attacchi a colpi di martello e manganello a Budapest nel febbraio 2023. Gli aggressori hanno preso di mira persone che ritenevano di “estrema destra” in base alla loro scelta di abbigliamento. Salis rischia una condanna fino a 11 anni, poiché la scorsa settimana si è dichiarata non colpevole davanti al tribunale di Budapest.
Nonostante i funzionari ungheresi sostengano che abbia mentito quando ha testimoniato sul suo presunto ruolo negli atti di violenza politica premeditati che i suoi colleghi hanno contribuito a filmare, Salis è diventata un motivo di vanto tra i progressisti anti-Fidesz nel tentativo di creare un cuneo tra il governo conservatore italiano e quello ungherese.
I presunti maltrattamenti subiti da Salis, in particolare l'incatenamento in aula, hanno scatenato un dibattito al Parlamento europeo lunedì, con la commissaria Mairead McGuinness che ha rivelato che l'UE sta attualmente spingendo per una forma più indulgente di arresti domiciliari per la militante di sinistra incarcerata.
La McGuinness ha anche ventilato la possibilità di una “procedura d'infrazione”, mentre l'eurodeputato italiano di Fratelli d'Italia Pietro Fiocchi ha bollato l'intero dibattito come una mera “scusa per attaccare l'Ungheria” da parte delle forze di sinistra all'interno del Parlamento europeo, sostenendo che il governo italiano stava già “tirando fuori tutti gli strumenti” per un trattamento equo di Salis.
Rispondendo alle affermazioni secondo cui il suo governo sarebbe negligente nel trattamento dei prigionieri, l'eurodeputato di Fidesz Enikő Győri ha criticato la fissazione con Salis come un tentativo di attaccare il governo ungherese. Si è inoltre chiesto perché all'Ungheria non sia stato concesso il tempo necessario per rispondere alle accuse mosse contro il Paese.
Alle osservazioni di Győri ha fatto eco l'eurodeputato del Rassemblement National Jean-Lin Lacapelle, che ha chiesto se l'UE si sarebbe preoccupata dello stesso benessere dei nazionalisti se questi avessero attraversato i confini per attaccare attivisti di sinistra.
Le politiche conservatrici dell'Ungheria hanno spesso provocato attacchi da parte degli eurocrati con il pretesto dello “Stato di diritto”. Si moltiplicano le richieste di ricorrere alla procedura dell'articolo 7 per privare Budapest dei suoi diritti di voto.
Il declino delle relazioni UE-Ungheria è stato oggetto di intrighi mediatici la scorsa settimana, quando documenti trapelati hanno rivelato piani per sabotare l'economia ungherese.
Traduzione di Costantino Ceoldo