Il moderno populismo

06.03.2017

Ultimamente gli intellettuali europei discutono di un nuovo concetto politico che sta diventando sempre più rilevante: il momento populista.

Essi sono preoccupati per un verso dagli Schmittiani di sinistra come Chantal Mouffe, per l’altro dal brillante ideologo dei conservatori europei della “Nuova Destra”, la più formidabile ed influente figura intellettuale europea, il filosofo Alain De Benoist. Sia destra che sinistra pubblicano testi dedicati al momento populista, offrendo entrambi differenti interpretazioni, ragionamenti e predizioni per il futuro.

Ma cos’è il momento populista?

In primo luogo, è l’emergere di leader politici che sono diventati estremamente popolari facendo appello alle grandi masse senza preoccuparsi della coerenza ideologica della propria piattaforma e delle proprie posizioni. Prima di tutto ci sono Putin e Trump, le cui opinioni sono difficili da classificare nelle normali categorie di destra, sinistra, ecc. Questi leader capiscono e sentono la società, ciò che vuole in realtà, ciò che cerca, ciò che pensa, ciò di cui ha paura, e rispondono a queste aspettative direttamente, senza preoccuparsi di sistematizzare il tutto. E questo funziona sempre meglio. Che sia per una mera casualità o per un errore nel sistema, questa è diventa gradualmente la tendenza. Dopo Trump, questa è già una realtà globale che non può essere ignorata.

In secondo luogo, è una crisi della democrazia liberale. Ovunque tenti di agire direttamente e insistere apertamente sui suoi valori ideologici — i diritti umani, la politica di genere, il cosmopolitismo, la società aperta, la globalizzazione, ecc. — i suoi rappresentanti sono costantemente in difficoltà. Il liberalismo controlla ancora molti settori come la finanza globale, i grandi media globali, la cultura, l’istruzione, la tecnologia, ma nella società nei fatti è già stato respinto. La “Fine della Storia” non c’è stata e lo stesso Fukuyama, come un perdente totale, ora borbotta che gli Stati Uniti sono uno stato fallito. Il Liberalismo è morto. Ma non sono stati i suoi vecchi nemici*, Comunismo e Fascismo, ad averlo sconfitto, bensì qualcosa di nuovo. Il Populismo. Qualsiasi populista, sia di destra che di sinistra, oggi vince contro qualsiasi liberale.

In terzo luogo, e questo è più importante, è l’emergere di un nuovo soggetto nel primo piano della politica, un nuovo fenomeno: il Popolo, da cui il populismo. Il popolo è assente nelle ideologie della Modernità. Non c’è un popolo nel liberalismo, il cui soggetto principale è l’individuo. Non nel comunismo, il cui soggetto è principalmente la classe. Né nel fascismo, in cui l’accento è posto sullo stato. Tutto questo rimane nel XX secolo. Ora da dietro l’angolo si sta mobilitando qualcosa di totalmente dimenticato o mai considerato: il Popolo. Questo non è la semplice somma di individui, classi o cittadini con passaporto e permesso di soggiorno. È qualcosa di vivo, organico, intero, in continua evoluzione e che sfugge a rigorose definizioni. Il popolo vive più a lungo rispetto alle persone. Ha altri cicli e altre scale. Crede nel mito ed è scettico verso la scienza. Anche se il popolo è codardo, è ammirato da intrepidi eroi. E anche se è corrotto, ama sinceramente la bellezza. E oggi questo Popolo entra in attiva contraddizione con l’attuale sistema politico.

Il popolo non è né di destra né di sinistra. Il popolo è contemporaneamente per l’ordine e per la libertà, per uno stato potente e per la giustizia sociale, per la forza e per la festa continua. Il popolo unisce facilmente gli opposti senza neanche accorgersene. Il popolo vive secondo una particolare logica che non ha nulla a che fare con la normativa delle moderne scienze politiche o sociologia. Il popolo non è mai ciò che gli altri pensano di lui. Non si presta a essere calcolato o contato. Procede da una logica diversa rispetto a quella dell’Illuminismo e delle società della Modernità. In un certo senso è molto antico, questo Popolo. Si nutre di distillati di eternità.

Il popolo come concetto politico appare oggi come opposizione al liberalismo. I liberali gridano alla minaccia fascista o fascio-comunista e non sono in grado di capire l’essenza del momento populista, che interpretano attraverso vecchi cliché. Ecco perché stanno perdendo. Ecco perché sono condannati.

Eppure entrambe la sinistra e la destra sono unanime nel dire che è solo un momento, un periodo limitato di tempo, una specie di quantum nel movimento storico. Nessuno può dire con certezza se il Popolo e di conseguenza il populismo sarà un sistema, un programma, una strategia o solo una correzione temporanea sulla via della globalizzazione liberale. I globalisti hanno avuto il loro momento nei primi anni ’90 — il momento unipolare. Per trent’anni hanno rovinato tutto ciò che potevano, trasformando la globalizzazione e mondo unipolare in una schifosa caricatura. Lo stesso hanno fatto con la democrazia i riformatori in Russia negli anni ’90. Ora sta arrivando un altro momento — i popoli appaiono sulla scena della storia mondiale. Questa è una chance, un rischio, una responsabilità, e una sfida. Ma questo è il nostro momento. Non sfruttarlo sarebbe un vero e proprio reato.

 

Sì, è così, non approfittare di questo momento populista sarebbe sciocco e anche criminale. Ma c’è un crimine che ancora non abbiamo commesso? Ahimè, tutto riposa sulle nostre spalle. E tuttavia, questa è una splendida opportunità aperta per una vera alternativa, una alternativa russa.

Il traduttore: Donato Mancuso