Il “G19” e gli Stati Uniti
- Il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti, nel commentare la riunione tenuta sulla Siria nell’ambito degli incontri del G20, ha dichiarato che i negoziati sono falliti e che la tutta situazione non ha senso. Però il nostro ministro degli Esteri ha detto che, nonostante il fatto che non sia stato trovato l'accordo, le trattative proseguono. Qual è il mistero, se c’è?
Leonid Reshetnikov: Il segreto c’è, ed è che siamo davvero determinati a dare una soluzione al problema siriano. Credo che gli Stati Uniti, in realtà, non siano determinati a risolvere questo problema, e cioè essi sono determinati sì, ma a prendere decisioni che vadano solo nella direzione del loro interesse. Il loro primo interesse è quello di rovesciare il governo di Assad e, a quanto pare, dividere la Siria in tre o quattro sotto-unità territoriali, da chiamarsi poi “Stati indipendenti”. E’ dunque molto difficile trovare un compromesso con loro, trovare una soluzione comune. I nostri appelli a combattere l’ISIS e gli estremisti vengono formalmente ascoltati, ma in realtà sono in contrasto con le loro vere aspirazioni.
- Perché la Russia non è soddisfatta dall’eventuale divisione della Siria in diversi Stati?
Leonid Reshetnikov: Non siamo per nulla soddisfatti di questa linea degli Stati Uniti intenta a creare il caos in tutte le regioni del mondo. Creare quattro Stati siriani sarebbe un passo verso questa direzione, si tratterebbe - come diciamo spesso - di un “caos controllato”, in cui gli Stati Uniti controllano il mondo. Ogni Paese che rafforza la propria sovranità e indipendenza provoca l’irritazione degli Usa. Essi hanno bisogno di Paese deboli. Pertanto la Siria, che ha svolto un ruolo indipendente in Medio Oriente, è un ingombro. La Siria come Stato indipendente ha cercato dapprima il sostegno della Russia, poi della Turchia ma mai degli Stati Uniti. Pertanto, gli statunitensi tendono a creare numerosi “Stati a sovranità limitata”, semi-protettorati, come la Libia, la Macedonia ecc. - secondo una politica del "divide et impera". Ma dopo la Siria può essere il turno della Turchia. Se il territorio della Siria sarà diviso in zone a influenza curda, sunnita e sciita, il passo successivo sarà lo smembramento della Turchia. E, a quanto pare, nei piani statunitensi c’è questa opzione. Ecco perché Erdogan è così preoccupato, e non solo per il tentativo fallito di ‘colpo di Stato’. Il ‘colpo di Stato’ ha dimostrato che gli Stati Uniti sono in grado di strappare il controllo della Turchia al rispettivo governo. Lo Stato iracheno sulla carta esiste, nella realtà no. La Libia è divisa. In Egitto sono falliti i tentativi di ottenere un protettorato. Poi sarebbe la volta del Caucaso... Per noi è estremamente dannoso il costituirsi attorno al nostro Paese di una zona di instabilità cronica.
- La fredda accoglienza riservata in Cina per il G20 a Barack Obama e alla delegazione statunitense non può essere attribuita solo ad un “errore”. Gli “errori” in avvenimenti importanti come il vertice del G20 sono inaccettabili, soprattutto in materia di un protocollo-chiave di sicurezza come l’uso della scaletta per la discesa dall’aereo presidenziale.
Leonid Reshetnikov: In Cina questi errori non ovviamente sono previsti. Tali “errori”, se ci sono, sono un chiaro segno di punizione. Credo che sia stata una risposta alla dichiarazione di Obama secondo la quale la Cina dovrebbe "dimostrare meno forza in ’ direzione sud’ [la presenza e il confronto militare tra Usa e Cina nella zona del Mar Cinese Meridionale]". La presentazione della scala al portellone di uscita dell’aereo è stata fatta secondo il protocollo delle autorità cinese. Questo non è un errore e sono registrate le parole del capo cinese del protocollo, che ha dichiarato: "Questo è il nostro Paese e questo è il nostro aeroporto", in risposta alle parole di un’addetta statunitense: "Questo è il nostro Presidente e questo è il nostro aereo". "Questo è il nostro Paese" indica chiaramente che tutto il necessario è stato fornito. Io penso che per qualsiasi Presidente responsabile che vada in visita in qualsiasi Paese straniero sono inammissibili tali dure dichiarazioni . Ma per gli americani non ci sono limiti, hanno un’etica molto poco sviluppata. Essi credono di essere un grande Paese e possono permettersi di fare qualsiasi commento. Ultimamente hanno ricevuto risposte dirette a queste loro buffonate.
- Ma tutto questo accade solo da due o tre anni a questa parte. In passato questo sarebbe stato impensabile: tutti in silenzio si inchinavano al ‘padrone’ e tutto finiva lì.
Leonid Reshetnikov: Questo accade non solo perché Obama è "un'anatra zoppa" [cioè un Presidente a fine mandato] e per questo se ne va. Gli Stati Uniti da un lato sono indeboliti, dall’altro il pervertimento di questo Presidente insignito del Premio Nobel per la Pace, che ha organizzato diversi ‘colpi di Stato’, omicidi ecc., ha raggiunto il punto più alto. C’è inoltre da registrare il rafforzamento delle posizioni della Cina, della Russia e di altri Paesi, così come lo sviluppo del blocco BRICS. Questo rappresenta una speranza per i piccoli Paesi, mostrandosi come un polo alternativo di attrazione rispetto agli Stati Uniti. Di conseguenza, alcuni Paesi sono diventati più coraggiosi nel denunciare le storture di questo sistema di governo.