Il discorso di Gianluca Savoini sul Forum Antiglobalization a Mosca

27.09.2016

Amici e colleghi, buongiorno.

Voglio innanzitutto ringraziare gli organizzatori di questo convegno per aver invitato ad intervenire l’ Associazione culturale Lombardia Russia e sono sicuro che da questo meeting noi potremo ricevere interesanti valutazioni geopolitiche provenienti da tutto il mondo.

La nostra associazione è nata nel febbraio del 2014, pochi giorni prima del colpo di stato a Kiev. E fin da subito, già nel marzo 2014, noi siamo stati al fianco del popolo di Crimea che attuava il sacrosanto principio di autodeterminazione, abbandonando un regime, quello ucraino, che aveva immediatamente mostrato il suo vero volto: antidemocratico, antirusso, filomondialista.

Siamo quindi molto felici di essere qui a Mosca oggi, in un convegno in cui si parla di mondo multipolare e di principio di autodeterminazione dei popoli.

Impegni inderogabili mi impediscono di essere qui personalmente, ma il vicepresidente Gianmatteo Ferrari, che cortesemente legge questo mio saluto, rappresenta il pensiero e la visione dei fondatori di Lombardia Russia e dei suoi iscritti e sostenitori, che crescono giorno dopo giorno.

La nostra opera è soprattutto culturale e informativa, cerchiamo di veicolare notizie che generalmente I mass media italiani, asserviti ai diktat del potere globalista, non pubblicano e spesso smentiscono. Anche se, alla lunga, la verità viene a galla. Cultura e informazione, quindi, ma anche supporto politico, mantenendo sempre ben salda la nostra identità originaria.

Abbiamo stretto un rapporto proficuo e attivo con la Lega Nord, che grazie anche ai nostri contatti in Russia, ha portato il leader Matteo Salvini ad essere ricevuto e applaudito da tutta la Duma, ad intrattenere incontri e accordi politici con esponenti governativi e istituzionali, fino all’incontro con il presidente Vladimir Putin. Con Salvini ho fatto parte della prima delegazione ufficiale europea che si è recata in Crimea pochi mesi dopo il vittorioso referendum di autodeterminazione e ricordo la meravigliosa ospitalità e accoglienza ricevuta dal presidente Aksionov e da tutto il governo crimeano a Simferopoli, proprio due anni fa di questi tempi. E presto ci torneremo volentieri, dagli amici della Crimea russa.

Il Nuovo Ordine Mondiale che qualcuno voleva instaurare dopo il crollo del Muro di Berlino e la fine dell’Unione sovietica non ha funzionato perche non poteva funzionare. Era basato sulle teorie globaliste e ultraliberiste di Francis Fukuyama, quello che parlava di ‘fine della storia’ dopo il 1989. Secondo lui, sconfitto il fascismo nel 1945 e il comunismo nel 1989, sarebbe iniziata una nuova età dell’oro, l’era del liberalismo trionfante. Naturalmente sotto la guida “illuminata” delle corporations dell’alta finanza internazionale, che ha in New York e Washington le loro Betlemme e Nazareth. Per mantenere questo Nuovo ordine mondiale unipolare servivano evidentemente anche i nemici, perché senza nemici (veri o presunti) un sistema basato essenzialmente sul capitalismo più estremo e sulla globalizzazione più spinta, non può stare in piedi, perché la popolazione non accetterebbe un simile sistema che impoverisce tutti arricchendo pochissimi eletti.

Ecco così la teoria adatta alla bisogna: quella di Samuel Huntington, dal titolo molto diretto: The crash of civilizations, lo scontro di civiltà. Teorizzato pochi anni prima dell’11 settembre 2001, lo ‘scontro tra civilta’ ha messo di fronte l’Islamismo all’occidentalismo (ripeto: occidentalismo, non cristianesimo, in quanto l’Occidente di oggi è assolutamente decristianizzato, e in molti casi anche anticristiano: pensiamo alle manipolazioni genetiche, ai matrimoni gay, agli uteri in affitto a due persone dello stesso sesso, all’emarginazione della fede cristiana in tutti i consessi internazionali).

È ormai rispauto che Al Qaeda è stata una creazione Americana, fatta per colpire i russi in Afganistan a vantaggio di Washington, ma per anni tutti scrivevano e dicevano che la minaccia di Al Qaeda e di Bin Laden era rivolta soprattutto contro gli USA (e contro la povera Europa vassalla di Washington).

Sappiamo che anche l’Isis è stato finanziato dall’Occidente per abbattere il regime di Assad in Siria, grande ostacolo geopolitico alle mire del Nuovo ordine unipolare, salvo poi incendiare tutto il Nord Africa e il Medio oriente. Gli ‘apprendisti stregoni’ americani hanno causato danni enormi con le loro iniziative atte a riaffermare un mondo unipolare che ormai non esiste più.

E non esiste più grazie soprattutto ad una Russia che, avendo assaggiato le velenose ricette occidentali durante il disastroso periodo di Boris Eltsin, ha avuto la forza di trovare l’antidoto e rinascere dalle ceneri. Questo antidoto si chiama Vladimir Putin. Putin incarna lo spirito della nuova Russia che, pur nella modernità, si riallaccia alle radici tradizionali della sua storia profonda e le radici profonde, diceva Tolkien, non gelano. Dietro a Putin, il popolo russo. Fiero della sua storia, fedele alla sua religione e alla sua chiesa ortodossa che nemmeno la ferocia atea del bolscevismo è riuscita a piegare. Un popolo, quello russo, che si può definire nicianamente ‘inattuale” rispetto alle greggi dell’occidente senza anima, senza identità, senza sovranità.

Noi siamo felici di essere qui in Russia oggi, perché da veri europei sentiamo che la vera Europa è qui. Un’Europa dei popoli liberi, un’Europa che non vuole essere invasa da ondate migratorie scatenate dalle politiche vergognose globaliste che cercano manodopera a basso costo da schiavizzare (e li chiamano profughi!).

Un’Europa che non vuole perdere la propria identità e per farlo deve tornare ad essere sovrana sia a livello monetario (basta con l’euro che arricchisce solo I grandi banchieri)sia a livello militare, sia a livello economico (non deve votare assolutamente a favore del TTIP, per esempio). Per tornare ad essere vera Europa, io credo che si debba innanzitutto uscire dall’Unione europea, seguendo l’esempio della Gran Bretagna. Dopo di che, va costruita una Europa federale delle nazioni e dei popoli.

Concludendo, spero vivamente che convegni come questo di oggi possano aiutare tutti i popoli liberi a cercare la loro via nazionale allo sviluppo e al benessere, senza dover continuare ad essere soggiogati da strutture sovranazionali di massoni e banchieri che hanno i loro maggiordomi e servi nei partiti (di destra tecnocratica o di sinistra mondialista non importa) che governano attualmente in quasi tutta Europa.

I segnali di riscossa sono chiari e serpeggiano un po' ovunque. Sta a tutti gli uomini liberi raccoglierli e raccogliere il guanto di sfida che ci presenta questo difficile ma decisivo momento sotrico.

Viva la Russia, viva l’Europa dei popoli!

Gianluca Savoini

Presidente Associazione culturale Lombardia Russia