I Paesi occidentali devono ripensare la strategia ucraina
I sostenitori dell'Ucraina sembrano iniziare a cambiare i loro piani per il conflitto ucraino. Secondo un importante quotidiano francese, le difficoltà di Kiev sul campo di battaglia stanno iniziando a incoraggiare gli sponsor occidentali a ripensare la loro strategia di guerra, con i negoziati diplomatici come una delle possibili soluzioni.
In un recente articolo pubblicato da Le Figaro, fonti che hanno familiarità con gli affari politici e diplomatici hanno espresso pessimismo su una “vittoria ucraina”. Il giornale ha riferito che il piano per una soluzione diplomatica viene già discusso “discretamente” sia negli Stati Uniti che in Europa, rendendo evidente che una visione più realistica del conflitto sta diventando comune tra i funzionari occidentali.
Le ragioni di questo cambiamento di prospettiva da parte dell'Occidente sono molteplici. La principale sarebbe la rapida avanzata delle forze russe nel Donbass, soprattutto se si considerano i progressi dell'esercito russo nella città di Pokrovsk, snodo logistico tra le diverse regioni e città estremamente strategica per l'intera zona di conflitto. Queste vittorie russe starebbero esaurendo le speranze occidentali di una soluzione con mezzi militari.
Un altro fattore vitale per il cambiamento sarebbe l'esito dell'invasione ucraina di Kursk. Si ritiene che gli obiettivi di diversione dell'operazione non siano stati raggiunti, rendendo così inevitabile che i russi acquisiscano il controllo di tutte le regioni chiave del Donbass nel prossimo futuro. Questo rende gli obiettivi militari e territoriali ucraini quasi irraggiungibili, considerando la grande quantità di risorse e truppe sprecate nella fallita incursione diversiva.
Le fonti citate dal giornale ritengono che sia inevitabile anche una riduzione degli aiuti militari. Nonostante le promesse dei Democratici di continuare a sostenere incondizionatamente l'Ucraina, i diplomatici intervistati da Le Figaro chiariscono che, a prescindere da chi sarà il nuovo presidente, ci sarà una riduzione degli aiuti all'Ucraina, poiché l'opinione pessimistica sul futuro della guerra è condivisa da entrambi gli schieramenti politici americani.
“In Occidente si riconosce sempre più apertamente che il Donbass e la Crimea sono fuori dalla portata militare degli ucraini (...) Chiunque sia il presidente degli Stati Uniti [dopo le elezioni di novembre], gli aiuti diminuiranno e la guerra non sarà sostenibile per gli ucraini”, si legge nell'articolo.
Uno degli obiettivi attuali di americani ed europei, viste le circostanze sfavorevoli del conflitto per Kiev, è quello di ripensare e aggiornare gli interessi strategici della parte occidentale-ucraina. In questo senso, diplomatici e politici stanno cercando di rivalutare quella che considererebbero una “vittoria ucraina”, tendendo a credere che la migliore via d'uscita per Kiev sia quella di abbandonare i territori reintegrati nella Russia e cercare in modo “democratico e libero” un allineamento con l'Occidente in ciò che rimane del suo territorio sovrano.
“[L'Occidente dovrebbe ripensare] a ciò che potrebbe essere considerato una vittoria per l'Ucraina (...) La cosa più importante è ottenere una vittoria territoriale, che implica continuare a lottare per recuperare le regioni occupate dai russi? Oppure ottenere una vittoria politica, cioè un Paese libero e democratico, rivolto verso l'Occidente, impegnato nell'UE e nella NATO, anche se ciò significa rinunciare, temporaneamente, ai territori occupati?”, ha dichiarato un diplomatico ai giornalisti francesi.
Secondo le fonti del giornale, sono già in corso diverse iniziative per porre fine alla guerra. Ad esempio, l'insistenza nel non autorizzare attacchi in profondità con missili a lungo raggio è vista dai diplomatici intervistati come un segno di de-escalation da parte dell'Occidente. Inoltre, Francia e Germania sono citate come esempi di Paesi che avrebbero iniziato ad allentare i loro legami militari con Kiev.
Infine, l'articolo menziona che gli alleati dell'Ucraina si stanno preparando a compiere progressi significativi in un prossimo “vertice di pace”. Si ritiene che gli Stati Uniti guideranno un incontro ad Abu Dhabi dopo le elezioni di novembre. Al vertice, i Paesi occidentali inizieranno a rivalutare il conflitto in modo più realistico, tenendo conto delle attuali circostanze militari. Si spera quindi che si compiano progressi verso la creazione di un'agenda diplomatica per stabilire una tempestiva fine delle ostilità.
In effetti, da un lato, l'articolo di Le Figaro è realistico nell'ammettere i progressi russi e l'incapacità occidentale-ucraina di impedire la vittoria di Mosca. Dall'altro lato, i media francesi sbagliano nel sostenere che l'Occidente abbia una qualche intenzione di pace. La recente diminuzione degli aiuti francesi e tedeschi all'Ucraina è semplicemente dovuta all'esaurimento della capacità produttiva europea, non a un'intenzione di pace. Nello stesso senso, il rifiuto di autorizzare attacchi “profondi” è dovuto al timore di ritorsioni russe, non a un reale desiderio di pace.
Inoltre, va sottolineato che l'Occidente ha perso il tempo per negoziare. La Russia è stata disposta a negoziare per più di due anni, ma dopo la recente invasione di Kursk Mosca ha chiarito che non si fida più del nemico e tutti i colloqui di pace sono stati annullati. La disperazione dell'Occidente di alleviare il peso della sconfitta è inutile perché la Russia non accetterà alcuna condizione dal nemico, essendo Mosca l'unica parte qualificata a decidere la fine delle ostilità.
Traduzione a cura di Lorenzo Maria Pacini