I falsi tribunali del MEK per deviare il principio dei diritti umani
La storia oscura del gruppo terroristico del MEK è iniziata molto prima dei loro falsi tribunali, come quello contro il diplomatico iraniano Asadullah Asadi e Hamid Nouri. Questo gruppo ha compiuto molti attacchi terroristici contro il proprio Paese, l'Iran. Negli anni '80 hanno ucciso 12 mila persone innocenti, tra cui molte donne e bambini ed ha anche ucciso 4000 curdi iracheni nel 1991, su ordine diretto del dittatore iracheno Saddam. Questo mentre il MEK veniva addestrato dall'Estekhbarat (servizio segreto iracheno) di Saddam Hussein e successivamente dal MOSSAD israeliano nella raccolta di informazioni e nelle operazioni segrete. Grazie a questo addestramento, il gruppo, oltre ai suddetti atti terroristici, ha condotto diverse operazioni sotto bandiera falsa in tutto il mondo per dimostrare che l'Iran ne era responsabile, come l'attentato del 1994 al centro della comunità ebraica di Buenos Aires: in seguito a ricerche approfondite, le prove dimostrano il coinvolgimento in questa operazione di quattro alti ufficiali dell'intelligence Mojahedin, ma il MEK l'ha comunque diffusa sotto la falsa propaganda che l'Iran fosse responsabile. Allo stesso modo, nei recenti disordini in Iran, il gruppo MEK ha ucciso diversi rivoltosi e ha attribuito la colpa di queste morti all'esercito iraniano; tuttavia, con l'arresto degli assassini, è emerso chiaramente che avevano ricevuto ordini diretti dal MEK per inasprire la situazione nel Paese.
Nella discussione sui falsi tribunali fatti da questo gruppo, abbiamo assistito anche a molti casi, come quello di Asadullah Asadi, un diplomatico iraniano, che è stato arrestato in Germania con la falsa accusa di aver attentato raduno del MEK in Francia, mentre nella sua auto o nella sua casa non è stata trovata alcuna prova di un crimine. A questo proposito, è stato inviato in Belgio per il processo, dove è stato condannato a 20 anni di carcere. Ora anche Hamid Nouri è sotto processo per le esecuzioni dei membri terroristi del MEK nel 1988, mentre all'epoca non era coinvolto nell'emissione dei verdetti dei membri del MEK. In sostanza, ci troviamo sempre di fronte ad una doppia politica occidentale quando abbiamo a che fare con la Repubblica islamica dell'Iran.
Come tutti abbiamo sentito, nel mondo vengono sempre adottate e attuate molte politiche basate su un doppio standard, che in molti casi vengono semplicemente ignorate e le comunità internazionali e i media cercano di chiudere gli occhi quando le affrontano. In una visione generale, forse l'essenza della questione può essere espressa secondo questa frase stereotipata in modo tale che “il fine giustifica i mezzi”, cioè, in alcuni casi, il comportamento dei Paesi occidentali di fronte a due eventi identici che accadono in due luoghi diversi, è completamente diverso e a volte contraddittorio: una di queste politiche a doppio standard è il falso tribunale.
Il caso di Hamid Nouri è attualmente alla sesta sessione della Corte d'Appello, mentre il signor Nouri, che non gode dei diritti più elementari di un prigioniero e non può contattare la sua famiglia, è stato condannato all'ergastolo. Ha chiesto più volte il permesso di parlare e difendersi in tribunale, ma si è trovato di fronte a un ordine negativo da parte del giudice e alla fine è stata emessa questa ingiusta sentenza. Nella Corte d'appello, la cui sesta sessione si è tenuta lunedì 23 gennaio 2023, l'avvocato svedese Hamid Nouri ha presentato le sue difese.
La difesa dell'avvocato di Hamid Nouri nella sesta sessione della Corte d'Appello
Nella sesta sessione della Corte d'Appello, Thomas Bodström, l'avvocato svedese di Nouri, ha espresso preoccupazione per la condanna all'ergastolo di Nouri e ha affermato che questa sentenza avrà un effetto negativo sulle relazioni tra i due Paesi, Iran e Svezia.
L'avvocato di Hamid Nouri, Thomas Bodstrom, ha dichiarato: “In casi simili, come le uccisioni in Ruanda, è stato possibile indagare sulla scena del crimine all'interno del Paese e gli organi di governo hanno avuto un'ampia collaborazione, ma in questo caso non è possibile indagare sulle prove del crimine”. Per questo motivo, sembra strano emettere un verdetto senza avere prove solide e definitive.
Ora l'avvocato di Hamid Nouri sta cercando di dimostrare che il MEK ha tradito il proprio Paese nell'operazione Forough Javidan, durante la quale ha affrontato un pesante contrattacco da parte delle forze armate iraniane nell'operazione Mersad e questa operazione è stata sia un tradimento in condizioni di guerra sia un attacco terroristico armato contro il proprio Paese e, secondo le leggi internazionali dell'epoca, il tradimento contro il Paese in tempo di guerra è punibile con la morte, nel qual caso sarà questo gruppo terroristico a dover rispondere di crimini terroristici e tradimenti davanti al tribunale internazionale svedese.
I procuratori svedesi hanno chiesto l'arresto e il processo di Hamid Nouri su pressione del gruppo terroristico Mujahedin-e Khalq (MEK) e si sono appellati al principio giuridico della “giurisdizione universale”. Il principio della “giurisdizione universale” permette che i crimini più importanti, come i crimini di guerra e i crimini contro l'umanità, siano indagati nei tribunali di altri Paesi, indipendentemente dal luogo in cui il crimine è stato commesso e dalla nazionalità dell'accusato o delle vittime.
Diamo ora un'occhiata ai documenti dell'avvocato svedese del signor Nouri. Thomas Bodström, che insieme a un altro avvocato di nome Hannah Larson è entrato nel processo d'appello come nuovo avvocato di Hamid Nouri il 13 settembre 2022, oltre ad avere 32 anni di esperienza legale, è stato Ministro della Giustizia svedese dal 2000 al 2006 e ha già partecipato a due casi di principio di giurisdizione universale.
Thomas Bodström ha già partecipato a due casi di applicazione del principio di giurisdizione universale. Nel caso del detenuto ruandese Clover Brinkindi (2016-2017), Bodstrom è stato il legale di quattro dei ricorrenti. Nel caso del detenuto ruandese Theodore Tabaro (2018-2019), Bodstrom è stato l'avvocato difensore di Tabaro in tutte e tre le fasi del processo, della corte d'appello e della Corte Suprema e ha avuto un enorme impatto sul processo.
Traduzione di Costantino Ceoldo