Gli Strumenti spirituali della Lotta Eurasiatista: La Preghiera Infuocata di San Luigi Maria Grignion di Montfort
Presentazione
Sono passati più di cinquant’anni dalla commemorazione che lo studioso, intellettuale ed esperto di runologia Gianni Vannoni (1949-2017) fece di San Luigi Maria Grignion di Montfort nel trecentesimo della sua nascita, proponendo per la rivista domenicana di Ascetica e Mistica un breve articolo introduttivo – che qui ripubblichiamo espunto dalla maggior parte delle Note documentali da lui rigorosamente prodotte di solo interesse specialistico, nel cui caso rimandiamo al testo originale in Nota – e una sua personale traduzione dal francese della famosa Preghiera Infuocata del santo bretone – di cui ci siamo permessi invece qui di rimodernare il contenuto attraverso una versione alternativa attuale di area tradizionale, per renderlo più fruibile ai lettori appassionati di spiritualità [1].
San Luigi Maria Grignion di Montfort (1673-1716) è indubbiamente il santo più escatologico della Modernità. Alla prima impressione, egli sembra un cristiano antico paracadutato dall’Alto Medioevo nel cuore dell’età barocca con tanto di lorica cuneata, spadone e ascia, ma non è così. La sua spiritualità, le sue visioni del futuro circa la lotta finale tra la Donna vestita di Sole e il Leviathan, i suoi rudi modi apostolici di agire durante la Missioni che il Vannoni ci richiama, ci ricordano che se nelle classi dominanti dell’Alto Clero, della Nobiltà e della sempre più rampante e sostitutiva Borghesia, il processo di decadimento che dall’antropocentrismo narcisista e neopagano del Rinascimento giunge fino all’effemminato e lascivo mondo del Rococò francese era ormai dominante, nel Popolo invece sebbene influenzato dai costumi mondani delle classi agiate, lo spirito cristiano delle origini e della Cristianità medievale resisteva ancora. Una resistenza popolare attiva che si manifestava nei diritti storicamente acquisiti e nelle costumanze etniche locali, nella fedeltà all’Anno liturgico coi suoi sentiti adempimenti penitenziali e di gioia popolare durante le festività religiose e civili. Una resistenza al male del secolo, sostenuta dall’indefessa opera spirituale di eremiti, monaci, preti e curati di campagna, i quali in modo individuale o congregato, spingevano con fermezza e soavità lo stesso Popolo cristiano oltre la corruzione mondana verso il traguardo finale della Vita eterna, facendogli ancora respirare il profumo di Dio che come l’aria penetrava ogni cosa.
Il Montfort agisce come un autentico iconoclasta della vita mondana, delle mode, dello spirito borghese e violentemente anticristiano che imperversava sotterraneamente e cominciava ad emergere attraverso le Logge massoniche nella Francia dell’epoca, con il chiaro scopo di allontanare i cristiani dalla Fede, additando loro come giustificazione la corruzione e l’incoerenza di parte dell’Alto Clero e della Nobiltà. Tale spirito dissacratore, alimentato dai falsi lumi dell’Encyclopédie di Diderot e D’Alembert, nei suoi estremi che vanno da De Sade a Voltaire diventerà il cliché esistenziale nel nuovo mondo nato dalla Rivoluzione francese, il mondo del liberalismo, di cui oggi, dentro la mefitica e gelida liquefazione del Postmoderno, siamo costretti a viverne gli esiti ultimi e paradossali di ordine totalitario, attraverso il dominio dell’Illuminismo nero che ha piegato l’Occidente ai suoi voleri e tenta attualmente di puntare all’egemonia planetaria.
Col suo modo di vivere, di agire e di comportarsi, San Luigi Maria Grignion di Montfort può essere certamente raffigurato come un Soggetto Radicale ante litteram, una sua prefigurazione, così come tale paragone può venire attribuito ad altri santi di orientamento escatologico, vissuti in ogni tempo nella Chiesa d’Oriente e d’Occidente nell’attesa del Ritorno del Verbo incarnato. Il Montfort, con la sua arcaica ed arcana violenza spirituale non si sposta mai dal suo centro, dal nucleo essenziale della sua fede nella Tradizione del Cristo e ci ricorda quello che scrive Aleksandr Dugin a proposito del Soggetto Radicale:
«Il Soggetto Radicale è immortale, attraversa la morte e costituisce la radice del soggetto normale — è un Sole Nero situato nell’abisso più profondo e interiore. È un soggetto apofatico (termine che indica il non-ancora-manifestato) situato all’interno del soggetto positivo, di cui costituisce la radice immortale, invisibile e indistruttibile. (…) A differenziarlo dal mondo circostante è il fatto che, nella modernità, mantiene intatte le proprie qualità interiori, come se si trovasse nello spazio della Tradizione: è una specie di angelo perduto». [2]
La mentalità tipicamente intransigente del Montfort, comune ai tempi d’oro della Cristianità medioevale, oggi la possiamo ritrovare visibilmente solo nelle altri grandi religioni così come viene vissuta all’interno dei loro stessi paesi d’origine, pur tra le difficoltà imposte dalla pressione ateistica del globalismo. Tacciata di integralismo e di fondamentalismo dal totalitarismo massonico-liberale, resa ridicola e additata al disprezzo nelle sue pratiche esteriori – tranne se mostrate in modo new age le più disparate devozioni di un buddhismo all’occidentale che poco ha a che fare con il vero insegnamento del Buddha –, in realtà questa mentalità intransigente, persa da quasi tutti i cattolici d’Occidente dopo la svolta propinata dal Concilio ecumenico Vaticano II, torna ad essere centrale nel tempo odierno. Infatti, con l’avvento della visione geopolitica multipolare degli Stati-Civiltà ideata dalla Quarta Teoria Politica e realizzata dall’estesa alleanza del BRICS, viene recuperata nel senso della Tradizione la parte costitutiva spirituale e/o filosofico-etica (come nel caso della rinascita “voluta” del Confucianesimo nella Cina comunista), la quale torna ad essere il centro, il cuore, l’anima dei Popoli, finalmente liberi o che si stanno liberando dal giogo dell’imperialismo americano, dal potere del dollaro, dalle influenze di sfruttamento coloniale francesi nel continente Africano.
Vi consegniamo questo prezioso documento, necessario alla Lotta Eurasiatista per tornare ad avere una mentalità Arya intransigente come quella del grande uomo di Bretagna, il Santo di Montfort, ossia una weltanschauung che non vuole cedere sui principi. Per non indulgere invece ad una concezione riduttivamente estetica o falsamente iniziatica del futuro Imperium, che non coinvolga la vita personale ma resti solo un puro esercizio intellettuale o una oscura liturgia prometeica di pochi, rinchiusa tra le quattro mura di circoli esoterici di individui che credendosi superuomini, disprezzano il volgo ma non fanno niente per migliorare sé stessi e la Terra dei Padri. Perché l’Imperium esige volontà di conversione individuale e collettiva: per essere nuovamente Popolo e Popoli che scelgono liberamente di camminare sulla Via di Dio, per essere nuovamente Popolo di Dio. La vera iniziazione, infatti, la vera gnosi, la conoscenza superiore passa attraverso la conversione a Dio, rinnegando il proprio ego per far nascere l’uomo nuovo in Cristo, usando i mezzi di tale iniziazione che nella visione della Tradizione cristiana sono: preghiera profonda, meditazione, ascesi e, soprattutto l’aiuto dello Spirito Santo attraverso la lettura della Sacra Scrittura e l’alimento spirituale dei Sacramenti, che ci condurranno alla vera gnosi. Perché la vera gnosi coincide comunque solo con la santità, sia essa cristiana, filosofica, ermetica, alchemica o di qualsiasi altra religione storica, perché essere santi vuol dire vivere alla presenza di Dio e fare la sua volontà, lì dove l’Essere si rivela nel Dasein attraverso l’Evento, e il Dasein contemplando l’Essere nell’Evento si apre all’Essere e lo lascia vivere in sé…
Vi esortiamo anche a trovare nel contenuto spirituale della Preghiera Infuocata, in cui viene invocata dal Montfort l’avvento di un Era dello Spirito Santo, quegli elementi interiori ed escatologici che produssero nelle popolazioni indoeuropee la conversione al Logos. Il quale prima attraverso i suoi Apostoli e i suoi martiri e poi per mezzo dei suoi monaci itineranti, venne ad annunciare che il volto di Dio è quello di essere il Padre. Permettendo così la nascita graduale della Cristianità, o meglio dell’Europa cristiana che, anche solo per una decina di secoli, restò unita come “un cuor solo e un’anima sola” dalla Sicilia alla Scandinavia e da Lisbona a Mosca, i cui estremi congiunti formarono la grande Croce e l’Aquila bicipite di tanti regni cristiani e dei due grandi Imperi Russo e Romano-Germanico, il primo erede della magnificenza di Bisanzio e il secondo delle glorie di Roma, sotto l’Imperium dello Spirito Santo.
René-Henri Manusardi
Gianni Vannoni: La preghiera infuocata di S. Luigi Maria Grignion di Montfort a trecento anni dalla sua nascita: 31 gennaio 1673
Predicando una volta in Bretagna, S. Vincenzo Ferreri predisse la venuta di un missionario poderoso, «che l’Onnipotente farà nascere in tempi ancor lontani». Quasi tre secoli erano trascorsi, e nessuno pensava ormai a quella profezia, quando nacque nella cittadella bretone di Montfort, dalla nobile famiglia dei Grignion, uno dei missionari più travolgenti che il Signore abbia mandato sulla terra: S. Luigi Maria. Settantasette anni dopo la sua morte, egli trascinava sempre il cuore dei Vandeani, che nel 1793 ingaggiavano battaglia contro le armate “infernali” della Rivoluzione al canto degli inni religiosi composti e insegnati da lui [3]. La vita di questo Santo si presenta, a chi vi si affacci, come la vetrata di una cattedrale gotica: istoriata di narrazioni meravigliose, risplendente di colori vividi e forti, tutta intrisa di una luce soprannaturale. Diremmo che è un Santo d’altri tempi, se i Santi non fossero al di sopra del tempo, fissi come aquile nel fulgore di Dio, e se il suo tempo non fosse tragicamente simile al nostro, come il nostro segnato dal marchio dello scisma latente e dell’eresia palese.
Il fatto è che S. Luigi Maria aveva molto timor di Dio, ma nessun timore del mondo. Fin dall’adolescenza lo dimostra: avendo trovato nella biblioteca paterna un libro cattivo, lo getta nel fuoco sfidando l’ira del collerico genitore. Poi, da studente, patisce serenamente lo scherno dei saputelli che alla Sorbona lo vedono inginocchiarsi ogni volta, all’inizio e alla fine delle lezioni, per pregare la SS. Vergine di fargli ritrovare Gesù fra i dottori. Ma è nella maturità, durante le missioni, che la sua santa violenza si dispiega magnificamente. Una domenica d’agosto del 1707 giunge a Moncontour, e trova la piazza del paese invasa da una folla di ragazze e giovanotti intenti alle danze. I primi a farne le spese sono i suonatori: il Santo afferra gli strumenti musicali e li scaglia per terra. Poi, Rosario alla mano, s ’inginocchia dicendo: «Chiunque è del partito di Dio faccia come me». Qualcuno non lo prende sul serio, però pensa bene di ricredersi appena il Montfort balza di nuovo in piedi e ripete il suo invito. Allora nessuno più ride, ma tutti prendono la via della chiesa; e il Santo ottiene dal sindaco la promessa di sanzioni penali contro chi volesse persistere nel vizio di organizzare pubblici balli nel giorno del Signore. Così S. Luigi Maria iniziò la missione di Moncontour, offrendo una fonte inesauribile di meditazione a quei mestieranti in clergyman che usano un’orchestra pop come il ritrovato più furbesco per attirare i giovani in chiesa [4].
La missione di Moncontour è una delle tante, e gli esempi si potrebbero moltiplicare. A Nantes il Santo si gettò in mezzo a una mischia di soldati e di artigiani che si picchiavano furiosamente; e dopo aver separato i contendenti provvide a eliminare la causa dello scandalo: un tavolo da gioco, che fracassò a pedate. La missione di Saint-Donatien era minacciata da un partito di opposizione, una congrega di fannulloni e di “spiriti forti” che si riunivano in una taverna presso la chiesa. Il Santo si reco là dentro, si inginocchiò giusto il tempo di scandire un’Ave Maria, poi si alzò, distrusse l’orchestra e rovesciò i tavoli in un rovinio di bottiglie e di bicchieri. Gli avventori lo affrontarono a mano armata; San Luigi Maria protese le braccia impugnando il Crocifisso e la corona del Rosario: fuga precipitosa degli “spiriti forti”. Un’altra volta decise di por fine alla cattiva abitudine di tener fiera la domenica. Allora organizzò una processione di penitenti che recitando il Rosario si avviarono alla fiera; giunti sul posto, a un cenno del Santo si avventarono sulle bancarelle e fecero il deserto. Anche stavolta il metodo si rivelò efficace; infatti da quel giorno si ritenne opportuno riservare la domenica agli esercizi di pietà.
La santa violenza del Montfort derivava certamente dal suo temperamento, ma era sempre il fuoco della fede ad innescare quel deposito umano di dinamite. Si aggiunga che il Signore lo proteggeva visibilmente. Durante la missione di Bréal un energumeno reagì ai suoi rimproveri brandendo un’accetta; il Santo si gettò in ginocchio e offrì la testa per ricevere il martirio: l’empio inveiva e sbraitava, ma non riusciva a menare il colpo, poiché le sue braccia rimanevano paralizzate. I miracoli non si contano, nella vita di San Luigi Maria. Ne descriveremo alcuni, il primo dei quali è dedicato ai parroci che hanno cura di trasformare l ’immagine di Dio in quella di un dolciastro Babbo Natale. Era il 24 dicembre del 1712 e il Santo missionario si trovava a Esnandes. L’albergo del Palais Royal, assai prossimo al luogo dove si doveva piantar la Croce, rigurgitava di gente che banchettava allegramente, in tempo di digiuno ed astinenza. Il Santo si recò dall’albergatore, certo Morcant, per fargli presente la sua responsabilità in quella grave sconvenienza; ma gli affari sono affari, e l’uomo rispose con un’alzata di spalle. San Luigi Maria si inginocchio un momento; poi, rialzatosi, disse: «Disgraziato, fai pure. Perirai miserabilmente tu e tutta la tua famiglia». Non dovette passare molto tempo perché Morcant fosse colpito da paralisi, con un tremito continuo che gli valse il nomignolo di “tremolante”. Sua moglie si abbandonò al vizio del bere e fini nella vergogna. I figlioli vissero nel disonore finché non si spense con loro il casato dei Morcant. Presso il popolo il Palais Royal cambio il suo nome con quello di Albergo della maledizione, e quando fu crollato ci si affrettò a benedire la nuova casa sorta sul luogo.
Un altro miracolo del genere avvenne durante la missione di Saint- Christophe-du-Ligneron. Un usuraio di nome Tangaran era rimasto colpito dalle parole del Montfort, che lo aveva confessato, tanto da invitarlo a casa per distruggere tutti i suoi contratti di strozzinaggio. Però quando il Santo si recò dall’usuraio lo trovò di tutt’altro parere, grazie agli argomenti che la moglie nel frattempo aveva ampiamente illustrato. «Ecco!», disse S. Luigi Maria, «la voce di una donna è dunque capace d’impedirvi d seguir la coscienza?». Ma prima di andarsene aggiunse: «Voi siete attaccati ai beni della terra e disprezzate i beni del cielo; i vostri figli non faranno buona riuscita, non lasceranno discendenza; diverrete miserabili e non avrete neppure il necessario per pagarvi il funerale». La donna dalla lingua pronta replico: «Oh! Ci resteranno almeno trenta soldi per pagarci il suono delle campane». «Ed io vi dico», rispose il Santo, «che non sarete neppure onorati dal suono delle campane al vostro funerale». Tutto si compì. I loro figli si sposarono, ma non ebbero prole. Il denaro male accumulato si dissolse, per lasciar posto alla miseria più nera. La moglie di Tangaran mori nel 1730, l’usuraio nel 1738, ma tutti e due il giovedì santo, con funerale il venerdì, nel tempo che le campane sono legate.
II terzo miracolo che vogliamo raccontare è legato invece alla salvezza di un’anima, alla misericordia piuttosto che alla giustizia di Dio. Accadde durante la missione di Vallet, nel 1708, quando una donna andò a confessarsi dal Montfort senza tuttavia trovare la forza di dichiarare tre peccati di particolare bruttezza. Essa non si era vergognata a commetterli, ma si vergognava ora a confessarli, per via dell’amor proprio. Il Santo non disse nulla; le diede soltanto un fazzoletto, con preghiera di lavarlo. La donna lavò e strofinò più e più volte, ma non riuscì a togliere tre macchie che parevano indelebili. Allora comprese, tornò al confessionale e vinse l’amor proprio; dopo di che bastò bagnare il fazzoletto perché delle macchie non restasse traccia.
Ma la luce soprannaturale che circonfonde S. Luigi Maria promana specialmente dalla SS. Vergine, verso la quale il Montfort ebbe una devozione così intensa da associare per sempre al proprio il nome di Lei. Tutti i suoi biografi parlano a più riprese dei colloqui ch’egli aveva con una bellissima Signora biancovestita, che stava librata in aria: una volta è un ragazzo a vederlo, un’altra un contadino, un’altra ancora un mercante di bestiame… La fedeltà a Maria, insieme con quella all’Arcangelo Michele, è la caratteristica fondamentale della spiritualità monfortana. «Quando mi accingo a dare una missione in qualche luogo», diceva il Santo, «il demonio mi precede sempre; ma quando arrivo sono sempre il più forte perché ho Maria e S. Michele Arcangelo con me». Al ritorno da Roma, dove il Papa lo aveva nominato missionario apostolico, San Luigi Maria si recò in pellegrinaggio al Mont-Saint-Michel «per pregare il Santo Arcangelo di ottenergli la grazia di conquistare anime a Cristo». Nelle missioni la devozione al Principe delle milizie angeliche veniva curata con la fondazione di una confraternita di «Soldati di San Michele», quella alla Madre di Dio con la recita quotidiana del Rosario e con la «santa schiavitù d’amore». Nella fedeltà alla creatura angelica e alla umana che più sono fedeli a Dio, il Montfort, bonus miles Christi, propugnava l’unità indissolubile di fides e di fidelitas; concezione, questa, che trovava il suo sigillo nel rinnovamento delle promesse battesimali, atto centrale e impegno solenne di ogni missione.
Del resto S. Luigi Maria, per la sua stessa nascita profetizzata da S. Vincenzo Ferreri, è un simbolo incarnato della fedeltà di Dio, che mantiene sempre le promesse fatte per bocca dei suoi Santi, malgrado il trascorrere del tempo e la contraria parvenza. Nel Trattato della vera devozione alla Santa Vergine, il Montfort ha consegnato una profezia, come chi, dopo aver adempiuto con la sua venuta nel mondo una promessa del Signore, un’altra ne lasci prima di tornarsene a Dio. La profezia riguarda gli ultimi tempi, e suona così:
«Noi dobbiamo intendere che la prima famosa predizione e maledizione di Dio, scagliata nel Paradiso terrestre contro il serpente, si riferisce principalmente a queste ultime e crudeli persecuzioni del diavolo che si inaspriranno ogni giorno di più fino al regno dell’anticristo. È opportuno spiegarlo qui, per la gloria della Santissima Vergine, la salvezza dei suoi figli e la confusione del diavolo. “Io metterò inimicizie fra te e la donna, fra la tua discendenza e la sua; essa ti schiaccerà la testa, e tu insidierai il suo calcagno” (Genesi 3, 15). Dio ha messo non soltanto una inimicizia, ma delle inimicizie fra Maria e il demonio, come pure tra la progenie della Santa Vergine e la progenie del demonio; vale a dire: Dio ha messo inimicizie, antipatie e odî segreti tra i veri figli e servitori della Santa Vergine e i figli e gli schiavi del diavolo: essi non si amano scambievolmente e non hanno nessuna interiore corrispondenza gli uni con gli altri. I figli di Belial, gli schiavi di Satana, gli amici del mondo (poiché è la stessa cosa), finora hanno sempre perseguitato, e perseguiteranno più che mai, coloro che appartengono alla Santissima Vergine, come un tempo Caino perseguitò suo fratello Abele, ed Esaù suo fratello Giacobbe, che sono le figure dei reprobi e dei predestinati. Ma l’umile Maria riporterà sempre la vittoria su quell’orgoglioso, ed una vittoria cosï grande che arriverà fino al punto di schiacciargli la testa nella quale risiede il suo orgoglio; essa scoprirà sempre la sua malizia di serpente; sventerà i suoi raggiri infernali; dissiperà i suoi piani diabolici; garantirà fino alla fine dei tempi i suoi fedeli servitori contro il suo crudele artiglio. Ma il potere di Maria su tutti i diavoli risplenderà in particolar modo negli ultimi tempi, in cui Satana insidierà il suo calcagno, cioè gli umili schiavi, i poveri figli che essa susciterà per muovergli guerra. Secondo il mondo, essi saranno piccoli e poveri e abbassati davanti a tutti come il calcagno, premuti e calpestati come lo è il calcagno nei confronti delle altre membra del corpo; ma in cambio essi saranno ricchi delle grazie di Dio che Maria distribuirà loro abbondantemente, saranno grandi ed elevati in santità davanti a Dio, superiori ad ogni creatura per il loro zelo animato, e così fortemente appoggiati dal soccorso divino, che con l’umiltà dei loro calcagno, in unione a Maria, essi schiacceranno la testa al diavolo e faranno trionfare Gesù Cristo ». Essi «saranno i veri apostoli degli ultimi tempi: a loro il Signore delle virtù darà la parola e la forza per operare delle meraviglie e per conquistare un glorioso bottino dai suoi nemici. Dormiranno senza oro né argento, e, ciò che più vale, senza affanni in mezzo agli altri preti, ecclesiastici e chierici, inter medios cleros (Sal. 67, 14); e tuttavia avranno le ali argentee della colomba, per andare dove lo Spirito Santo li chiamerà, con la pura intenzione della gloria di Dio e della salvezza delle anime; e lasceranno dietro di sé, nei luoghi in cui avranno predicato, soltanto l’oro della carità che è il compimento di tutta la legge (Rom. 13, 10). Infine, noi sappiamo che saranno veri discepoli di Gesù Cristo, che cammineranno sulle tracce della sua povertà, della sua umiltà, del suo disprezzo del mondo e della sua carità, che insegneranno la via stretta di Dio nella pura verità, secondo il santo Vangelo e non secondo le massime del mondo, senza preoccuparsi, e senza nessuna parzialità, senza risparmiare, ascoltare o temere nessun mortale, per quanto potente sia. Essi avranno nella bocca la spada a due tagli della parola di Dio; porteranno sulle loro spalle lo stendardo insanguinato della Croce, il crocifisso nella mano destra, il rosario nella sinistra, i sacri nomi di Gesù e di Maria sul cuore e la modestia e la mortificazione di Gesù Cristo in tutta la loro condotta. Ecco i grandi uomini che verranno, ma che Maria formerà, per ordine dell’Altissimo, per estendere il suo impero su quello degli empi» [5].
La profezia esala lo stesso aroma della Preghiera infuocata, con la quale il Santo chiese al Signore di mandare quegli uomini prodigiosi. Il Santo chiese precisamente «sacerdoti»: il che è giusto; perché, secondo la felice espressione di Blanc de Saint Bonnet, «il clero è l’aristocrazia della nazione»; e la presenza dei “grandi” è insostituibile, è la forza traente dei minores, quali sono i laici. Soltanto dai rami di un albero sacerdotale ben saldo potrà naturalmente fiorire un’aristocrazia laicale votata al Signore, una nuova nobiltà cavalleresca al servizio del Re dei re, una legione di soldati dell’Arcangelo Michele che pianti lo stendardo della Croce non solo sui cuori degli uomini, ma anche al sommo della società civile. È con tale augurio che riproduciamo qui integralmente la Preghiera infuocata, implorando la Divina Maestà di ascoltare la voce del suo umile servo S. Luigi Maria Grignion di Montfort, per pietà di noi che restiamo su questa terra.
Preghiera Infuocata di San Luigi Maria Grignion di Montfort
Al Padre
[1] Memento Domine Congregationis tuae, quam possedisti ab initio! Ricordati, Signore, della tua comunità che hai posseduto dagli inizi! (1). L'hai posseduta nel tuo spirito fin dall'eternità, quando rivolgevi a lei il pensiero. L'hai posseduta nelle tue mani, quando traevi dal nulla l'universo. L'hai posseduta nel cuore, quando il tuo amato Figlio, morendo in croce, la consacrava irrigandola con il proprio sangue e l'affidava alla sua santa Madre.
[2] Signore, realizza i tuoi progetti di misericordia. Suscita gli uomini della tua destra (2), che hai mostrato in visioni profetiche ad alcuni tuoi più grandi servi: s. Francesco di Paola, s. Vincenzo Ferreri, s. Caterina da Siena e tanti altri del secolo scorso e anche del nostro (3).
[3] Ricordati, Dio onnipotente, di questa compagnia! Impegna la forza del tuo braccio non certo affievolito (4) per farla nascere e giungere alla perfezione. Rinnova i segni e compi altri prodigi; fa' che sentiamo l'aiuto del tuo braccio (5). Tu che puoi trarre da pietre grezze altrettanti figli di Abramo (6), pronuncia una sola parola divina e manda buoni operai alla tua messe (7) e buoni missionari alla tua Chiesa.
[4] Ricordati, Dio misericordioso, dell'amore dimostrato anticamente al tuo popolo e per lo stesso amore ricordati di questa congregazione. Ricordati delle ripetute promesse, da te fatte per mezzo dei profeti e del tuo stesso Figlio, di esaudire le nostre giuste domande. Ricordati delle preghiere a te rivolte dai tuoi servi e serve nel corso di tanti secoli a questo proposito. Le loro aspirazioni, le loro lacrime accorate e il loro sangue versato si presentino a te per sollecitare efficacemente la tua misericordia. Ma ricordati soprattutto del tuo amato Figlio: guarda il volto del tuo consacrato (8). La sua agonia, il suo turbamento, il suo gemito d'amore nel giardino degli ulivi quando disse: «Quale vantaggio dalla mia morte?» (9), il suo supplizio crudele e il suo sangue versato ti chiedono a gran voce: misericordia! Per mezzo di questa congregazione possa il regno di Cristo innalzarsi stabile sulle rovine di quello dei tuoi nemici.
[5] Ricordati, Signore, di questa comunità per compiere la tua giustizia. È tempo che tu agisca, secondo la tua promessa. Hanno violato la tua legge (10), è stato abbandonato il tuo vangelo, torrenti di iniquità dilagano sulla terra e travolgono perfino i tuoi servi. Tutta la terra si trova in uno stato deplorevole (11), l'empietà siede in trono, il tuo santuario è profanato e l'abominio è giunto nel luogo santo (12). Signore, Dio giusto, lascerai nel tuo zelo, che tutto vada in rovina? Tutto diverrà alla fine come Sodoma e Gomorra? Continuerai sempre a tacere e sempre pazienterai? La tua volontà non deve compiersi in terra come in cielo, e non deve stabilirsi il tuo regno? Non hai rivelato, già da tempo, a qualcuno dei tuoi amici un futuro rinnovamento della Chiesa? Non devono gli ebrei riconoscere la verità? (13) Tutto questo attende la Chiesa. Tutti i santi del cielo gridano: non farai giustizia? (14). Tutti i giusti della terra implorano: Amen. Vieni, Signore! (15). Tutte le creature, anche le meno sensibili, gemono sotto il peso degli innumerevoli delitti di Babilonia e invocano la tua venuta che restauri ogni cosa: sappiamo bene infatti che tutta la creazione geme... (16).
Al Figlio
[6] Ricordati, Signore Gesù, della tua comunità! Ricordati di dare a tua Madre una nuova Compagnia per rinnovare ogni cosa. Così per mezzo di Maria concluderai gli anni della grazia, che hai inaugurato per mezzo di lei. Dà figli e servi a tua Madre, altrimenti fammi morire! (17). Dà figli e servi a tua Madre... Per tua Madre io ti prego. Ricordati di lei che ti ha generato, e non mi respingere. Ricordati di chi sei figlio, ed esaudiscimi. Ricorda che cosa tua Madre è per te e tu per lei, e appaga i miei desideri. Che cosa ti chiedo? Ti chiedo ciò che tu puoi, anzi; oso affermare; devi concedermi, quale vero Dio, cui è stato dato ogni potere in cielo e in terra (18), e quale figlio esemplare che ama immensamente sua Madre.
[7] Che cosa ti chiedo? Liberos! Sacerdoti liberi secondo la tua libertà, svincolati da tutto, distaccati da padre, madre (19), fratelli, sorelle, parenti secondo la carne, amici secondo il mondo; senza beni, impedimenti e preoccupazioni, perfino senza attaccamento alla propria volontà (20).
[8] Liberos! Uomini totalmente dedicati a te per amore e disponibili al tuo volere, uomini secondo il tuo cuore. Non deviati né trattenuti da progetti propri, realizzino tutti i tuoi disegni e abbattano tutti i tuoi nemici, come novelli Davide con in mano il bastone della Croce e la fionda del rosario (21).
[9] Liberos! Uomini simili a nubi elevate da terra e sature di celeste rugiada, pronte a volare dovunque le spinga il soffio dello Spirito Santo. I profeti hanno visto anche loro quando si chiedevano: Chi sono quelli che volano come nubi? (22). Andavano là dove lo Spirito li dirigeva (23).
[10] Liberos! Persone sempre a tua disposizione, sempre pronte a obbedirti alla chiamata dei superiori, come Samuele: Eccomi! (24), sempre pronte a correre e tutto sopportare con te e per te, come gli Apostoli: Aneliamo anche noi a morire con lui! (25).
[11] Liberos! Veri figli di Maria, tua santa Madre, concepiti e generati dal suo amore (26), da lei portati in grembo, nutriti, educati con cura, sostenuti e arricchiti di grazie.
[12] Liberos! Veri servi della santa Vergine. Come san Domenico, andranno dappertutto con la torcia luminosa e ardente del Vangelo nella bocca e il Rosario in mano. Abbaieranno come cani, incendieranno come fiaccole, rischiareranno le tenebre del mondo come il sole (27). Avranno una vera devozione a Maria, cioè interiore e non ipocrita, esteriore e non ipercritica, saggia e non superstiziosa, affettuosa e non insensibile, costante e non instabile, santa e non presuntuosa. Per mezzo di essa schiacceranno la testa dell'antico serpente dovunque andranno, perché si realizzi pienamente la maledizione da te predetta: Io porrò inimicizia tra te e la donna, tra la tua stirpe e la sua stirpe: questa ti schiaccerà la testa (28).
[13] È vero, gran Dio! Come tu hai predetto, il demonio tenderà grandi insidie al calcagno di questa misteriosa donna, cioè alla piccola compagnia dei suoi figli, che verranno sul finire del mondo. Ci saranno grandi inimicizie fra questa stirpe benedetta di Maria e la razza maledetta di Satana; ma si tratterà di inimicizia totalmente divina, l'unica di cui tu sei l'autore. Le lotte e persecuzioni che la progenie di Belial (29) muoverà ai discendenti di tua Madre, serviranno solo a far meglio risaltare quanto efficace sia la tua grazia, coraggiosa la loro virtù, e potente tua Madre. A lei infatti hai affidato fin dall'inizio del mondo l'incarico di schiacciare con il calcagno e l'umile cuore la testa di quell'orgoglioso.
[14] Altrimenti fammi morire! Mio Dio, non è meglio per me morire piuttosto che vederti ogni giorno così crudelmente e impunemente offeso e trovarmi sempre più nel pericolo di venire travolto dai torrenti di iniquità che ingrossano? Preferirei mille volte la morte! Mandami un aiuto dal cielo, o toglimi la vita! Se non avessi la speranza che presto o tardi finirai con esaudire questo povero peccatore nell'interesse della tua gloria, come hai esaudito tanti altri (30), ti pregherei senza esitare con un profeta: Prendi la mia vita! (31) Ma la fiducia nella tua misericordia mi spinge a dichiarare con un altro profeta: Non morirò, resterò in vita e annuncerò le opere del Signore (32), fino a quando potrò esclamare con Simeone: Ora lascia, o Signore che il tuo servo vada in pace perché miei occhi hanno visto la tua salvezza (33).
Allo Spirito santo
[15] Spirito Santo, ricordati di generare e formare figli di Dio con Maria, tua santa e fedele sposa. Hai formato in lei e con lei il capo degli eletti, perciò con lei e in lei devi formare tutte le sue membra. Tu non generi nessuna Persona divina in seno alla divinità, ma soltanto tu formi tutte le persone divine fuori della divinità. Tutti i santi del passato e del futuro sino alla fine del mondo sono opere del tuo amore unito a quello di Maria.
[16] Il regno speciale di Dio Padre è durato fino al diluvio e si è concluso con un diluvio d'acqua. Il regno di Gesù Cristo è terminato con un diluvio di sangue. Ma il tuo regno, Spirito del Padre e del Figlio, continua tuttora e finirà con un diluvio di fuoco d'amore e di giustizia (34).
[17] Quando verrà questo diluvio di fuoco del puro amore, che devi accendere su tutta la terra in modo così dolce e veemente da infiammare e convertire perfino i musulmani, i pagani e gli ebrei? Nulla si sottrae al suo calore (35). Si accenda dunque questo divino fuoco, che Gesù Cristo è venuto a portare sulla terra (36), prima che divampi quello della tua ira che ridurrà in cenere tutta la terra. Mandi il tuo Spirito e tutti sono creati, e rinnovi la faccia della terra (37). Invia sulla terra questo Spirito tutto fuoco e crea sacerdoti tutto fuoco! Dal loro ministero sia rinnovato il volto della terra e riformata la tua Chiesa.
[18] Ricordati della tua comunità. È una congregazione, un'assemblea, un gruppo di prescelti nel mondo e dal mondo: Io vi ho scelti dal mondo (38). È un gregge di agnelli mansueti da radunare tra tanti lupi (39), una compagnia di caste colombe e di aquile reali fra tanti corvi, uno sciame d'api fra tanti calabroni, un branco di agili cervi fra tante tartarughe, una torma di intrepidi leoni fra tante timide lepri. Signore, raccoglici di mezzo ai popoli (40), radunaci, rendici uniti, perché sia pienamente glorificato il tuo nome santo e potente.
[19] Tu hai predetto questa insigne compagnia al tuo profeta, che ne parla in termini molto oscuri e misteriosi, ma totalmente divini:
10. Una pioggia abbondante, o Dio, mettesti a parte per la tua eredità. Questa era esausta, ma tu l'hai rinvigorita.
11. I tuoi animali abitarono in essa. Nella tua bontà, o Dio, hai provveduto al povero.
12. Il Signore darà la parola a quelli che annunziano la lieta notizia con grande forza.
13. Il re delle schiere è a favore del popolo prediletto e le donne, ornamento della casa, già spartiscono il bottino.
14. Quando vi riposate fra le greggi siete come colombe dalle ali argentate e dalle piume dal colore dell'oro.
15. Quando il re del cielo sbaragliò i re di Canaan, nevicava sul monte Selmon.
16. Montagna fertile è il Monte di Dio, Montagna compatta e lussureggiante.
17. Perché invidiate, monti dalle alte cime, la montagna che Dio ha scelto per sua dimora? Il Signore vi abiterà per sempre! (41).
[20] Che cos'è, Signore, questa pioggia abbondante che hai separata e scelta per rinvigorire la tua eredità esausta? Non sono forse questi santi missionari, figli di Maria tua sposa, che tu devi scegliere e radunare per il bene della tua Chiesa così indebolita e macchiata dai peccati dei suoi figli?
[21] Chi sono questi animali e questi poveri, che abiteranno nella tua terra e saranno nutriti dai cibi dolci che hai loro preparato? Non sono forse questi missionari poveri, abbandonati alla Provvidenza e saziati dall'abbondanza delle tue delizie? Non sono essi i misteriosi animali di cui parla Ezechiele? (42). Avranno la bontà dell'uomo, perché ameranno il prossimo con disinteresse e impegno; il coraggio del leone perché arderanno di santo sdegno e prudente zelo di fronte ai demoni figli di Babilonia; la forza del bue, perché si sobbarcheranno alle fatiche apostoliche e alla mortificazione del corpo, e infine l'agilità dell'aquila, perché contempleranno Dio. Tali saranno i missionari che tu vuoi mandare nella tua Chiesa. Essi avranno un occhio d'uomo per il prossimo, un occhio di leone per i tuoi nemici, un occhio di bue per sé stessi e un occhio d'aquila per te.
[22] Questi imitatori degli apostoli predicheranno con tale forza (43), così grande e strepitosa da scuotere tutti gli animi e i cuori dovunque si recheranno. Ad essi infatti darai la tua parola, anzi la tua lingua e sapienza, a cui nessun avversario potrà resistere (44).
[23] Come re della virtù del tuo Figlio Gesù Cristo, troverai le tue compiacenze tra questi prediletti, poiché in ogni loro missione essi avranno l'unico scopo di attribuire a te la gloria dei trofei riportati sui tuoi nemici.
[24] Per l'abbandono alla Provvidenza e la devozione a Maria, avranno le ali argentate della colomba, cioè la purezza di dottrina e di vita. Avranno anche spalle colore d'oro, cioè una perfetta carità verso il prossimo per tollerarne i difetti e un grande amore a Gesù Cristo per portarne la croce.
[25] Soltanto tu, re dei cieli e re dei re, separerai dalla massa questi missionari come altrettanti re. Li renderai più bianchi della neve del Selmon, la montagna di Dio, fertile e lussureggiante, solida e compatta, dove Dio mirabilmente si compiace, risiede e dimorerà per sempre. Signore, Dio di verità, chi è questa misteriosa montagna di cui riveli tante cose mirabili, se non Maria, tua cara Sposa? Lei è la montagna che tu hai eretto sulla cima dei monti più alti (45), le sue fondamenta sono sui monti santi (46). Beati, molto beati, i sacerdoti da te prescelti e destinati a dimorare con te su questa montagna fertile e santa. Qui essi diventeranno re per l'eternità con il distacco dalla terra e l'elevazione in Dio. Diverranno più bianchi della neve perché uniti a Maria, tua sposa totalmente bella, pura e immacolata. Saranno arricchiti della rugiada del cielo e dell'abbondanza della terra (47), di ogni benedizione temporale ed eterna di cui Maria è ricolma. Dall'alto di questa montagna, come Mosè, con le loro ardenti preghiere scaglieranno frecce contro i nemici per abbatterli o convertirli (48). Su questa montagna impareranno dalla bocca stessa di Gesù Cristo, che sempre vi dimora, il significato delle otto beatitudini. Su questa montagna di Dio saranno trasfigurati con Cristo come sul Tabor, moriranno con lui come sul Calvario, ascenderanno al cielo con lui come sul monte degli ulivi.
[26] Ricordati della «tua» comunità. A te solo spetta costituire questa comunità con la tua grazia. Se l'uomo per primo vi porrà mano, non se ne farà nulla; se vi metterà qualcosa di suo, rovinerà e sconvolgerà tutto. Dio grande, è compito esclusivamente tuo! Realizza quest'opera del tutto divina. Raccogli, chiama, raduna da ogni parte del tuo regno i tuoi eletti per farne un corpo d'armata contro i tuoi nemici.
[27] Guarda, Signore Dio degli eserciti! I capitani mobilitano intere compagnie, i sovrani arruolano armate numerose, i navigatori formano flotte complete, i mercanti si affollano nei mercati e nelle fiere. Quanti ladri, empi, ubriaconi e dissoluti si raggruppano in gran numero ogni giorno con tanta facilità e prontezza contro di te! Basta dare un fischio, battere un tamburo, mostrare la punta smussata di una spada, promettere un ramo secco di alloro, offrire un pezzo di terra gialla o bianca! Basta insomma prospettare una voluta di fumo d'onore, un interesse da nulla e un misero piacere animalesco... e in un istante si riuniscono i ladri, si ammassano i soldati, si congiungono i battaglioni, si assembrano i mercanti, si riempiono, le case e le fiere, e si coprono la terra e il mare di una innumerevole moltitudine di perversi! Benché divisi fra loro a causa della distanza di luogo o della differenza di carattere o della diversità d'interesse, si uniscono tutti insieme fino alla morte per muoverti guerra sotto la bandiera e la guida del demonio.
[28] E quanto a te, gran Dio? Non ci sarà quasi nessuno che prenda a cuore la tua causa anche se nel servirti c'è tanta gloria, utilità e dolcezza? Perché così pochi soldati sotto la tua bandiera? Quasi nessuno griderà in mezzo ai suoi fratelli per lo zelo della tua gloria come san Michele: Chi è come Dio? (49). Lasciami allora gridare dappertutto: Al fuoco! al fuoco! al fuoco!... Aiuto! aiuto! aiuto!... C'è fuoco nella casa di Dio! C'è fuoco nelle anime! C'è fuoco perfino nel santuario... Aiuto! stanno assassinando il nostro fratello!... Aiuto! stanno uccidendo i nostri figli!... Aiuto! stanno pugnalando il nostro buon padre!... (50)
[29] Chi sta con il Signore, venga da me! (51). Tutti i buoni sacerdoti sparsi nel mondo cristiano, sia che si trovino tuttora in pieno combattimento o si siano ritirati dalla mischia nei deserti e nelle solitudini, vengano e si uniscano a noi (52). Formiamo insieme, sotto la bandiera della croce, un esercito schierato e pronto alla battaglia, per attaccare compatti i nemici di Dio che hanno già dato l'allarme: suonano l'allarme, fremono (53), digrignano i denti (54), sono sempre più numerosi (55). «Spezziamo le loro catene, gettiamo via i loro legami». Se ne ride chi abita i cieli, li schernisce dall'alto il Signore (56).
[30] Sorga Dio, i suoi nemici si disperdano! (57). Svegliati, perché dormi, Signore? Destati! (58). Signore, alzati! Perché fingi di dormire? Alzati con tutta la tua onnipotenza, misericordia e giustizia. Formati una compagnia scelta di guardie del corpo, per proteggere la tua casa, difendere la tua gloria e salvare le anime, affinché ci sia un solo ovile e un solo pastore (59) e tutti possano glorificarti nel tuo tempio (60). Amen.
DIO SOLO!
Note
(1) Sal 74,2. (2) Nella Bibbia, la mano destra è simbolo sia della potenza di Dio, di cui l'uomo può essere strumento, sia del favore e della benedizione che Dio concede ai suoi amici...
(3) Nel Trattato della vera devozione a Maria, nn. 47-48, il Montfort riporta le testimonianze mistiche di San Vincenzo Ferreri (+1419) e di Maria des Vallées (+1656). Anche San Francesco di Paola (+1507) parla nelle sue lettere di una congregazione di crociferi che porterà molti frutti alla Chiesa (Cf. CORNELIO ALAPIDE, in Apoc. 17, in fine). Santa Caterina da Siena (+1380) riferisce le comunicazioni divine circa la «rinnovazione ed esaltazione della Chiesa, la quale deve avere nel tempo a venire» (Lettere, Firenze, 1940, t. III, p. 267), attraverso «la reformazione di santi e buoni pastori» (Il Dialogo, Roma, 1968, p. 33) . Tra i contemporanei del Montfort è da ricordare Olier (+1657), che chiede al Signore di suscitare «persone che rinnovino l'ordine divino dei pastori» (Mémoires autobiographiques).
(4) Is 59,1.
(5) Sir 36,5 (Vulg. 36,6): “Rinnova i segni e compi altri prodigi, glorifica la tua mano e il tuo braccio destro”.
(6) Cf Mt 3,9; Lc 3,8. (7) Mc 10,2. (8) Sal 84 (83), 10. (9) Sal 30 (29), 10. (10) Sal 118 (119), 26. (11) Cf Ger 12,11. (12) Cf Dan 9,27; Mt 24,15; Mc 13,14. (13) Cf Rom 11,25-26.
(14) Nel testo originale c’è "Vindica"; cf Ap 6,10 Vulg: "et clamabant voce magna dicentes usquequo Domine sanctus et verus non iudicas et vindicas sanguinem nostrum de his qui habitant in terra; Breviarium Romanum, Fest. SS. Innocentium, ant. V.
(15) Cf Ap 22,20. (16) Cf Rom 8,22.
(17) Cf Gen 30,1. Il Montfort cita a questo punto la frase latina Da Matri tuae liberos alioquin moriar (Gen30,1) e la commenta, insistendo sulla parola liberos che ripete sei volte all'inizio di ogni numero (dal 7 al 12). Il termine latino liber (al plurale liberos) ha un duplice significato: come aggettivo vuol dire «libero», non servo; come sostantivo vuol dire «figlio». I Romani chiamavano liberos i figli precisamente per distinguerli dai servi. Con il termine liberos la preghiera del Montfort esprime anch’essa una duplice intenzione: domanda a Dio missionari che siano «liberi» (nn. 7- 10), ma che siano allo stesso tempo «figli» di Maria (nn. 11-12).
(18) Mt 28,18.(19) Cf Eb 7,3. Di Melchisedec, re e sacerdote, la lettera agli Ebrei dice che «egli è senza padre, senza madre, senza genealogia» (Eb 7,3).
(20) Cf Mc 10,29; Lc 14,26.
(21) In baculo cruce et in virga virgine. Cf. Num 17,23; 1 Sam 17,43; S. PIER DAMIANI, Sermone per l'Assunzione, PL 144, 721 C.
(22) Is 60,8; cf VD 57. (23) Ez 1,12. (24) 1 Sam 3, 16. (25) Gv 11,16.
(26) Cf S. AGOSTINO, La santa Verginità 6,6 PL 40,399: «Maria è senza alcun dubbio madre delle sue membra, che siamo noi, nel senso che ha cooperato mediante l'amore a generare alla Chiesa dei fedeli, che formano le membra di quel capo».
(27) Cf GIORDANO DI SASSONIA, Libellus de principiis ordinis praedicatorum, ed H.C. Schebeen, Moph Roma, 1935. Si accenna qui ai presagi celesti che avrebbero preceduto la nascita di San Domenico di Gusman: «la madre sognò di portare in seno un cagnolino con una fiaccola accesa in bocca che infiammava tutto il mondo» (cf Enciclopedia Cattolica, Città del Vaticano, c. l825).
(28) Gen 3,15. (29) Cf 2 Cor 6,15. (30) Sal 34,7: «Questo povero grida e il Signore lo ascolta». (31) 1 Re 19,4. (32) Sal 118,17. (33) Lc 2, 29-30.
(34) L'immagine dei tre diluvi si trova in una rivelazione di Maria des Vallées, riportata dal Renty (ms. 3177, Bibl. Mazarine), che Montfort cita in VD 47. Il Montfort aggiunge ai tre diluvi l'idea di tre regni, rendendo più positiva la visione in negativo di Maria des Vallées. Cf S. DE FIORES, “Lo Spirito Santo e Maria negli ultimi tempi secondo S. Luigi Maria da Monftort”, in Quaderni Monfortani, 4 (1986), pp. 3-48.
(35) Sal 19,7. (36) Cf Lc 12,49.
(37) Sal 104,30. Nella seconda edizione italiana delle Opere (S. LUIGI MARIA DA MONTFORT, Opere, vol. I, Scritti Spirituali, Roma: Ed. Montfortane, 1990), la preghiera che qui il Montfort esprime con le parole del salmo 104, è stata spostata all'inizio del n. 18 della PI. Ho preferito ristabilire la numerazione dell'edizione critica (Paris: Seuil, 1966, ristampa 1988) per unificare il modo di citazione.
(38) Gv 15, 19. (39) Cf Lc 10,3. (40) Sal 105,47.
41 Sal 68, 10-17. Il Salmo 68 «è tra i più difficili del Salterio» (M. Sales). Il Montfort lo commenta nei numeri seguenti (20-25) attenendosi alla versione della Volgata, che offre spesso una plausibile interpretazione del testo ebraico. Per questo motivo la nostra traduzione del Salmo si discosta da quella della CEI (che rimane una delle possibili letture del testo). Più profondamente il Montfort percepisce la dinamica e i contenuti del Salmo 68. Egli «condivide Con il salmista una lettura della storia della salvezza intesa d’eguale ricerca di una dimora per parte di Dio e poi per il popolo. La storia del Dio che interviene per procurarsi una dimora si dirige ora verso Maria, Salmon della nuova economia» (M. ZAPPELLA, "Il Salmo 68 e la preghiera infuocata. Annotazioni esegetiche, in Quaderni Montfortani, 4 (1986), p. 116.
(42) Cf Ez 1, 5-14.
(43) All'espressione virtute multa del salmo 68 il Montfort aggiunge virtute magna di At 4,33.
(44) Cf Lc 21,15. (45) Is 2,2. (46) Sal 87, 1. (47) Cf Gen 27,28. (48) Cf Es 17,13.
(49) Cf S. GREGORIO MAGNO, Omelia 34 sul Vangelo, PL 125 l A. Il Montfort attinge direttamente da OLIER, Lettres, Paris: Lecoffre, 1885, t. II, p 576.
(50) Il Montfort prende lo spunto per gridare Al fuoco! da un testo di S. GIOVANNI EUDES (Lettre XXXIX, 23.7.1659, in Oeuvres complétes X, p. 432), ma con sviluppi o accentuazioni proprie.
(51) Es 32,26. (52) Vis unita fit fortior. (53) Cf Sal 45,4; 2,1. (54) Cf Sal 34,14. (55) Cf Sal 68,5. (56) Sal 2, 3-4. (57) Sal 67,1. (58) Sal 43,24. (59) Gv 10,1. (60) Cf Sal 28,9.
[1] Estratto dalla Rassegna di Ascetica e Mistica, N. 2, Firenze 1973, Convento PP. Domenicani di S. Marco – Firenze.
[2] Aleksandr Dugin, Il Sole di Mezzanotte. Aurora del Soggetto Radicale, AGA Edizioni, Milano 2019, pp. 11,25.
[3] Cfr. l’introduzione alle Obras de San Luis Maria Grignion de Montfort, Madrid 1954, p. 63: «Il frutto che questi cantici producevano durante le missioni e anche dopo è incalcolabile. Destavano e mantenevano il sentimento e il fervore religioso durante la missione servivano in seguito per ricordare le verità apprese in essa. Molti anni dopo la morte dei Montfort continuarono e continuano tuttora a fare del bene in mezzo al popolo francese. “Non li hanno dimenticati le popolazioni dell’Ovest — scriveva nel 1888 la rivista Etudes —. Quando combattevano per la religione e per il re, i contadini della Vandea e della Bretagna li cantavano di contro alla Carmagnola e al Ça ira che risuonavano nel campo nemico”. Sull’opera dei monfortani in Vandea cfr. il libro di monsignor Laveille, Le Bienheurex Louis-Marie Grignion de Montfort et ses familles religieuses, Paris 1916, p. 404: «Avevano saputo comunicare ai contadini una fede cosï ardente da fare di loro, nell’ora delle grandi iniquità rivoluzionarie, un popolo di soldati e di martiri». L’importanza dell’apostolato monfortano nel quadro dell’insorgenza vandeana è cosa ormai unanimemente riconosciuta; si veda, per es., il libretto divulgativo di M. Lidove, Les Vendéens de 93, Paris 1971, p. 31.
[4] In queste ultime parole del Vannoni, è evidente la polemica aperta contro l’abbandono dell’abito talare da parte dei sacerdoti, e contro il nuovo rito della Messa di Paolo VI, che scalzando l’antico rito di San Pio V, privilegia l’aspetto comunitario di tipo teatrale alla sacralità e alla verticalità che invece aveva caratterizzato da sempre la liturgia precedente della Chiesa di Roma. Non è quindi una polemica contro l’introduzione delle lingue nazionali nella Liturgia, ma contro la natura dello stesso nuovo rito.
[5] San Luigi Maria Grignion di Montfort, Trattato della vera devozione alla Santa Vergine, nn. 51-59, Ed. Paoline, Anno e pp. non citati.