GLI DEI PESTILENZIALI: LA GEOPOLITICA DELLE EPIDEMIE E LE BOLLE DEL NULLA

10.03.2020

Il coronavirus e il collasso dell’ordine mondiale

 

Negli ultimi decenni ci aspettavamo qualcosa di fatale, qualcosa di irreversibile e decisivo. Forse quell’evento sarà l’epidemia del coronavirus.

È troppo presto per trarre conclusioni definitive, ma alcuni fattori geopolitici e ideologici potrebbero aver già superato il punto di non ritorno.

L’epidemia di coronavirus rappresenta la fine della globalizzazione. La società aperta è matura per l’infezione. Chi vuole abbattere le frontiere prepara il terreno all’annientamento totale dell’umanità. Si può sorridere, naturalmente, ma le persone in tute bianche HazMat si incaricheranno di porre presto un termine alle risate inappropriate. Solo la chiusura può salvarci. Chiusura in tutti i sensi – confini chiusi, economie chiuse, fornitura chiusa di beni e prodotti, quello che Fichte ha definito uno «stato commerciale chiuso». Soros dovrebbe essere linciato, mentre in onore di Fichte andrebbe costruito un monumento. Questa è la prima lezione.

Secondo: il coronavirus apre l’ultima pagina della storia del liberalismo. Il liberalismo ha reso più facile la diffusione del virus – in tutti i sensi. L’epidemia richiede la demolizione di tutte le differenze. Il liberalismo è il virus. Passerà ancora un po’ di tempo, e i liberali saranno equiparati ai «lebbrosi», infettivi «maniaci» che invitano a ballare e a divertirsi nel bel mezzo di una pestilenza. Il liberale è il portatore del coronavirus, il suo apologeta. Soprattutto se si scopre che è stato creato negli Stati Uniti, la «cittadella del liberalismo», come arma biologica. Questa è dunque la lezione numero due: il liberalismo uccide.

Terzo: i criteri per il successo e la prosperità dei paesi e delle società stanno cambiando radicalmente. Nella lotta contro l’epidemia, né la ricchezza della Cina né il sistema sociale europeo, né l’assenza di un sistema sociale negli Stati Uniti (che per contro detengono la più grande potenza militare e finanziaria del mondo) li salveranno. Anche il regime spirituale e verticale iraniano non è di grande aiuto. Il coronavirus ha bloccato del tutto ciò che costituisce l’apice della civilizzazione moderna – il petrolio, la finanza, il libero scambio, il mercato, il dominio totale della Fed… i leader mondiali sono impotenti. Sono venuti alla ribalta criteri completamente diversi: 

- il possesso di un antivirus;

- la capacità di poter sostenere autonomamente la vita per se stessi e per i propri cari in condizioni di massima chiusura.

Rispondere a questi criteri significa riconsiderare tutti i valori. Il vaccino si trova nei pressi di coloro che con ogni probabilità hanno sviluppato il virus, ed è quindi una soluzione inaffidabile. Tuttavia, la chiusura e il passaggio all’autosufficienza è qualcosa che tutti possono fare, sebbene ciò richieda necessariamente un assetto multipolare. Le piccole aziende agricole e gli scambi naturali sopravviveranno al collasso generale di ogni cosa.

Quali sarebbero dunque i prossimi passi logici da compiere dopo la trionfante marcia del coronavirus su tutto il pianeta? Nella migliore delle ipotesi, la comparsa di diverse zone del mondo relativamente chiuse – civiltà, grandi spazi – o, nella peggiore delle ipotesi, i mondi di Mad Max e Resident Evil. La serie russa «The Epidemic» sta diventando realtà sotto ai nostri occhi.

Gli dèi pestilenziali

Comincio a capire perché in alcune società gli dei pestilenziali erano venerati e adorati. L’avvento della peste permette un completo rinnovamento delle società. L’epidemia non ha logica e non risparmia né i nobili, né i ricchi, né i potenti. Distrugge tutti indiscriminatamente e riporta le persone al semplice fatto del loro essere. Gli dèi della peste sono i più giusti. Antonin Artaud ha scritto in proposito, paragonando il teatro alla peste. Lo scopo del teatro, secondo Artaud, è, con tutta la crudeltà possibile, di far tornare l’uomo al fatto che egli è, che è qui e ora, un fatto che l’uomo cerca di dimenticare costantemente con perseveranza. La peste è un fenomeno esistenziale. I greci chiamavano Apollo «Smintheus», il «Dio Topo», e attribuivano alle sue frecce il potere di portare la peste. È qui che inizia l’Iliade, come tutti sanno.

Questo è ciò che Apollo farebbe se osservasse l’umanità moderna – banchieri, blogger, rapper, deputati, impiegati, migranti, femministe… non c’è molto altro.

Buñuel ha diretto un film intitolato «L’Angelo Sterminatore» che parla più o meno di questo.

Come finisce il mondo

Vanno anche registrati gli elementi dell’epidemia che sembrano suggerire che sia stata creata dall’uomo, per permettere all’Occidente di usare il virus contro i suoi stessi avversari geopolitici (il che spiega la Cina e l’Iran, ma non l’Italia e il resto) o anche per dare inizio ad uno sterminio mirato di tutti quei miliardi di persone in eccesso da parte di una ristretta cerchia di umanità dotata di un vaccino che è stato a sua volta prodotto dal «progresso» e dalla «società aperta». In questo caso, gli «dèi pestilenziali» potrebbero rivelarsi dei rappresentanti ben precisi dell’élite finanziaria globale, che da tempo ha riconosciuto i «limiti della crescita». Ma anche in questo caso – soprattutto se questo non è l’inizio di un vero e proprio genocidio globale, ma solo un test di prova – la conclusione è la stessa: coloro che si fingono agenti responsabili in relazione alle società umane non sono quello che sembrano.

Il liberalismo è solo un pretesto per lo sterminio di massa, come lo sono stati la colonizzazione e la diffusione degli standard della moderna civilizzazione occidentale. Le élite globali e i loro burattini locali possono contare sulla sopravvivenza per mezzo di un vaccino, ma qualcosa suggerisce che questo potrebbe essere il punto in cui le bugie vengono a galla. Il virus può comportarsi in un modo non previsto, e i processi avviati a livello civilizzazionale, e anche in singoli imprevedibili eventi spontanei, possono sconvolgere i loro piani attentamente studiati.

L’intera economia mondiale potrebbe non crollare nel giro di pochi mesi, ma tutto sembra andare esattamente in questa direzione…

Ciò che l’uomo moderno considera «sostenibile» e «affidabile» è pura illusione, il coronavirus lo sta dimostrando in modo chiaro e netto. Infatti, una volta che la logica di ciò che sta accadendo si sarà ulteriormente sviluppata, potremmo vedere come finisce il mondo – almeno il mondo che conosciamo e che conoscevamo. E, allo stesso tempo, cominceranno ad apparire i primi contorni di qualcos’altro.

La materia a rischio

È curioso che, parallelamente al coronavirus, che è diventato, in un certo senso, il tema centrale della civilizzazione, siano sorte discussioni nella comunità scientifica sulle «bolle del nulla», facendo rivivere alcune ipotesi del famoso fisico Edward Witten, uno dei principali teorici dei fenomeni delle «superstringhe».

Secondo le idee dei fisici moderni, le «bolle del nulla» possono nascere da un «falso vuoto», cioè da un vuoto che non ha raggiunto la stabilità, ma sembra averla raggiunta solo apparentemente. Nel mondo decimale (con 4 misure ordinarie e altre 6, presenti per compattificazione) tali «bolle del nulla» sono abbastanza probabili. Se si presentano, possono risucchiare le galassie nel nulla e inghiottire l’Universo. Questi vortici generati da un vuoto instabile fanno una certa impressione.

E ancora, come nel caso del coronavirus, si afferma che «non sta succedendo niente di brutto, tutto è sotto controllo». I rappresentanti dell’élite scientifica ci rassicurano che la possibilità della comparsa delle «bolle del nulla» è ridicolmente piccola.

Tuttavia, a mio avviso, non lo è affatto. Al contrario, è piuttosto significativa. Il mondo moderno rappresenta esattamente una tale «bolla del nulla» in rapida crescita, assimilando significati e dissolvendo l’esistenza: il liberalismo e la globalizzazione sono le sue espressioni più vivide. Anche il coronavirus è una bolla del nulla.

La natura stessa di questo virus è interessante (anche se odio il concetto di «natura», non c’è niente di più insensato). È qualcosa tra un essere vivente – possiede DNA o RNA – e un minerale (non ha cellule). Ma soprattutto, ci ricorda una rete neurale o anche un’intelligenza artificiale. È sia lì, sia altrove, sia vivente che inanimato... è proprio questo il «vuoto fuori equilibrio», che crea queste «bolle del nulla».

Noi crediamo che il vuoto dell’universo sia in equilibrio, cioè che l’intero ciclo della possibile entropia sia passato… ma se lo fosse solo in apparenza?

Quando si sente la storia del mercato di Wuhan e si immagina la lotta dei pipistrelli con i serpenti velenosi, il loro feroce scambio contagioso e le microscopiche frecce assassine della non-esistenza a forma di corona, è impossibile liberarsi dell’immagine delle bolle del nulla. La stessa sensazione è provocata dal calo dei prezzi del petrolio e dal crollo degli indici azionari. Anche la guerra – con la sua specificità e il suo risveglio esistenziale – non ci salva dall’attacco del nulla, essendo la motivazione delle guerre moderne così profondamente impigliata in interessi materiali, finanziari e corrotti, avendo perso la sua purezza originaria: l’incontro diretto con la morte. Funge solo da ulteriore bolla del nulla, adempiendo alle sue direttive di condurre la materia all’oblio totale.

La peste come evento

È possibile aspettarsi che l’umanità, dopo aver affrontato il coronavirus, tragga le debite conclusioni, freni la globalizzazione, abbandoni le superstizioni liberali, arresti le migrazioni e metta fine alle oscene invenzioni tecniche che stanno immergendo tutti sempre più profondamente in infiniti labirinti di materia? La risposta è, chiaramente, negativa. Tutti torneranno rapidamente alle loro vecchie abitudini in un batter d’occhio, prima ancora che i cadaveri siano sepolti. Non appena – e se – i mercati prenderanno vita e il Dow Jones si risveglierà, tutto tornerà alla normalità. L’ingenuo è colui che la pensa diversamente. Questo cosa vuol dire? Significa che anche un’epidemia di questa portata si trasformerà in uno sfortunato malinteso. Nessuno comprenderà il significato della venuta degli dèi pestilenziali, nessuno penserà alle «bolle del nulla» e tutto si ripeterà più e più volte fino a raggiungere il punto di non ritorno.

Se si presta particolare attenzione al passare del tempo, dovrebbe essere chiaro che in questo momento stiamo attraversando precisamente quel punto.

Traduzione di Donato Mancuso