Gli ambigui rapporti della Francia con il terrorismo

26.08.2022

È stato sconcertante vedere che il quotidiano francese Le Monde ha pubblicato il 17 agosto 2022 un articolo d’opinione dello scrittore Patrice Franceschi e dell’ex Ministro degli Esteri francese Bernard Kouchner. Il pezzo, che spaccia un sacco di disinformazione e falsità, invita le nazioni occidentali a scoraggiare la Turchia dal lanciare un’operazione militare contro “i curdi della Siria”.

Questo editoriale è sconcertante per diversi motivi. In primo luogo, gli autori costruiscono una fiaba di un “Kurdistan siriano” presumibilmente minacciato dalla Turchia. Queste immagini non potrebbero essere più lontane dalla verità. Il PKK/PYD/YPG si è impegnato nella pulizia etnica delle comunità arabe e turkmene che vivono nel nord-est della Siria. Di conseguenza, migliaia di persone sono state sfollate con la forza. Inoltre, decine di azioni terroristiche sono state lanciate dal PKK/PYD/YPG contro civili turchi e siriani (compresi i curdi).

Inoltre rapiscono regolarmente i bambini curdi per indottrinarli con la forza e arruolarli. Di conseguenza, il PKK/PYD/YPG è ben lontano dal rappresentare le aspirazioni dei curdi siriani.

Il secondo aspetto che lascia perplessi è che il dibattito sul terrorismo avrebbe dovuto essere risolto ormai, a due decenni dal lancio della cosiddetta ‘guerra globale al terrorismo’. Per un precedente diplomatico si sarebbe pensato che fosse logico pensare che il terrorismo sia un flagello che minaccia tutti gli Stati. Non condannare il terrorismo significa perdonarlo, soprattutto da quando gli Stati Uniti e l’UE hanno riconosciuto il gruppo terroristico in questione (PKK) come organizzazione terroristica internazionale per due decenni.

È interessante notare che l’editoriale, scritto da Franceschi e Kouchner, è stato pubblicato lo stesso giorno in cui il Mali si è lamentato ufficialmente con le Nazioni Unite, accusando la Francia di sostenere i terroristi in Mali con intelligence e armi.

Tali informazioni non sono sorprendenti. La Francia ha flirtato a lungo con i gruppi terroristici e ha usato mezzi oscuri per promuovere gli interessi francesi. Molti non sanno che il governo francese ha condotto il primo atto terroristico nella storia dell’aviazione civile nel 1956. In violazione delle regole internazionali, le autorità francesi hanno dirottato un aereo di linea che trasportava quattro leader storici dell’FLN (tra cui Ben Bella) da Rabat a Tunisi.

La Francia ha ospitato, per quattro decenni, terroristi di estrema sinistra delle Brigate Rosse italiane. Questi ultimi si nascosero in Francia e beneficiarono della protezione francese. Anche dopo che le autorità francesi hanno cambiato posizione nel 2021 in seguito alle insistenti denunce del governo italiano, l’establishment francese ha rifiutato di estradarli al fine di essere perseguiti in Italia per i loro atti terroristici. Un santuario simile è stato fornito per molto tempo al gruppo terroristico basco, ETA.

Alcuni potrebbero pensare che questa politica possa essere un’eccezione, ma non è così. Molte politiche attuate in Francia negli anni ’80 durante la presidenza Mitterrand hanno dovuto passare attraverso il consigliere del presidente, Regis Debray, che in precedenza era stato tra i seguaci di Che Guevara in America Latina [1].

In effetti, più che essere un semplice santuario, la Francia si è impegnata direttamente in attività terroristiche, come l’azione violenta diretta contro Greenpeace in Nuova Zelanda. L’affondamento della barca “Rainbow Warrior” è stato eseguito il 10 luglio 1985 dai servizi segreti stranieri francesi per volere del presidente francese. L’operazione segreta è stata smascherata, portando alla detenzione di due agenti francesi. Di conseguenza, il Ministro della Difesa francese Charles Hernu si è dimesso.

Inoltre, Le Monde ha riferito nel 1987 che funzionari francesi hanno visitato la Siria nel settembre 1986 per concludere un accordo. Le attività terroristiche cesseranno in Francia in cambio di armi, assistenza economica e sostegno diplomatico francese. Successivamente, per molto tempo, gli agenti terroristi filo-siriani e filo-iraniani non furono più infastiditi dalle forze dell’ordine francesi.

Questi non sono solo fantasmi del passato. Più recentemente, nella lotta contro il Daesh, i servizi di intelligence francesi erano pienamente consapevoli del fatto che LaFarge, una delle più grandi compagnie francesi operanti in Siria, stava finanziando i terroristi del Daesh. Non hanno fatto nulla per impedire tali pratiche. Di conseguenza, più di 13 milioni di dollari USA sono stati dati ai terroristi. Un tribunale di Parigi ha successivamente incriminato LaFarge per “complicità in crimini contro l’umanità” in Siria.

Questi esempi rappresentano solo la punta dell’iceberg. Pertanto, è curioso per un ex Ministro degli Esteri, la cui nazione ha intrattenuto relazioni così oscure con i terroristi per decenni, nascondersi dietro il pretesto dell’antiterrorismo (contro Daesh) per sostenere gruppi terroristici altrettanto minacciosi (PKK/PYD/YPG).

Allo stesso modo, affermare che un’operazione antiterrorismo turca contro l’YPG si tradurrebbe in una rinascita dell’ISIS è semplicemente idiota. Nessuno ha combattuto il terrorismo del Daesh più della Turchia [2]. Le forze dell’ordine turche hanno smantellato centinaia di celle dormienti, portando all’arresto dei principali leader terroristi del Daesh. La Turchia ha arrestato più di 5.000 persone perché membri del Daesh. D’altra parte, il PKK/PYD/YPG è stato responsabile della fuga di pericolosi membri del Daesh dalla prigione di Al-Hasakah in Siria. In altri casi, li hanno rilasciati dai centri di detenzione in cambio di tangenti.

Infine, al di là di tutti i punti ridicoli sollevati da un articolo di opinione così mal concepito, ci sono anche altre domande. Cosa ha spinto Kouchner a tornare alla vita pubblica? Da quando Sarkozy lo ha messo da parte, è diventato irrilevante nella politica francese. La sua reputazione ha subito un colpo dopo l’altro dopo le numerose accuse di corruzione e altri scandali. Che sia ad Haiti, Ciad, Congo, Birmania o Francia, Kouchner ha tutti i tipi di scheletri nel suo armadio.

Dopo un decennio di quasi assenza, Kouchner ha forse pensato di ricostruire la sua reputazione e la sua carriera politica attraverso qualche attacco alla Turchia. Questa mossa conferma solo che Kouchner è stato fuori contatto per un po’ di tempo. Costruire l’immagine di una Turchia che sia l’uomo nero non è solo infantile e futile, ma anche miope e controproducente.

Mentre la leadership turca è impegnata a risolvere la crisi globale del grano e a guidare gli sforzi per portare pace e stabilità in Ucraina, questi piccoli attacchi da parte di politici sporchi non faranno che rafforzare la volontà della Turchia di fare ciò che è giusto. Di conseguenza, Ankara continuerà a opporsi ai progetti terroristici che prendono di mira l’integrità territoriale di Turchia, Siria, Iraq e oltre.

Note:

[1] Prese parte, con una cinquantina di guerriglieri, al fallito tentativo di rivoluzione in Bolivia di Ernesto Guevara. Dalla fine degli anni sessanta viene sospettato, insieme all’artista e rivoluzionario Ciro Bustos, di essere uno dei “traditori” del Che. Arrestati entrambi dall’esercito boliviano qualche mese prima della cattura e della morte di Guevara, avrebbero collaborato rivelando la presenza di Guevara in Bolivia.

Molte biografie sul Che scagionano Debray da questa accusa e indicano in Bustos il delatore che permise la cattura del rivoluzionario argentino, cui fece seguito la morte.

Nel 2001 Erik Gandini, Tarik Saleh, Mårten Nilsson, Lukas Eisenhauer e Johan Söderberg hanno realizzato un film-documentario dal titolo Sacrificio. Chi ha tradito Che Guevara?, nel quale, attraverso interviste esclusive e accurate ricostruzioni storiche, affermano che il vero traditore del rivoluzionario argentino fu proprio il francese. La prova inconfutabile sarebbe una lettera privata inviata dallo stesso Debray al suo avvocato nei giorni della cattura, in cui affermava che aveva raggiunto un accordo segreto con l’esercito boliviano. L’avvocato decise di rendere pubblica questa lettera. Il comportamento poco disponibile ed evasivo di Debray durante la breve intervista contenuta nel documentario sembra confermare tale tesi. Probabilmente suo anche il tradimento che portò alla morte Monika Ertl, guerrigliera che uccise il torturatore boliviano del Che. [N.d.T.]

[2] Le opinioni espresse in questo articolo appartengono all’autore e non riflettono necessariamente la politica editoriale, le idee e le opinioni di NR-Italia. In particolare ci dissociamo dal tentativo di accostare l’immagine di Che Guevara al terrorismo internazionale e dalle affermazioni secondo cui la Turchia sarebbe stata un impeccabile baluardo nella lotta al terrorismo dello Stato Islamico in Siria.

Fonte

Traduzione di Alessandro Napoli