FRANCIA: Hollande si ricandida e l’ex ministro al Bilancio lo coinvolge nello scandalo dei fondi neri
Il presidente francese in carica François Hollande si candiderà alle prossime elezioni presidenziali in programma l’anno prossimo. La notizia è ufficiale: l’annuncio è stato fatto dal presidente del gruppo socialista alla Camera Didier Guillaume, il quale ha chiosato: "La Francia ha bisogno di lui".
Sebbene prevedibile, ed infatti circa il 75% dei cittadini francesi interpellati in un sondaggio dell’Istituto Francese di Opinione Pubblica (SFOP) effettuato a settembre alla domanda se riteneva possibile una ricandidatura del leader socialista all’Eliseo aveva risposto affermativamente, la decisione di Hollande probabilmente non porterà fortuna alla sinistra francese: lo stesso sondaggio certifica, infatti, che l’85% degli elettori transalpini negherebbe al momento il proprio consenso ad un suo secondo mandato.
Gli sforzi du Président volti a recuperare popolarità, facendo leva sull’orgoglio ferito dagli attentati terroristici della Nation, non sembrano aver ottenuto gli effetti sperati. Storicamente minoranza nel paese, la Gauche, ed in particolar modo il Partito Socialista, sembra aver perso definitivamente la propria presa sulle masse, in particolare sui ceti meno abbienti, oramai sempre più orientati verso un voto di protesta da attribuire al Front National di Marine Lepen. A ciò va aggiunta l’evidente mancanza di charme di Hollande, l’inefficacia della sua azione politica, il tradimento delle speranze suscitate in occasione della sua elezione di garantirsi una maggiore flessibilità economica da parte di Bruxelles, la debole capacità di reazione nei confronti del fondamentalismo islamico.
Tutti fattori che lasciano prevedere come la prossima corsa all’Eliseo finirà per essere un affare tutto interno alla destra francese, una sfida all’ultimo voto tra la leader della fiamma tricolore, sempre più forte, sebbene politicamente ancora troppo isolata, e colui che riuscirà a farsi riconoscere come il candidato della destra repubblicana post-gollista, dove per ora la situazione è ancora confusa, con Nicolas Sarkozy circondato da avversari.
Anche gli scandali però hanno giocato un ruolo nello screditare agli occhi dei francesi il presidente in carica. Il più clamoroso fu certamente quello legato all’amante Julie Gayet. Ma qualcosa di più grave potrebbe profilarsi all’orizzonte, proprio a ridosso della tornata elettorale.
La notizia è passata sotto silenzio su quasi tutta la stampa francese, ma non è sfuggita al prestigioso giornale economico “Les Echos”, che l’ha riportata in prima pagina. Mentre proseguono, infatti, le rivelazioni in relazione allo scandalo dei fondi neri accantonati dall'ex ministro socialista del Bilancio Jérôme Cahuzac, accusato davanti al tribunale di Parigi di frode fiscale e riciclaggio di denaro sporco, proprio Cazuhac nella sua deposizione di martedì 13 settembre davanti alla corte, dopo aver chiamato in causa l'ex primo ministro socialista Michel Rocard, alla cui attività politica era destinata secondo lui parte di quei fondi neri, ha coinvolto nella vicenda anche François Hollande.
Nel lanciare la "bomba politica", poche ore prima dell’annuncio ufficiale della ricandidatura, l’ex ministro al Bilancio è rimasto assai vago: ha solo accennato a due occasioni in cui, nel 2012 e nel 2013, al termine di altrettante riunioni del Consiglio dei ministri, Hollande gli avrebbe chiesto conto delle voci che già all'epoca circolavano sulle sue attività "illegali"; il problema, secondo Cahuzac, starebbe nel fatto che però il presidente, in quei frangenti, non gli avrebbe posto le "giuste domande". Tale circostanza avrebbe prodotto in lui la convinzione che fosse in qualche modo autorizzato a "continuare a fare quel che stavo facendo". L'ex ministro del Bilancio ha aggiunto ulteriore ambiguità alla sua deposizione, affermando come "da un punto di vista politico Hollande non abbia alcuna colpa; ma umanamente è tutta un'altra storia", ed ha concluso dicendo di essere consapevole che queste sue parole su di un possibile coinvolgimento del presidente nello scandalo dei fondi neri "non passeranno inosservate".
In Sicilia lo si definirebbe “un pizzino” d’avvertimento all’indirizzo di Hollande che, alla vigilia della nuova campagna elettorale, potrebbe ritrovarsi gravato dall’ulteriore zavorra di un coinvolgimento nello scandalo dei fondi neri.