ELEZIONI GIORDANIA: il partito islamista fa il suo ingresso in Parlamento
Mentre prosegue lo spoglio elettorale nelle 23 circoscrizioni della Giordania dove lo scorso 20 settembre i cittadini si sono recati alle urne, si sussegue la diffusione dei primi dati del voto. I dati provvisori che vengono pubblicati sul sito ufficiale del governo giordano dedicato alle elezioni "www.entikhabat.jo" lasciano presagire che il Fronte di azione islamico (Iaf) possa ottenere circa il 10 per cento dei 130 seggi del parlamento.
Intervistato dall'agenzia stampa "Anadolu", Kazem Ayyash, ex membro della shura del partito della Fratellanza musulmana, ha sottolineato come dopo otto anni di assenza, la componente islamista torni in parlamento, forte probabilmente di 14 seggi secondo i risultati preliminari. Questa volta, a differenza del passato, i rappresentanti del partito islamista sono tornati alle urne all'interno di una coalizione, l'Alleanza nazionale per la riforma, ha fatto notare Ayyash. "Sono tornato questa volta all'interno di una coalizione che comprende nazionalisti, cristiani, circassi e ceceni", ha affermato il rappresentante dello Iaf. Ayyash ha sottolineato, inoltre, come questa volta gli islamisti si siano presentanti con uno slogan diverso rispetto al passato. Infatti, prima di boicottare le elezioni nelle precedenti tornate di voto, lo slogan utilizzato i Fratelli musulmani fu: "L'islam è la soluzione". In queste consultazioni, invece, il gruppo islamista si è rivolto agli elettori con un messaggio diverso: "Per un ampio programma di riforme". Concludendo la sua intervista con l'agenzia "Anadolu", Ayyash ha affermato che le autorita' di Amman hanno cercato di "limitare" la presenza della componente islamista alle elezioni, cosa che sarebbe avvenuta, in particolare, nella seconda circoscrizione della capitale.
Oltre che dalla presenza ormai certa della componente islamista nel prossimo parlamento, queste elezioni sono state contraddistinte dall'assenza di alcuni "volti noti" dello scenario politico giordano.
Inoltre sebbene ci siano stati alcuni episodi di irregolarita', la commissione mista di monitoraggio elettorale ha dichiarato che le elezioni dello scorso 20 settembre si sono svolte in un'atmosfera "pacifica" e sono state "ben organizzate".
"Nonostante ci siano stati isolati problemi, numerosi votanti hanno avuto la possibilita' di esercitare il loro diritto", si legge in un comunicato dell'International Republican Institute. Secondo l'istituto di ricerca, i miglioramenti delle elezioni giordane del 2016 riguardano il ripristino del sistema un voto, una persona; il fatto che nessun partito abbia boicottato le elezioni - a differenza delle precedenti consultazioni in cui proprio il partito islamista non si era presentato - e la registrazione automatica del voto. Tra i punti di "debolezza" delle consultazioni giordane,invece, l’istituto ha registrato il fatto che non sia stato rispettato il divieto di fare campagna elettorale entro i 200 metri di distanza dai seggi, oltre che all'interno della sede elettorale, il divieto di mantenere segreto il voto, la lentezza dello scrutinio. Infine, l'istituto di ricerca attende di sapere se verranno mantenute le promesse fatte dal sovrano, Abdullah II, per quanto riguarda il rafforzamento del potere del parlamento, del ruolo dei partiti politici e una maggiore partecipazione dei cittadini ai processi politici del paese.