Dugin a Shanghai: Relazioni internazionali e geopolitica – Seconda Lezione [3]
La strategia americana segue tutte queste linee [descritte nel precedente articolo, N.d.R.]. Queste mappe d’azione sono state disegnate all’inizio del XX secolo e negli anni Venti. Oggi sono attualissime. Nella visione anglosassone, il Sea Power è il soggetto e il Land Power è l’oggetto. Nel 2005 ho incontrato Zbigniew Brzezinski a Washington e tra noi c’era una scacchiera. Ho chiesto: “Signor Brzezinski, lei ritiene che il gioco degli scacchi sia per due giocatori?”. Mi rispose: “No, è per uno”. Questa è la tipica concezione occidentale, la visione anglosassone, della geopolitica. Gli scacchi sono un gioco per un solo giocatore, cioè c’è un solo soggetto, e l’altro non è un giocatore, ma un oggetto, la cui mano deve essere mossa. Questo è l’atteggiamento di base della visione anglosassone della geopolitica. L’obiettivo principale della geopolitica anglosassone è circondare l’Heartland controllando il Rimland, impedendo all’Heartland di accedere ai mari caldi e di sfondare il blocco costiero. L’obiettivo principale è quello di dominare il mondo controllando l’Eurasia dal mare.
Il futuro declino della Gran Bretagna e l’ascesa degli Stati Uniti erano stati previsti già alla fine del XIX secolo da alcuni imperialisti britannici, come Sir Cecil Rhodes (1853-1902) e il suo gruppo, la Tavola Rotonda. L’ammiraglio Mahan, come ho già detto, considerava gli Stati Uniti una potenza marittima. Non era evidente che gli Stati Uniti fossero una potenza marittima quando Mackinder scrisse il suo primo articolo. Egli vedeva il Nord America come una sorta di potenza terrestre – isolazionista, al di fuori della politica globale e non in competizione con la Gran Bretagna, ma uno spazio marginale e periferico. Mahan considerava gli Stati Uniti, sulla base della crescita della loro marina, una Sea Power. Dopo che Woodrow Wilson coinvolse gli Stati Uniti nella Prima guerra mondiale, ebbe inizio un evento o processo geopolitico molto importante: lo spostamento del centro del potere marittimo dalla Gran Bretagna agli Stati Uniti d’America. Ciò è avvenuto nell’arco di 20 anni, dalla fine della Prima guerra mondiale alla fine della Seconda guerra mondiale. In questo lasso di tempo, tutte le colonie della Gran Bretagna furono “regalate” agli Stati Uniti. C’è stato uno spostamento del centro di dominio globale all’interno dello spazio anglosassone dalla Gran Bretagna agli Stati Uniti. Questo è stato l’evento principale a livello geopolitico.
Molto simbolicamente, l’ultimo articolo di Mackinder è stato pubblicato su una rivista americana, Foreign Affairs, la cui organizzazione di redazione, il Council on Foreign Relations, è stata creata dall’élite americana subito dopo la Prima guerra mondiale per promuovere la visione wilsoniana degli Stati Uniti come potenza globale che opera in difesa del capitalismo, della democrazia e così via. Si trattava di uno spostamento teorico e intellettuale del centro decisionale e del soggetto. Si trattava di una sorta di transizione di Sea Power. In seguito, la Gran Bretagna è diventata la “vecchia potenza”, il “senior”, il “vecchio” che cura il suo giardino e che offre qualche consiglio, ma non è il vero soggetto.
Il vero soggetto, d’ora in poi, dalla prima metà del XX secolo, si è spostato dalla Gran Bretagna agli Stati Uniti. Tutto ciò che Mackinder ha detto sulla strategia della Gran Bretagna è stato applicato, punto per punto e parola per parola, agli Stati Uniti d’America, soprattutto nella seconda metà del XX secolo. Prima della fondazione del Council on Foreign Relations, gli Stati Uniti non “pensavano al mondo”; non avevano relazioni con l’estero ed erano assolutamente concentrati sulle loro questioni interne prima della Prima guerra mondiale, prima di Wilson e dei suoi 11 punti che dichiaravano che gli Stati Uniti d’America dovevano essere una potenza globale e un difensore globale del liberalismo, del capitalismo, della democrazia – appunto Sea Power. Dopo la Seconda guerra mondiale, gli Stati Uniti sono diventati la principale, l’unica potenza marittima per eccellenza. Gli altri sono diventati oggetti o strumenti nelle mani degli americani.
I primi a leggere attentamente le idee di Mackinder furono i tedeschi – non i russi, che erano impegnati in altri problemi intellettuali e politici. I tedeschi si risvegliarono alla geopolitica e, nei primi 20-30 anni del XX secolo, iniziarono a leggere Mackinder e ad accettare la geopolitica.
Il primo fu Karl Haushofer (1869-1946), geografo politico e generale tedesco che fu addetto militare in Giappone negli anni Venti. Dal Giappone portò con sé una parola interessante: 地缘政治 chi sei gaku, ovvero “geopolitica”. In seguito scoprì e accettò le idee di Mackinder e riconobbe alla Germania, proprio come affermava Mackinder, di essere parte del Continente, di essere Land Power.
Haushofer iniziò così a sviluppare il concetto di come creare una geopolitica continentale, non come oggetto degli anglosassoni, ma come soggetto che si opporrà consapevolmente, non solo come strumento, ma come una sorta di potere consapevole. La sua idea era esattamente opposta a quella di Hitler, in quanto Haushofer affermava che ci sono solo due possibilità per la Germania. In primo luogo, la Germania fa parte del continente, o Land Power; è conservatrice, tradizionale, gerarchica e così via, non ha quasi colonie o “progresso”, ma è una società tradizionale. E se è così, secondo Haushofer, allora la Germania deve essere allineata in un asse, sul quale Haushofer ha pubblicato l’articolo “L’asse Berlino-Mosca-Tokyo”. Quindi, per essere Land Power nella sua giusta dimensione, la Germania dovrebbe essere alleata con la Russia – quindi, la Germania nazista dovrebbe essere alleata con la Russia comunista. Questa era la legge della geopolitica che andava contro l’idea di Hitler. Ma Haushofer disse che se si volevano seguire le regole della geopolitica, si poteva passare dalla parte del Sea Power, e in quel caso la Germania avrebbe dovuto concludere un trattato o un’alleanza con gli inglesi e gli americani, ma non si può combattere [su due fronti], o si verrà distrutti – è stato il detto profetico di Haushofer. La geopolitica è quindi una sorta di profezia che si realizza sempre, sia che venga ignorata sia che venga aperta. Hausehofer disse a Hitler di trovare un modo per allearsi con la Russia, come si era tentato di fare con il Patto Ribbentrop-Molotov, o con l’Occidente, come si era tentato di fare con l’accordo di Monaco tra i Paesi occidentali e la Germania. L’unica cosa geopoliticamente impossibile era combattere su due linee: questa era un’eresia geopolitica, secondo Haushofer. Questa è stata la scuola tedesca che ha arricchito la geopolitica creando nuove dottrine, nuovi testi, nuove analisi intellettuali, basate sull’accettazione dell’analisi di Mackinder.
Ma una comprensione più profonda della geopolitica, del Land Power e del Sea Power, è stata data da un altro filosofo tedesco, molto più serio e profondo di Karl Haushofer: Carl Schmitt (1888-1985). Schmitt è stato il più grande pensatore politico del XX secolo. È conosciuto in tutti i Paesi e le università d’Europa, tranne che in Germania, dove è proibito. Negli Stati Uniti c’è un grande interesse per Schmitt e il suo seguace Leo Strauss è considerato il maestro dei neoconservatori. Carl Schmitt è molto seguito anche a sinistra, sia nella sinistra europea postmoderna che in quella latinoamericana, da comunisti, anarchici, ecc., è l’autore più letto in scienze politiche e sono molto felice che sia molto conosciuto in Cina, anche in Russia è molto popolare.
Nel suo libro Land und Meer, Carl Schmitt ha approfondito la comprensione di cosa siano la terra e il mare. Utilizzò i nomi biblici di Leviathan, il serpente del mare, e Behemoth, il potere della terra. La lotta tra il potere del mare e il potere della terra fu presentata da Schmitt come la lotta escatologica tra il Leviatano e il Behemoth, due grandi mostri che corrispondono a due opposte visioni del mondo, o Weltanschauungen in tedesco. Egli fece una chiara identificazione tra il Sea Power e la modernità, il capitalismo, il liberalismo, la democrazia, il materialismo, la scienza moderna – tutti questi erano una sorta di “risultato” del Sea Power. Carl Schmitt diede al concetto di Sea Power un significato enorme e nuovo, che era uno sviluppo di ciò che Mackinder aveva già in mente, ma fu esposto in modo così brillante da trasformare la geopolitica in un approccio filosofico e in una filosofia politica, non solo sulla carta strategica.
Lo stesso dichiarò lo scrittore conservatore britannico – cattolico come Schmitt – Gilbert Keith Chesterton (1874-1936), che aveva due mogli, entrambe serbe. Anche in questo caso, la geopolitica acquisì una dimensione metafisica. La Grande Guerra dei Continenti era considerata una sorta di battaglia escatologica e biblica per i tempi finali. Non si trattava solo di chi controllava l’Heartland e il mondo, ma di quale fosse l’obiettivo del controllo. Carl Schmitt si chiedeva quale fosse l’obiettivo del controllo: non il potere in sé, non solo in senso pragmatico, non come gioco di potere, ma come qualcosa di più profondo, come la battaglia finale per i tempi finali, che nella visione cristiana significa il Regno dell’Anticristo o il futuro Regno di Cristo. Qui si è aggiunto un atteggiamento cristiano e morale. Con questa dimensione, la geopolitica ha ottenuto una dimensione escatologica. L’escatologia è la scienza dei tempi finali, o di ciò che dovrebbe accadere come risultato della storia, alla fine della storia, in senso hegeliano, non fukuyamiano.
Il risultato della Seconda guerra mondiale fu che Hitler trascurò completamente il consiglio di Karl Haushofer. Non ci fu più la Germania, non ci fu più Hitler, non ci fu più il nazionalsocialismo, a causa di una guerra suicida che costò all’umanità molti milioni di vittime. Subito dopo la Seconda Guerra Mondiale, iniziò la Guerra Fredda, in cui si ebbe di nuovo una pura illustrazione della classica mappa della geopolitica. C’era il campo sovietico, di cui la Cina faceva parte, il campo socialista, contro il campo capitalista. C’è stato un momento in cui il campo sovietico e i Paesi comunisti e anticapitalisti hanno acquisito la dimensione geopolitica di Behemoth. Il comunismo era per certi versi behemotico. Era un Land Power. Ecco perché il comunismo non ha vinto nei Paesi industriali e liberali che avevano una grande quantità di proletari, ma nei Paesi contadini e agricoli come la Russia o la Cina – perché erano Potenze Fondiarie. Il comunismo ha vinto nel Land Power, in un contesto anti-liberale, anti-occidentale e anti-mare. Questa è la spiegazione geopolitica della Guerra Fredda.
Tuttavia, la scienza della geopolitica, e il destino e la sorte di questa scienza, erano diversi. Negli Stati Uniti era considerata la strategia principale, sempre utilizzata. Fin dai tempi di Mackinder e Spykman non hanno mai smesso di usare la geopolitica come visione di base di ciò che accade nel mondo e nella politica. Ma con lo sforzo tedesco di creare una geopolitica alternativa con il Continente come soggetto, questa esperienza ha subito una sorta di demonizzazione a causa dei rapporti di Haushofer con Hitler e dei crimini commessi dai nazisti. La parte continentale della geopolitica fu distrutta come una “pseudo-scienza”, mentre la parte anglosassone della geopolitica continuò a essere accettata come strategia principale. Così, dopo la Seconda guerra mondiale, la geopolitica ha assunto due significati: (1) qualcosa di completamente razionale e positivo negli Stati Uniti e (2) qualcosa di impossibile, nazista e fascista al di fuori degli Stati Uniti e dell’Inghilterra. È proprio come chi vuole vincere sempre in una partita a scacchi: la soluzione migliore è non insegnare all’altro a giocare. Questo è il “gioco dell’uno”, come ha spiegato onestamente Brzezinski.
La geopolitica è stata demonizzata in Europa, ma è stata presa come un normale strumento di apprendimento per le élite negli Stati Uniti. Ecco perché Brzezinski, Kissinger, la Commissione Trilaterale e il Council on Foreign Relations pensano esattamente con la stessa mappa e gli stessi concetti, ma la geopolitica è vietata agli altri. È come se ci fossero due geopolitiche: “geopolitica” in inglese, che è una scienza buona, corretta e razionale, e la Geopolitik tedesca che è una pseudo-scienza. Se si considera il Sea Power dal Land Power, si tratta di una “pseudo-scienza”. Se si guarda al Potere del Mare dal punto di vista del Potere del Mare, è “scienza”. Questo è completamente distorto in virtù del punto di vista.
Purtroppo, in Unione Sovietica, anche a causa della reputazione di Haushofer, la geopolitica era considerata una “scienza borghese”. Era anche proibita, così abbiamo perso del tutto la geopolitica continentale. C’era la geopolitica di Sea Power, mentre tutti gli altri erano rimasti senza geopolitica. Quindi c’era una ridotta consapevolezza geopolitica da parte della Terra, considerata un oggetto. Non insegniamo ai cani e ai gatti il linguaggio umano o la scienza, quindi li consideriamo “stupidi”. Lo stesso vale per la geopolitica. Mentre alcuni dichiarano che la geopolitica dovrebbe essere riservata all’élite dominante anglosassone, trattano gli altri come nemici a cui non si dovrebbe insegnare questa “pseudo-scienza”. Ecco perché ci sono così tanti dibattiti sulla geopolitica, perché è una scienza proibita per gli altri, mentre nel mondo anglosassone fiorisce come uno strumento normale e necessario per l’apprendimento dell’élite anglosassone e americana.
Traduzione a cura di Lorenzo Maria Pacini