Dugin a Shanghai: Multipolarità, Unipolarità, Egemonia – Terza Lezione [1]
La lezione di oggi è molto carica di significato, il contenuto di questa lezione è parecchio denso. Presenterò un nuovo approccio alle Relazioni Internazionali. Nella prima lezione ho parlato delle teorie classiche e post-positive delle Relazioni Internazionali, mentre nella seconda ho presentato i principi fondamentali della Geopolitica. Ora evocherò e utilizzerò questi concetti di Relazioni Internazionali e di Geopolitica per spiegare cosa sono l’unipolarismo, il multipolarismo e l’egemonia.
Stabiliamo alcune relazioni. Per capire cosa sono il multipolarismo e la Teoria del mondo multipolare, dobbiamo capire cos’è l’unipolarismo. L’unipolarismo è proprio quello che abbiamo nella politica concreta dopo la caduta dell’Unione Sovietica. Quello è stato dichiarato il “momento unipolare”.
Il multipolarismo è il concetto o la teoria che sfida questo unipolarismo. Esiste una sorta di opposizione o confronto tra le visioni del mondo unipolare e multipolare. L’unipolarismo si basa su alcuni principi teorici – geopolitici, ideologici ed economici – e lo stesso sarà per il multipolarismo.
Ma l’unipolarismo esiste, mentre il multipolarismo non esiste ancora – è in fase di transizione, ma non ancora raggiunto. Stiamo parlando di qualcosa che è nella realtà, ma che sta finendo, e di qualcosa di nuovo, che non è ancora arrivato o non è stato totalmente realizzato. Stiamo passando dall’unipolarismo al multipolarismo. Sappiamo cos’è l’unipolarismo, ma non sappiamo cosa sarà il multipolarismo. È una questione aperta e molto appassionata. È una prospettiva un po’ futurologica.
Ci sono molte teorie sulle relazioni internazionali. Una delle teorie più famose è quella del sistema mondiale bipolare proposta da Kenneth Waltz, con la divisione in campo capitalista e campo socialista, o Occidente e Oriente, che, secondo Waltz, rappresentava una sorta di equilibrio. In questo sistema, un polo limita l’altro, possono cooperare e il loro dialogo, confronto e opposizione creano questo sistema. Il Terzo Mondo è stato possibile grazie al bipolarismo e a una sorta di spazio tra i due. Grazie al sistema bipolare, tutti gli altri potevano esistere “ai margini” di questo sistema mondiale generale.
Ma quando l’Unione Sovietica è crollata, la nuova idea di unipolarismo è stata promossa da alcuni realisti delle relazioni internazionali, primo fra tutti Robert Gilpin. Invece di un sistema bipolare di più e meno, di due poli che interagiscono in opposizione, per esempio in cui gli americani e l’Occidente sono il più, e noi, l'”Est”, siamo il meno, Gilpin propose un concetto o un sistema diverso per le Relazioni Internazionali in cui c’è un solo polo, il centro assoluto di tutto, cioè non c’è più il meno, ma solo il centro in ascesa. Robert Gilpin vinse i suoi dibattiti teorici con Kenneth Waltz, perché Waltz sosteneva che il bipolarismo sarebbe durato per sempre in qualche modo, perché era un sistema mondiale più conservatore e stabile. Gilpin propose la possibilità di una situazione unipolare.
L’unipolarismo ha guadagnato terreno nei dibattiti teorici sulle relazioni internazionali dopo il crollo dell’Unione Sovietica. Quel momento è stato precisamente dichiarato “momento unipolare” da Charles Krauthammer. Il “momento unipolare” significava la creazione del concetto di sistema unipolare con un polo e una periferia nella realtà concreta; ma Krauthammer non era sicuro se questo sarebbe durato per sempre o se sarebbe finito nel tempo. Non era sicuro che si trattasse di un ordine mondiale o di una situazione temporanea. Così ha chiamato il “momento unipolare” con questo termine molto corretto. Dopo la fine dell’Unione Sovietica, c’è stata proprio una conferma del sistema unipolare, ad esempio ad altri livelli, come dichiarato da Francis Fukuyama quale “Fine della Storia”. Non c’erano poli o sistemi a confronto, c’era solo un sistema: la democrazia liberale capitalista con la società di mercato, con l’Occidente riconosciuto da tutti come “leader globale”. Quindi, c’era l’Occidente e il resto. Il resto doveva seguire l’Occidente: questa era l’essenza dell’unipolarismo. C’è un solo polo, un solo sistema, un sistema globale: la globalizzazione. Dunque, l’unipolarismo era la comprensione, in termini realisti, dello stesso concetto di globalizzazione, la Fine della Storia o il momento unipolare.
È interessante che proprio all’inizio degli anni 2000 lo stesso Krauthammer abbia dichiarato che forse il momento unipolare è finito. Ciò avvenne dopo l’attacco dell’11 settembre al New York Trade Center da parte dei terroristi islamici e dopo l’ascesa al potere di Putin. Allora sembrava che il momento unipolare non fosse più un ordine mondiale unipolare, che qualcosa fosse andato “storto” con l’unipolarismo. “Normalmente” non ci sarebbe dovuto essere l’attacco terroristico dell’11 settembre, perché non c’era nessuno Stato che potesse attaccare gli Stati Uniti, nessuna civiltà, nessun sistema politico, nessuna arma nucleare – niente di strutturale o simmetrico rispetto al potere e al dominio americano. La Russia in quel momento si trovava in una situazione molto bassa con Eltsin, ed era sull’orlo del collasso dopo l’Unione Sovietica, ma Putin ha iniziato a riaffermare la Russia come Paese sovrano. Si trattava di una sorta di sfida al sistema unipolare. Ad esempio, nel 2007 Putin ha pronunciato il suo discorso di Monaco che metteva in discussione proprio l’unipolarismo e l’egemonia occidentale. Nel 2008, nonostante il sostegno americano alla Georgia, la Russia è intervenuta in Ossezia e Abkhazia. Nel 2014 abbiamo riunificato la Crimea e poi siamo intervenuti in Siria. Parallelamente, c’è stata un’enorme ascesa del modello cinese – come dice Zhang Weiwei – il modello cinese era una sorta di nuova egemonia che appariva all’orizzonte.
Ciò significa che c’era qualcosa che si muoveva contro l’unipolarismo. Eppure, l’unipolarismo prevale ancora nell’analisi globale. L’unipolarismo sta finendo, ma il momento unipolare dura, è ancora qui. È assolutamente chiaro a tutti che qualcosa non va nell’unipolarismo, che l’unipolarismo è instabile e in declino, ma è ancora qui e non è sorto nessun altro sistema politico o internazionale. Stiamo vivendo la fine dell’unipolarismo.
L’unipolarismo comprende diversi aspetti. Ad esempio, potremmo dividere l’unipolarismo in gruppi di concetti – unipolarismo aperto o “esplicito” e unipolarismo nascosto, “segreto” o “implicito”.
L’unipolarismo aperto (esplicito) è il Neoconservatorismo negli Stati Uniti e il Progetto per un Nuovo Secolo Americano promosso dai Neoconservatori. Essi dichiarano che il termine liberale dovrebbe governare il mondo e che i Paesi liberali dovrebbero prevalere e dominare apertamente tutti gli altri. L’America dovrebbe governare il mondo, dare l’esempio e stabilire le norme per gli altri Paesi e le altre culture. Niall Campbell Ferguson, uno studioso inglese di IR, ha dichiarato che dobbiamo usare la parola “impero” per qualificare ciò che è l’unipolarismo: è un impero occidentale moderno o postmoderno che dovrebbe dominare l’intero pianeta. Ferguson afferma che non dovremmo esitare a usare la parola “impero”, che è stata demonizzata e criticata, ma ora stiamo vivendo in un impero. La metropoli, il centro di questo impero, è il mondo occidentale, il ricco Nord, e ci sono altre “province” di questo “impero” che dovrebbero essere governate dal centro. Parliamo quindi dell’impero occidentale, postmoderno, globale, liberale, capitalista, neocoloniale in tutti questi sensi. Questo è l’unipolarismo aperto, esplicito, così come viene presentato nei dibattiti IR.
La visione del Pentagono dell’unipolarismo è chiara se diamo un’occhiata alla mappa strategica del pianeta. Vedremo basi militari americane ovunque, tranne che in Cina e in Russia. Questa è una manifestazione concreta dell’unipolarismo. Gli Stati Uniti hanno cercato di controllare il Pacifico, l’Asia, l’Europa, l’Africa, il mondo arabo e la NATO. La visione del Pentagono è ancora assolutamente unipolare. Gli interessi nazionali americani e la sicurezza americana sono considerati dal Pentagono un valore universale. Nella loro visione, è dovere di tutti voi e di noi difendere gli interessi americani. Chiunque sfidi il dominio americano è un “terrorista” e viene trattato teoricamente o praticamente come molto pericoloso. Qualsiasi uomo, movimento o Paese che non sia d’accordo con questa visione del Pentagono è un nemico. Questo è l’unipolarismo aperto. Per quanto riguarda l’Europa, questa idea è tradotta in atlantismo e rappresentata dalla NATO. La NATO è il mondo europeo sotto il controllo militare degli Stati Uniti. Questa è una delle espressioni dell’unipolarismo. La NATO è un’organizzazione unipolare che cerca di controllare il mondo a vantaggio di un solo polo, e questo propriamente è un unipolarismo esplicito e manifesto.
Traduzione a cura di Lorenzo Maria Pacini