Decostruire il dibattito sulla Storia, il nuovo libro di Shahzada Rahim

03.01.2022

Il titolo del libro è stato scelto ispirandosi al celebre libro di Nietzsche, Oltre il bene e il male, che ha segnato una svolta senza precedenti nella storia della filosofia, per cui il titolo Oltre la Civiltà e la Storia ha lo scopo di delineare il dibattito politico-storico, fin dagli albori del XX secolo.Il titolo del libro è stato scelto ispirandosi al celebre libro di Nietzsche, Oltre il bene e il male, che ha segnato una svolta senza precedenti nella storia della filosofia, per cui il titolo Oltre la Civiltà e la Storia ha lo scopo di delineare il dibattito politico-storico, fin dagli albori del XX secolo. La discussione riguarderà il discorso pre-moderno, moderno e post-moderno della storia delle civilizzazioni, concentrando il dibattito principalmente sul contesto storico modernista e post-modernista, in particolare sugli scritti di Oswald Spengler, Norman Angell, Arnold J. Toynbee e Alexander Dugin.

Partendo dalla letteratura storica modernista basata sullo studio di storia del Arnold J. Toynbee (I-XII volumi) con i vari paralleli quali lo sviluppo, l’aumento, il declino, il deperimento, la disintegrazione, la ripartizione e la caduta delle civilizzazioni, per poi proseguire con la letteratura storica anti-moderna basata sul declino dell’Occidente di Oswald Spengler sfidando l’interazione dei paralleli contrastanti quali “la cultura come il segno dello sviluppo” e “la civilizzazione come il simbolo del declino”. Uno spazio specifico è riservato alla letteratura tecnica-storica basata sulle Illusioni ottiche d’Europa di Norman Angell, tenendo conto dell’impatto dell’industrialismo e della finanza sulla storia. Infine, la discussione si sposterà sul discorso storico postmoderno sviluppato da Alexander Dugin attraverso la fenomenologia heideggeriana, contestando il ruolo della teologia politica e della politica radicale nello studio della storia e delle civiltà.

Al contrario, nel contesto filologico, la storia è caos, la civiltà è distopia, la cultura è contaminazione e la filosofia è il processo di riscoperta dei principi ontologici del metafenomeno. Con l’alba del ventesimo secolo, la degenerazione del glorioso West è stata speculata da Oswald Spengler, che ha affermato che la società occidentale ha raggiunto il relativo picco. Dopo le due grandi guerre, il famoso storico britannico Arnold J. Toynbee, che ha designato la fase trasformativa della società occidentale indicando i rapidi sviluppi sociopolitici dell’Europa del dopoguerra, ha ribadito questo dibattito. Con questo confronto dialettico fra i declinists come Spengler ed i pragmatists come Toynbee, il dibattito che circonda la storia e la civilizzazione viene polarizzato affinché le decadi avvenire possano avere uno strumento critico di comprensione ottimale. Questo libro esplora il nuovo studio filosofico delle prospettive moderniste e postmoderniste sulla storia.

Ecco alcuni estratti, tradotti dall’inglese:

«Carl Schmitt pionieristico il concetto di teologia politica rivedendo le forze nella storia. Inoltre, è stato il contesto stesso dell’architettura antropologica, che ha dato vita alla filosofia della storia. Ma nel discorso schmittiano, la filosofia della storia deve essere sostituita con «l’indagine della verità.» Martin Heidegger ha negato la filosofia della storia dicendo che i filosofi moderni non hanno capito la filosofia politica di Aristotele e Platone.» pagg. 4.

«Nel suo libro Oltre il bene e il male Nietzsche spiega una chiara distinzione tra i «pensieri scritti e dipinti» e i pensieri nella loro forma originale che ricorda la forza del Logos. Inoltre, il sottotitolo del libro è Preludio ad una filosofia del futuro, che si riferisce ad un nuovo tipo di filosofia, che libererà le menti degli uomini dai pregiudizi di altri filosofi, modello per l’inizio di una nuova filosofia.» pagg. 15

«Antropologicamente, la storia come disciplina si è diffusa in lotti qualitativi e quantitativi perché, come antro-storia, il livello di analisi ruota attorno all’idea e alla conoscenza del passato. Più precisamente, nell’ambito antropologico, la storia come disciplina ha la solenne responsabilità di istituire i fatti ordinando gli schemi, fondando le serie, definendo le unità e descrivendo le relazioni. A titolo illustrativo, il discorso storico valuta la genesi di tutto ciò che spazia dalla sociologia alla politica, all’antropologia, all’economia e all’archeologia per sviluppare la descrizione del «Tutto» da «Parti.» Lo scopo principale di questa descrizione è quello di rompere la «totalità», basando l’essenza dei soggetti storici. Di conseguenza, la formazione e la deformazione delle «Totalità» sono state una delle facoltà importanti della storia. Perché, rompendo la «totalità», la storia trascende se stessa dal fenomeno assoluto alla disciplina universalizzata.» pp.22

«Se ci spostiamo al discorso storico di Oswald Spengler, riconosciamo che è monumentale e metodologicamente riduttivo. Inoltre, in vari contesti, esso ingloba l’epistemologia e la metafisica, perché il termine «declino» è un discorso puro che spiega la degenerazione della modernità europea. A questo proposito, Oswald Spengler li costringe a ri-prevedere la nostra comprensione della storia del mondo dando risalto al discorso storico europeo moderno. Se cerchiamo di capire il fenomeno della storia moderna soprattutto dal punto di vista del signore Acton allora tutta l’analisi della storia ha preso la scienza e i metodi scientifici come una vera tecnica di analisi. Ma Spengler aveva rifiutato questa nozione e dato vita all’interpretazione metafisica della storia del mondo moderno e chiama tutta la storia come storia del mondo, non natura. Per lui, il mondo come natura ed i relativi metodi scientifici o calcoli matematici ci danno la comprensione del mondo come «Spazio» mentre l’analisi dello Spengler «del mondo come storia» dà la comprensione del mondo come «diventare» – il mondo di tempo. Nel dominio di Karl Popper, Spengler rifiutò l’idea che i principi e le leggi delle scienze naturali potessero essere applicate esattamente alle scienze sociali – in particolare alla storia.» pagg. 133

L’indice dell’edizione inglese è il seguente:

List of Tables and Figures   v

Acknowledgement   vii

Preface   viii

The essence of the philosophy of History   1
The breakdown of the civilizations   25
Nature  35

The Universal Prejudice against Civilization   40
Physical environment: the Curse  43
Human Environment: The living apocalypse  48
Russia and the Great European Civilization: 62
Industrial Age and rise of new social forces   73
Industrial revolution and Capitalism   83
Democracy and Education  84
The quest for Futurism    93
The onslaught of Modernity on Civilization    103
The Antagonism   111
Great trial: Toynbee, Spengler, and Dugin    115
Notes   167

Traduzione a cura di Lorenzo Maria Pacini