Darya Dugina un’eroina del nostro tempo
Due anni fa Darya Dugina veniva atrocemente assassinata. Era il 20 agosto 2022, quando l’auto con la quale stava rientrando, dopo aver partecipato al festival “Tradizione” tenutosi fuori Mosca veniva fatta saltare.
Indelebili le immagini drammatiche di quell’auto in fiamme che presto iniziarono a circolare sui vari media e social. Indelebili le sensazioni di angoscia, di sgomento di orrore per quella perdita.
Angoscia per la sua morte prematura – Darya aveva solo ventinove anni, sgomento per la sua fine terribile e orrore per il dolore tremendo toccato al padre Aleksandr e alla madre Natalia, dolore che, come genitori, li accompagnerà fino all’ultimo loro istante di vita.
Ho avuto il privilegio, l’onore, di conoscere Darya. La conoscevo da anni, m’invitava spesso a partecipare con Lei a programmi televisivi, conferenze.. Non solo era un’acuta filosofa, ma anche una brillante giornalista sempre puntuale e precisa nei suoi interventi. Ricordo il Suo entusiasmo, la Sua capacità persuasiva, la Sua forza d’animo, la Sua coerenza, tutta orientata verso i Suoi ideali che erano il Suo unico imprescindibile cammino verso la Sua piena realizzazione, non solo professionale ma soprattutto esistenziale.
Darya viveva in una dimensione proiettata verso altri ideali incommensurabilmente più elevati: “Voglio stare dalla parte delle forze della luce” come disse a Suo padre nella loro ultima conversazione.
Il giorno 18 agosto a Gavirate, alla Corte dei Brut, Rainaldo Graziani – amico di lunga data di Darya – ha organizzato un evento in Sua memoria. All’evento, il professor Aleksandr Dugin, in video collegamento, ha evidenziato in modo eccelso come la figlia continui a vivere come esempio, come eroina, come ideale:
“Darya, oggi è considerata un’eroina in tutta la Russia. Il suo nome è stato posto nei manuali di scuola per i bambini come esempio di servizio alla Patria, al popolo, alla società. Quest’atteggiamento, questo risultato nonostante la sua vita molto corta molto breve.. Perché vivere solo ventinove anni, come lei ha vissuto, e diventare eroina del popolo russo, entrare nei libri di scuola, ottenere (postumo ndr.) l’onorificenza dell’Ordine del Coraggio dal presidente Putin, è impossibile; ma soprattutto consideriamo quali erano le sue idee sugli ideali, sui princìpi, sulla sua filosofia.
Aleksandr Dugin
Darya è una tra i patrioti – numerosi. Patrioti perché abbiamo perso moltissima gente, che la Russia oggi piange. Ma Darya è più di una donna patriottica che ha servito fino alla fine la Patria, la Russia, la tradizione, Darya è umile spiritualmente, Darya è quella luce filosofica che oggi comincia a rivelarsi. In Russia e in Italia grazie ai nostri amici Rainaldo e Maurizio abbiamo già pubblicato più di sei libri di Darya. Sono libri profondi non superficiali, in essi scopriamo Darya, sempre di più, anche noi i suoi famigliari, i suoi parenti, i suoi amici.
Credo che l’eroe “nasce quando muore”. Non possiamo affermare che un personaggio sia eroe, o una donna eroina, non possiamo esserne sicuri e certi [se non alla fine], poiché fino all’ultimo momento un uomo o una donna può teoricamente tradire la propria causa. Questo è molto importante, solo la morte è il momento decisivo, solo allora possiamo dire: lei è certamente un’eroina, lui è certamente un eroe! Ci sono eroi che hanno una dimensione assoluta, una dimensione verticale, che non muoiono, che continuano a vivere, che continuano ad essere vita per guidare, per mostrare il cammino a coloro che sono vivi. Questa vita al di la della vita, vive di più, è più vitale della vita corporale. Questo è il destino dei veri eroi. Credo che Darya, in tal senso, abbia solo iniziato il suo cammino spirituale trascendente mostrando l’esempio di orizzonti radicali e metafisici a tutti noi. In tal senso con tutta la tristezza che il mio cuore di padre non lascia percepire, sono orgoglioso d’aver una figlia come Daria. Vale anche per i tanti amici che Darya aveva in tutto il mondo, ma soprattutto in Italia, nell’Italia profonda, nell’Italia vera, nell’Italia eterna, nell’Italia che è esempio trascendentale per tutti noi, poiché noi russi ci consideriamo la Terza Roma. Dalla Terza Roma alla Prima Roma questo è il messaggio eterno di una giovane donna, eroina del popolo russo, della tradizione, della nostra Chiesa, dei nostri valori. Moltissime grazie a voi che non dimenticate Darya e per tutto quello che fate”.
Collegamento con Dugin
Come suggerito dallo stesso Graziani, negli scritti di Darya il concetto di “Soggetto povero” è un aspetto peculiare che né sua madre, né suo padre, filosofi, avevano colto con la stessa profondità della figlia. Il professor Dugin ha spiegato il significato di questo concetto:
“Solo oggi riscopriamo l’idea di “soggetto povero”, è l’idea-antitesi di soggetto forte, individualista, razionalista. Il “soggetto povero” per Darya era l’anima del popolo russo, l’anima segreta del popolo russo. Non possiamo comprendere niente della Russia quando facciamo la comparazione tra occidente, soggetto occidentale e la Russia dove appare questo soggetto questa soggettività un po’ limitata, piccola, povera. Darya ha sviluppato davvero l’idea, che questo soggetto possa avere un mistero metafisico interno. Questa idea supera la nostra filosofia. Lei ha sviluppato l’idea di “soggetto povero” in gioventù quando aveva diciassette – diciotto anni, ed è stata una delle sue prime tesi scritte, una sua ispirazione profonda.
Questo concetto, in un certo senso, è un concetto chiave per comprendere l’anima russa, la storia russa, la società russa, la tradizione russa. Possiamo compararlo alla povertà dello spirito evangelico. Credo che questo concetto abbia anche altre dimensioni che in futuro potremo esplorare”.
Un plauso finale a Rainaldo Graziani per aver riunito gli autentici amici di Darya, tra cui l’editore Maurizio Murelli, in un evento commemorativo molto sentito. L’evento, molto articolato, nella parte musicale ha visto la partecipazione della violinista e compositrice serba Sonja Kalajic che ha ricordato Darya con una speciale performance parlata e musicale.
Sotto: una foto di archivio di Eliseo Bertolasi assieme alla Daria Dugina