Da EuroMaidan alle sanzioni, passando per Renzi-Tafazzi: intervista a Gianluca Savoini
Abbiamo il piacere di intervistare Gianluca Savoini, fondatore e presidente di Lombardia-Russia, un’associazione culturale nata poco più di due anni fa, la quale contribuisce quotidianamente a rinsaldare i rapporti, storicamente proficui, tra Italia e Russia.
1) Dott. Savoini, quali motivazioni l’hanno indotta, nel febbraio del 2014, a fondare l’associazione culturale Lombardia-Russia?
“In quel periodo eravamo nel pieno della crisi ucraina, con le tv di tutto il mondo che si erano accampate tra i rivoltosi di “Euro-Maidan” – e già il termine con cui la piazza centrale di Kiev era stata ribattezzata faceva facilmente capire quali interessi e finanziatori ci fossero dietro.
Pochi mesi prima avevo avuto modo di incontrare amici russi vicini alle posizioni del presidente Putin che mi avevano anticipato il tragico scenario ucraino, ovviamente alterato dalla propaganda dei media occidentali.
Proprio per cercare di dare spazio anche ad un’altra visione del mondo e della storia, quella russa e non quella mondialista di un’Europa ormai succube delle lobbies globaliste, ho dato vita a questa associazione culturale, senza alcun supporto se non la passione di chi poco alla volta si è iscritto e ci seguiva sui social. Grazie anche al lavoro incessante, su questo versante, del vicepresidente Gianmatteo Ferrari, mentre il giovane segretario Luca Bertoni cominciava a tenere i rapporti con le altre associazioni simili in altre regioni del Paese.
Lo scopo principale di Lombardia Russia è quello di rinforzare i legami tra noi e il mondo russo, che sentiamo ben più vicino in termini di valori tradizionali rispetto all’Occidente decadente e materialistico che sta distruggendo la Vecchia Europa”.
2) Le sanzioni economiche alla Russia, con le conseguenti controsanzioni, stanno arrecando danni gravissimi a diversi settori industriali italiani, in un periodo, peraltro, di profonda crisi economica. Come giudica l’azione del governo Renzi in merito a questa faccenda?
“L’economia italiana sta subendo danni enormi per queste assurde sanzioni contro Mosca. Il premier Renzi ha ricevuto l’ordine di adottare questa misura dai potentati che lo hanno issato a Palazzo Chigi e ha obbedito agli ordini, senza tanti complimenti.
Del resto, che altro poteva fare uno che da sindaco di Firenze è stato imposto agli italiani come premierda un conclave bancario e da interessi internazionali, se non obbedire agli ordini in cambio del potere? I risultati sono miliardi di euro andati in fumo, centinaia di aziende che commerciavano con la Russia costrette a chiudere, danni forti anche nel comparto turistico e del lusso. Complimenti a questo governo di maggiordomi dei poteri forti!”.
3) Quali sono oggi le opportunità di investimento per le imprese italiane in Russia?
“Non sono uno specialista del settore e la nostra Associazione è soprattutto culturale. È anche vero però che, recandoci in Russia diverse volte in questi ultimi due anni, abbiamo toccato con mano i danni dell’embargo russo di risposta alle sanzioni e allora abbiamo ascoltato le richieste di numerosi imprenditori che ci scrivevano per poter avere un contatto diretto con le autorità russe.
Abbiamo così organizzato alcuni convegni a tema, dove sono intervenuti ministri russi e tecnici del settore economico che hanno risposto alle domande dei numerosi imprenditori presenti. Le imprese non hanno certo bisogno di noi, che imprenditori non siamo, ma noi abbiamo contribuito a creare nuovamente un clima adatto agli scambi commerciali con un partner primario qual è la Russia per l’Italia.
Aggiungo solo che, prima delle assurde sanzioni, il nostro paese era il secondo partner commerciale della Russia in Europa, dopo la Germania. Al governo abbiamo Tafazzi”.
4) Matteo Salvini è stato il primo leader politico occidentale a riconoscere la validità del referendum in Crimea sulla riunificazione con la Federazione Russa ed ha più volte esternato la sua ammirazione per Vladimir Putin. La Lega ha trovato nella Russia un modello sociale ed economico alternativo a quello fallimentare dell’Unione Europea?
“Mi sono recato insieme a Salvini in Crimea e in Russia pochi mesi dopo lo scoppio della crisi internazionale causato dai fatti dell’Ucraina. La Lega è stato il primo e unico partito italiano che ha riconosciuto immediatamente la legittimità del referendum di Crimea del marzo 2014 e che si è scagliato contro le sanzioni alla Russia.
Come dice lei, Salvini ammira Putin (che ha incontrato a Milano personalmente) soprattutto quando il presidente russo dichiara che innanzitutto vuole difendere l’identità culturale della Russia e la sovranità della sua nazione. Tutto l’opposto rispetto a governanti europei imbelli, quando non addirittura complici, dell’invasione immigratoria e del lassismo buonista nei confronti di chi ha dichiarato la “guerra santa” contro di noi.
E attenzione, quei tagliagole dell’Isis non sono veri islamici, ma semmai una orrida caricatura dell’Islam,finanziata a suo tempo da Paesi occidentali per abbattere, fra le altre cose, il presidente siriano Assad. Se adesso la Siria non è terra occupata dal califfato islamico terroristico, è grazie alla lungimiranza di Putin, il quale lo scorso autunno decise, annunciandolo anche all’Onu, di andare in Siria a colpire militarmente le postazioni dei terroristi islamisti.
La Russia, a differenza di altri, ha evitato una tragedia umanitaria di proporzioni immani: milioni di siriani sarebbero dovuti fuggire dallo Stato islamico per evitare la morte e quei veri profughi (non quelli finti che continuano a salire sulle navi per entrare in Italia) avrebbero inevitabilmente dovuto essere accolti da un’Europa allo stremo delle sue forze. Grazie Putin, quindi, e Salvini queste cose le dice sempre. Onore a lui”.
5) Pochi giorni fa in Austria il candidato sovranista Norbert Hofer ha perso le elezioni presidenziali per una manciata di voti. Tra meno di un mese nel Regno Unito si vota sull’uscita del Paese dall’Ue ed alcuni sondaggi danno il “brexit” in vantaggio; intanto la Grecia sta sprofondando in una crisi oramai umanitaria ed il trattato di Schengen vacilla dinanzi alle invasioni migratorie che non accennano a diminuire. L’Unione Europea è riformabile o finirà per implodere?
“L’Unione europea è una dittatura del politicamente corretto e chi non la pensa come vogliono i burocrati e i banchieri di Bruxelles viene fatto fuori, in un modo o nell’altro. La vergogna dei brogli elettorali in Austria, che hanno fatto perdere Hofer, è l’ultimo esempio di cosa sia l’Ue.
Poi non meravigliamoci se gli austriaci sono in grande maggioranza favorevoli ad ergere muri control’invasione migratoria dei clandestini. L’Ue è servita soprattutto a spogliare i singoli stati di sovranità: tutto viene deciso nelle stanze e negli uffici della commissione Ue, alla faccia del parlamentarismo e della democrazia.
Mi chiedo a cosa servano ancora i parlamenti nazionali. Visto che Renzi parla di riforma della Costituzione, perché non abolisce l’esistenza del parlamento nazionale? Tanto non può più decidere nulla di fondamentale. È un paradosso ed una provocazione, ma fino ad un certo punto.
Faranno perdere Brexit in giugno con altri brogli, come fecero in settembre in Scozia, al referendum secessionista scozzese. Solo che la storia alla fine presenterà il conto a lorisgnori”.
6) L’espansione ad est della NATO, sempre più vicina ai confini russi, ha riacceso le tensioni tra Occidente e Russia. Il Patto Atlantico, concepito all’epoca della guerra fredda con l’URSS, ha ancora senso nell’attuale mondo multipolare?
“La NATO aveva preso accordi formali con la Russia post-sovietica: non avrebbe più continuato, dicevano, astanziare uomini e mezzi intorno ai confini russi. Era logico, perché l’URSS non esisteva più e quindi il pericolo “rosso” era ormai finito nei libri di storia.
Ma era l’epoca del “Buon” Eltsin, che tanto piaceva ad americani ed occidentali perché stava svendendo la Russia ai capitalisti globali. Appena arrivato Putin, invece, cambia tutto e la NATO inizia di nuovo a mostrare i muscoli.
Anziché cercare un partenariato con Mosca contro il vero nemico, l’islamismo radicale e terrorista, il Patto Atlantico volge il mirino nuovamente contro la Russia. Non più comunista, ma che importa? Come spiegava bene Solženicyn appena crollata l’URSS, il rischio era di passare da una dittatura ben definita (quella sovietica) ad un’altra più subdola e ancor più pericolosa (quella del modello di vita unico per tutti, materialista, mercatista e possibilmente ateo).
E come sottolinea oggi lo scrittore e filosofo euroasiatista Alexander Dugin la geopolitica è una scienza esatta e spiega perfettamente lo scontro in atto tra la potenza d’oltremare (gli USA) e la potenza continentale (la Russia, o meglio ancora l’Eurasia). Quindi è facile capire perché la NATO vede la Russia come un nemico. Anche se l’esistenza stessa della NATO; in questo mondo multipolare, non avrebbe più alcun senso”.