Cosa c'è veramente dietro la teoria "Gender"?
E’ tra il 2013 e il 2014 che in Italia si inizia a parlare con una certa insistenza di "rottamazione" della Famiglia. In un'Europa nella quale pronunciare il nome di Cristo ed agire nel solco da lui tracciato diventava sempre più pericoloso, occorreva concentrare l'offensiva contro l'ultimo baluardo in difesa dell'essere umano, rappresentato appunto dalla Famiglia.
E l’Italia era molto indietro rispetto a Paesi europei più “avanzati” su questo terreno. Occorreva recuperare il gap. L'assalto è quindi iniziato su più fronti, non soltanto su quello legislativo.
E' infatti dalla manipolazione sistematica e sistemica dell'Informazione che è arrivato l'affondo più forte al concetto di Famiglia cosiddetta "naturale", quando cioè in modo subdolo si è tentato di far passare il falso storico che la Famiglia naturale fosse un costrutto sociale inventato dai cattolici. Cosa non vera, se si pensa che la Famiglia naturalmente intesa c’era già prima di Cristo.
L’azione della quasi totalità dei media asserviti al potere, poi, ha fatto il resto.
Proprio nel 2014, infatti, Papa Francesco intervenne dinanzi all’Europarlamento ed ai leader europei, quasi tutti sostenitori dell’ideologia gender e dell’arcipelago Lgbt, ribadendo il proprio “rammarico” per il “prevalere delle questioni tecniche ed economiche al centro del dibattito politico, a scapito di un autentico orientamento antropologico”.
“L’essere umano – affermò Francesco - rischia di essere ridotto a semplice ingranaggio di un meccanismo che lo tratta alla stregua di un bene di consumo da utilizzare. Così che, quando la vita non è funzionale a tale meccanismo, viene scartata senza troppe remore come nel caso dei malati, dei malati terminali, degli anziani abbandonati e senza cura, o dei bambini uccisi prima di nascere”. E concluse, tra gli applausi della maggioranza dell’emiciclo parlamentare: "Affermare la dignità della persona significa riconoscere la preziosità della vita umana, che ci è donata gratuitamente e non può perciò essere oggetto di scambio o di smercio. Voi, nella vostra vocazione di parlamentari, siete chiamati anche a una missione grande, benché possa sembrare inutile: prendervi cura della fragilità, della fragilità dei popoli e delle persone. Prendersi cura della fragilità dice forza e tenerezza, dice lotta e fecondità in mezzo a un modello funzionalista e privatista che conduce inesorabilmente alla cultura dello scarto”.
Le parole del Pontefice furono sintetizzate banalmente da quasi tutti i media e i passaggi maggiormente significativi del discorso di Francesco censurati senza remore.
E’ però attraverso l’introduzione della teoria gender che si è concretizzato l’affondo per modificare la società dalle sue radici e renderla così “fluida”, manipolabile, assoggettabile cioè al volere del mercato.
Ma che cos’è in realtà la teoria del gender?
Secondo i leader della comunità Lgbt “l’ideologia gender non esiste”, è “una invenzione”. Secondo Papa Francesco, invece, è “uno sbaglio della mente umana”.
I "gender studies" iniziarono negli anni '70 ad affermare quelle teorie che, partendo dalla emancipazione della donna, sostenevano l’indifferenzialismo sessuale tra maschile e femminile. Da qui, negli anni ’80, la definizione dei generi “lesbian, gay, bisexual, transgender, queer and intersexual” (LGBTQI) con l’obiettivo di liberare l’essere umano da categorie intese come “gabbie della mente” volute da una società sessista e maschilista. Al contrario, andava radicato nell’opinione pubblica il concetto di uguaglianza assoluta tra uomo e donna. Basta con la distinzione tra mestieri tipicamente maschili e mestieri più propriamente femminili e soprattutto stop al superato concetto di "mamma", ruolo che invece può essere ricoperto anche dell'uomo. Lo scopo è evidente: scardinare l'asse portante della Famiglia retta appunto da una donna, demolendo così definitivamente l'architrave che regge l'unione affettiva di persone intesa nel costrutto sessista e maschilista, che è appunto la Famiglia naturale tradizionalmente intesa.
L’ideologia gender vede quindi il sesso biologico come un dato originario modificabile, "fluido", "liquido". L'individuo deve poter scegliere in quale "genere" identificarsi, deve potersi "autodeterminare" adeguandosi, anche burocraticamente, ad infinite modalità di espressione della propria sessualità la catalogazione delle quali oggi risulterebbe davvero difficile.
Se la Famiglia si sgretola perché considerata appartenente ad un modello culturale e sociale stantio, vecchio, superato allora non esiste più la famiglia ma esistono “le famiglie”. Per la teoria gender, quindi, ogni aggregato sociale fondato su un generico “amore” è famiglia.
Se tutto è famiglia, allora, occorre una “desessualizzazione” della genitorialità: per fare un figlio non serve più l’unione sessuale tra un uomo e una donna. E non serve nemmeno una famiglia: chiunque, unito o meno ad un altro soggetto di altro sesso o del medesimo, può avere un progetto di genitorialità. L’assunto dal quale si parte è “purché ci sia amore”.
Ecco che la desessualizzazione passa per l’imposizione con forza di metodi alternativi di procreazione come la fecondazione assistita omologa e soprattutto eterologa, modalità prive di vincoli nei rapporti e per questo esempio di una liberalizzazione dell’uomo dai vecchi schemi del passato. L’utero in affitto, che ne incarna la più alta forma, diventa quindi la nuova frontiera di un business camuffato come “atto d’amore” verso il prossimo. Tutto questo passa ovviamente per una idealizzazione dell’omosessualità proposta come modello di liberazione da condizioni sociali oppressive.
La “colonizzazione ideologica” denunciata da Papa Francesco si completa quindi con il controllo dell’educazione e della comunicazione: formare le menti dei bambini, forgiare le giovani generazioni inculcando loro l’idea che la famiglia naturale sia soltanto uno stereotipo, penetrare la scuola pubblica attraverso il condivisibile intento di lottare contro le “discriminazioni di genere” e il “bullismo omo-transfobico”, governando nel contempo i centri nevralgici della comunicazione per filtrare il messaggio del pensiero unico dominante.
Infine, dipingere gli oppositori come pericolosi retrogradi limitatori delle libertà altrui, spinti soltanto da odio generato dalla paura verso il diverso.
La conseguenza? Legislazioni punitive, arresti di oppositori e obiettori di coscienza, linciaggio mediatico di chi non si adegua la nuovo diktat ideologico.
Ma qual è il vero scopo di questa mutazione genetica della società contemporanea in nome di un presunto progresso osannato ed auspicato da tutto il “mondo libero”, che si unisce in questo anelito di libertà allo spot pro lgbt di Obama “Love is love”?
E’ presto detto. E la presenza di alcune tra le più grandi corporazioni multinazionali - Apple, Coca-Cola, Nike, le holding di George Soros, le fondazioni MacArthur, Ford, Goldman e Rockefeller - alle spalle del “clan lgbt” lo testimonia in pieno: disintegrare i “corpi intermedi”” come la famiglia e lasciare in questo modo l’essere umano sempre più solo, pronto a diventare un consumatore e un cittadino in grado di obbedire alla mutevolezza dei mercati e dei sistemi politici attraverso il consumo compulsivo che è l’unica risposta possibile al vuoto della propria esistenza, priva di punti cardine storici rappresentati da valori e stili di vita tramandati di padre in figlio. Senza una “comunità”, peraltro, l’individuo perde anche la sua capacità di organizzare il dissenso. L’uomo, così, è reso pressoché inoffensivo.
Dinanzi a questo scenario catastrofico, cosa può fare l’Umanità?
Resistere. E’ questo l’unico imperativo. L’uomo deve resistere. Ed aspettare le condizioni migliori perché si intraveda l’alternativa a questo “mondo post genere” abitato da “cyborg senza storia, senza origini e senza identità”. La risposta può e deve essere una sola: il recupero di un’azione politica indipendente che sappia rimettere al centro del proprio agire l’intransigente posizione, decisamente contraria al buonismo del “politically correct”, di pretendere il riposizionamento delle società su modelli culturali tradizionali che sappiano rimettere al centro la Famiglia, la difesa della Vita fin dal concepimento, la condanna della cultura della dolce morte come scelta di libertà primaria intesa come diritto della persona ed, infine, il recupero dell’Identità della Persona come Soggetto e non come oggetto. Come Persona, appunto, non come cosa.