Controiniziazione: osservazioni critiche su alcuni aspetti della dottrina di René Guénon [4]

03.06.2022

Controiniziazione e iniziazione sono solidali tra loro fino a un certo punto

Il concetto di contro-iniziazione di Guénon si basa su uno schema a cui egli aderisce in relazione a questioni più generali riguardanti la struttura della Tradizione. Guénon ha sempre tenuto presente il seguente modello tripartito:

  1. Principio
  2. Spazio intermedio
  3. Periferia

Al centro del cerchio (o al vertice della gerarchia antropologica e cosmica, la verticale) si trova l’iniziazione, l’esoterismo autentico, la Tradizione primordiale, l’unica metafisica. Questa è la sfera interna, la sfera degli iniziati al di là delle differenze confessionali – la sfera di coloro che si trovano oltre la soglia delle organizzazioni esoteriche autentiche.

Alla periferia (il piano orizzontale) si trovano i profani e i non iniziati. Per loro, l’unicità della verità si nasconde dietro una varietà di forme e labirinti di norme morali ed etiche. Si tratta di persone comuni che non sono consapevoli della vera natura delle cose e degli eventi.

Infine, al di là della periferia, nel punto più basso dell’asse verticale, si trova una sorta di “anti-centro”. È la contro-iniziazione, il luogo dei “santi di Satana”. La controiniziazione unisce varie tendenze non in una sintesi leggera, ma in un oscuro miscuglio di parodia infernale.

Questo modello è ovviamente trasparente e convincente, ma le prime difficoltà sorgono quando si cerca di spiegare la localizzazione storica e geografica dei centri controiniziatici. A questo punto, si scopre che è piuttosto difficile distinguere tali centri dalle società e dagli ordini propriamente iniziatici. Determinare da quale parte della periferia – interna o esterna, superiore o inferiore – si trovi questa o quella organizzazione iniziatica si rivela estremamente difficile (se non del tutto impossibile), e tutti i criteri esterni possono essere facilmente simulati. Guénon ha precisato che il vero esoterismo è sempre orientato metafisicamente, mentre la controiniziazione rimane al livello della cosmologia o del “mondo sottile”. Tuttavia, una distanza enorme separa il mondo profano dal mondo dei principi metafisici. Nelle fasi iniziali, è assolutamente impossibile prevedere con certezza se un iniziato raggiungerà la fine di questo percorso verso i livelli metafisici veri e propri, o se rimarrà bloccato nelle sfere intermedie. E se si “blocca”, come si differenzia da chi rappresenta la “contro-iniziazione”?

In altre parole, fino a un certo punto, e piuttosto lontano dalla sfera di competenza del profano, le vie dell’iniziazione e della controiniziazione non sono solo parallele, ma essenzialmente una. Per quanto riguarda gli orientamenti di “sopra” e “sotto” (che a prima vista potrebbero sembrare criteri convincenti), va notato che non sono indicativi nell’esperienza iniziatica diretta, poiché l’ascesa nella sfera di confine tra il mondano e l’ultraterreno si compie spesso attraverso la discesa, una partenza che conduce direttamente nell’abisso.[7]

Se si arriva alla fine di questo percorso, l’adepto raggiunge un’effettiva realizzazione metafisica. Se si smarrisce, tutti gli attributi della controiniziazione saranno evidenti.

In altre parole, da questo semplice schema tripartito emerge un quadro più complesso e meno edificante, in cui l’enfasi principale non è posta sull’orientamento del movimento, ma sulla realtà del risultato raggiunto. Così, il problema della controiniziazione si riduce a una realizzazione esoterica incompleta e imperfetta, non a una sorta di società segreta primordiale e rigorosamente “satanica” che mira a creare e rafforzare una civiltà antisacrale. La civiltà antisacrale, che in effetti è stata costruita e si sta costruendo oggi, va vista come il risultato della sovrapposizione di molte realizzazioni incomplete, prima di tutto di natura esoterica, la cui solidarietà è evidente a tutti coloro che sono rimasti soddisfatti a metà delle tendenze incomplete nella loro stessa forma sacra.

La preponderanza del profanismo, alimentata dalla degenerazione generale, è solo una conseguenza della degenerazione delle stesse organizzazioni iniziatiche che, contraddicendo il loro orientamento primordiale, si accontentano ora di surrogati intermedi e di potenze non realizzate, invece di tendere incessantemente ed eroicamente verso il centro della metafisica. Allo stesso tempo, quella stessa forza “demonizzante” comunemente definita “diabolica” e “satanica” non può essere ritenuta responsabile della partecipazione a questo intero processo. Infatti, i risultati più terribili e formidabili della perversione e della de-sacralizzazione sono quelli raggiunti da persone che hanno le migliori intenzioni e sono convinte di essere portatrici ortodosse del bene più evidente. Ogni iniziato che tratta con affetto il proprio cammino spirituale, ogni chierico che considera la propria tradizione e i suoi dogmi come una convenzione etica o morale, ogni tradizionalista che si accontenta di recitare le frasi del proprio maestro, in apparenza corrette ma rese insignificanti dalla pigrizia mentale dei suoi seguaci, tutti questi tipi costruiscono a poco a poco le strutture della contro-iniziazione e recidono il vertice metafisico dalla piramide della realizzazione iniziatica.

Coloro che è più facile individuare come “rappresentanti della contro-iniziazione” sulla base di criteri puramente esteriori – ad esempio, i “luciferiani” o i “satanisti” aperti – a volte mostrano tragedia, dolore, anticonformismo e capacità di guardare dritto negli occhi la terribile verità della realtà apocalittica. Per questo motivo non possono svolgere il ruolo di principali “capri espiatori” per i tradizionalisti. Certo, alcuni di loro possono essere solidali con i processi di de-sacralizzazione, ma si tratta più che altro di un’eccezione. Il più delle volte, almeno tra coloro che prendono sul serio la questione, il punto è che, al contrario, questi tipi di religiosi continuano a sollevarsi contro la de-sacralizzazione; si oppongono al conformismo con il mondo degenerato – un mondo al quale molti rappresentanti delle tradizioni “ortodosse”, stranamente, si adattano facilmente e nel quale riescono a sistemarsi perfettamente. Il più delle volte, i non conformisti religiosi (“eretici”, “satanisti”, ecc.) cercano la totalità dell’esperienza sacrale che i rappresentanti dell’ortodossia non possono offrire loro. La colpa non è loro, ma della loro sfortuna, e la vera colpa è di coloro che hanno permesso che la tradizione autentica si trasformasse in una facciata piatta dietro la quale non c’è semplicemente nulla. Forse non sono altri che queste forze e gruppi “dubbiosi” che perseguono cupamente, disperatamente, perplessamente, ostinatamente, ma eroicamente, l’esoterismo e l’iniziazione nel profondo della realtà, mentre i profani e i conformisti moralisti che rimangono alla periferia dell’iniziazione sono quelli che ostacolano questo percorso con ogni mezzo.

Se l’iniziazione e la contro-iniziazione possono essere distinte solo in termini di esperienza concreta di realizzazione spirituale, allora nessun criterio esterno può essere d’aiuto a questo proposito. Questa conclusione si impone soprattutto se riconosciamo l’universalità dell’esoterismo, un punto su cui Guénon ha insistito. Tale conclusione rimane valida quando la applichiamo all’esoterismo di una forma sacra presa singolarmente. Se prendiamo in considerazione le contraddizioni metafisiche che esistono tra le diverse forme, la questione si complica ulteriormente.

Traduzione a cura di Lorenzo Maria Pacini