Consiglio Italo-Russo: rafforzare la cooperazione nonostante le sanzioni

05.10.2016
Si è tenuta oggi a Roma la XIV Sessione del del Consiglio Italo-Russo per la Cooperazione economica, industriale e finanziaria. E' intenzione di entrambi i partner di rilanciare le relazioni economiche in grande stile. E non solo in campo energetico.

Ritornare a fare affari, nonostante le sanzioni. O, meglio, togliere le sanzioni per fare ancora più affari.

Questo potrebbe essere il succo della XIV Sessione del Consiglio Italo-Russo per la Cooperazione economica, industriale e finanziaria, del 5 ottobre. Un ottobre "rosso" che aspetta la luce verde: quella del via libera ad una cooperazione sempre più rafforzata fra Mosca e Roma. Energia e non solo.

L'incontro della Farnesina è stato co-presieduto dal Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Paolo Gentiloni, e dal Vice Primo Ministro della Federazione Russa, Arkady Dvorkovich. Il gotha dei due Paesi, alla presenza dei rappresentanti istituzionali e delle imprese russi, perché le relazioni commerciali fra Roma e Mosca sono di vitale importanza: economica e strategica. Prima delle sanzioni, l'Italia aveva raggiunto infatti lo status di secondo partner commerciale della Russia in Europa (dopo la Germania) e di quarto a livello mondiale; secondo Eurostat, nel 2013, le esportazioni italiane verso la Russia avevano raggiunto il massimo storico di 10,8 miliardi di Euro.

Gentiloni ha dunque riaperto "le danze", a quasi quattro anni dalla precedente riunione, per rilanciare il partenariato economico tra i due Paesi, forte di una posizione di "apertura" verso Mosca, ufficialmente assunta in sede Ue quando si era discusso della proroga delle sanzioni.

Il clima di generale cordialità e ottimismo è stato rafforzato dalla ripresa di interlocuzioni strategiche, ad iniziare dalla questioni gasdotti. Eni e Gazprom, sotto gli auspici di Berlusconi e Putin, avevano infatti siglato dei partenariati progettuali sul progetto South Stream, poi bloccato dall'Unione europea con l'obiettivo di favorire il progetto rivale Nabucco. South Stream, infatti, avrebbe rafforzato la presenza russa sul mercato europeo, eleggendo Eni a partner strategico, mentre Nabucco avrebbe dovuto "aprire" il mercato passando per la Turchia e arrivando al Mar Caspio attraverso l'Azerbaijan, con l'obiettivo di coinvolgere le repubbliche turcofone centro asiatiche e l'Iran. Un progetto di bypassamento della Russia, alla ricerca di partner considerati più stabili, da parte della Ue, rivelatosi poi velleitario. Nabucco, infatti, avrebbe consegnato l'Europa ad Erdogan, per tacere delle difficoltà relative alla Sud Ossezia in Georgia, a un Azerbaijan alle prese con la questione del Nagorno Karabach e alla presenza degli jihadisti del sedicente emirato caucasico.

Proprio il riconoscimento Ue del Kosovo, apriva infatti la strada a un domino destabilizzante nel Caucaso dove, nelle zone dove sarebbe dovuto passare Nabucco, dichiaravano l'indipendenza, sulla scia di Pristina, una serie di enclavi russofone, rendendo impossibile creare un corridoio caucasico senza coinvolgere Mosca.

All'epoca del governo Berlusconi, d'altronde, l'Italia fu molto criticata dalle cancellerie della Ue per questa strategia in solitaria con Putin. Una strategia che si è rivelata giusta, visto che il progetto Nabucco è poi naufragato, mentre la Germania riusciva a siglare un accordo analogo a South Stream, Nord Stream, di cui, fra l'altro, diventava presidente l'ex cancelliere tedesco Gerhard Schroeder. Insomma, l'Italia, per giocare a fare l'europeista, era stata più realista del re. Buttando a mare la cooperazione speciale con Putin, che la Germania realizzava fregandosene delle indicazioni della Commissione a favore di un Nabucco, sul quale calava impietosamente il sipario.

Ora, l'Italia cerca di riannodare le fila: "C'è un interesse concreto della Saipem a partecipare con Gazprom al Nord Stream e Turkish Stream", ha affermato il vice premier russo, Dvorkovich, ha riferito Agi. Turkish stream, infatti, sarebbe l'erede di South stream: una pipeline che comunque mette in comunicazione il mercato europeo con quello russo, passando per il Krasnodar, ma attraversando anche la parte europea della Turchia, ad ovest del Bosforo, in modo da soddisfare quel coinvolgimento di Ankara come partner Nato, che era, evidentemente, un pallino della Commissione Barroso all'epoca di South Stream.

Gentiloni ha, infine, fatto riferimento a una nuova autostrada che collegherà San Pietroburgo a Novgorod, a progetti di linee metropolitane e a impegni di Leonardo-Finmeccanica.