Come si dovrebbe muovere l’Occidente dopo Nizza? Una breve riflessione
Le politiche che l’Occidente delle “esportazioni di democrazia” terroristico-predatorie di George W. Bush, Tony Blair, Barack Obama, Hillary Clinton e Nicolas Sarkozy deve assolutamente adottare in seguito all’attentato a Nizza, costato la vita a 84 persone da inquadrare nei molteplici contraccolpi post “Primavere Arabe”, sono anzitutto la creazione urgente di un efficace fronte comune antiterrorismo, intensificando una cooperazione logistico-militare con la Russia, Damasco, l’Iran ed Hezbollah.
Bisognerebbe, quindi, superare a tutti gli effetti i deliri proferiti nel recente summit NATO a Varsavia, tutto improntato nell’offensiva circa un presunto “pericolo imperialista” russo. E magari piantarla con l’installazione di missili balistici in Polonia e in Romania, oltre che con gli slogan patetici circa le dimissioni di Bashar al-Assad.
Si potrebbe, invece, iniziare a valutare finalmente una rottura netta delle relazioni diplomatiche con Arabia Saudita, Turchia e Qatar – conclamati fondi bancari dello Stato Islamico – al fine di bloccare ed evitare tassativamente l’arrivo di loro finanziamenti per la costruzione di moschee e associazioni di cultura islamica, sia nei centri urbani che nelle zone periferiche (vedasi Saint Denis, Banlieu francesi, Molenbeek a Bruxelles).
E’ ben noto come i suddetti siano i principali promotori e diffusori della scuola coranica del wahhabismo, radice ideologica di mujhaideen in Afghanistan già ai tempi della guerriglia contro il governo comunista nato dalla fusione delle 2 correnti di pensiero marxista, ossia i Khaelq e i Parcham.
Una guerriglia che, lo ricordiamo per i meno attenti, fu tenuta in piedi proprio dai talebani di Osama Bin Laden (un saudita, guarda caso), progenitori di al-Qaeda, Jabhat al-Nusra ed ISIS.
Inoltre, alla luce di un’ottica di progressiva vicinanza al clero sciita, dalle nostre parti si dovrebbe evitare ingenuamente di pensare (come fa il Pd) che i Fratelli Musulmani – legati mani e piedi a Doha – rappresentino “un Islam con cui dialogare” data la matrice terroristica della quale Hafez al-Assad (se fosse vivo) e il Generale al-Sisi avrebbero parecchio di cui raccontare.
Il sunto di questa breve riflessione è semplice: apriremo definitivamente gli occhi? Si spera.