Cambiamenti tettonici nel sistema delle relazioni internazionali
Dopo il crollo dell’URSS, alla fine del XX secolo e fino al primo decennio del XXI secolo, l’ordine mondiale anglosassone ha mantenuto inequivocabilmente l’egemonia unipolare dell’euroatlantismo su scala globale. Posseduti da un impulso luciferiano, i Paesi euro-atlantici hanno cercato con tutte le loro forze di arrestare il processo di sviluppo storico, cantando vittoria e promuovendo la “fine della storia” (per dirla con F.Fukuyama), promuovendo e imponendo un mondo controllato dal sangue e dal fuoco sulla base di un’etica economica liberale (neoliberismo), culturale (postmodernismo) e assiologica (individualismo); tuttavia, questo breve e intenso periodo di egemonia mondiale unipolare ha iniziato a mostrare evidenti segni di indebolimento. Esistono condizioni geopolitiche oggettive e specifiche che rendono vano ogni tentativo di perpetuare il dominio anglosassone sulla scena internazionale nel formato di un “Nuovo Secolo Americano”.
In effetti, il progetto di un “Nuovo Secolo Americano” non è più possibile, e questa non è una supposizione, ma un fatto compiuto. Durante i primi decenni del XXI secolo, pieni di incertezze e ansie, le principali potenze mondiali revisioniste, in primo luogo la Russia (che ha ripristinato la sua capacità militare) e la Cina (che è diventata la prima economia mondiale), stanno scuotendo le fondamenta dell’obsoleto ordine unipolare euro-atlantico e si stanno posizionando come potenze leader nella costruzione di un Nuovo Ordine Internazionale multipolare. Il nuovo ordine è incarnato dall’idea di uno “Stato di civiltà”, in opposizione al sistema westfaliano degli Stati-nazione, che ha già svolto il suo ruolo nella storia e non costituisce un ostacolo agli interessi acquisiti delle élite plutocratiche del Forum economico mondiale
Ovviamente, nel XXI secolo stiamo gradualmente entrando nel mondo dell’era post-americana, poiché oggi il cosiddetto “Occidente collettivo” soffre dell’emergere della multipolarità, ossia dell’ascesa di altri centri/poli di influenza nel mondo, mettendo a rischio i loro interessi, che hanno perseguito durante l’ultimo secolo di egemonia. Infatti, oggi gli “spostamenti tettonici” nel sistema delle relazioni internazionali stanno danneggiando il fatiscente ordine unipolare dell’euro-atlantismo: oggi la maggioranza demografica globale che vive nel Sud del mondo rivendica la sua parte in una nuova struttura internazionale basata su un’economia reale (cioè materie prime, produzione e infrastrutture) in cui tutti i popoli che storicamente sono rimasti indietro rispetto ai progetti imperialisti del Nord del mondo potrebbero rendere prioritari i loro interessi nazionali, garantendo così lo sviluppo e il rispetto incondizionato delle differenze civili/ culturali tra loro.
Poiché la questione dei cambiamenti globali e irreversibili nel sistema mondiale del XXI secolo è all’ordine del giorno, noi, Paesi della Nostra America, abbiamo il compito cruciale di creare, in termini geostrategici, uno Spazio Civilizzativo Multidimensionale che trascenda i confini artificialmente creati del moderno Stato-nazione. Questo spazio affonda le sue radici nelle tradizioni del Vecchio Mondo (romanizzazione) e del Nuovo Mondo (mondo latino-americano); e ciò non deve assolutamente suonare come un’innovazione, poiché è sempre stata l’aspirazione storica dei grandi pensatori continentali della Nostra America, che hanno istintivamente compreso l’imperativo dell’Unità Continentale del Nostro Popolo Continentale per poter avviare un dialogo onesto e paritario con le altre civiltà al fine di costruire un Nuovo Ordine Internazionale, che sia pienamente democratico. Il Nuovo Ordine Internazionale è un’alternativa a un Occidente in decadenza morale e spirituale che cerca disperatamente di perpetuare un’egemonia unipolare sempre più instabile (come possiamo vedere oggi in Ucraina e presto vedremo a Taiwan). Nel XXI secolo, l’Occidente non ha più nulla da offrire all’umanità se non la guerra, il caos, il terrore e la scomparsa definitiva della civiltà attraverso un conflitto termonucleare.
In questa fase di transizione verso il nuovo ordine mondiale multipolare del XXI secolo, dobbiamo assumere con umiltà il ruolo che la storia ci ha assegnato in questi tempi particolarmente difficili per l’umanità. Dobbiamo essere ambasciatori in alcuni Paesi, portando il messaggio che si sta costruendo un nuovo mondo multipolare; dobbiamo creare un precedente, agendo attraverso la diplomazia dei popoli; dobbiamo offrire il multipolarismo come un nuovo paradigma realistico in politica estera, che cerca di superare le cornici obsolete, stabilite dalle nostre missioni diplomatiche. Dobbiamo offrire un’alternativa alla teoria liberale delle relazioni internazionali che si basa sull’internazionalismo giuridico. Questo sistema non è in sintonia con il mondo di oggi e funziona sempre secondo l’euro-atlantismo anglosassone, che sta perdendo il suo potere.
Traduzione a cura di Lorenzo Maria Pacini