Atlantismo : gli Usa indagano sui partiti anti-Ue
Matteo Salvini, Giorgia Meloni, l'amica Marine Le Pen e tutti i leader dei partiti euroscettici poco critici con la Russia di Vladimir Putin faranno meglio a prestar attenzione.
La Cia e le altre agenzie d'intelligence statunitense sono pronte a sottrar tempo e risorse alle indagini sul terrorismo islamico per concentrarsi su di loro. Mentre Stato Islamico ed Al Qaida colpiscono le capitali internazionali e continuano a controllare vasti territori in Irak, Siria e Libia l'America di Obama ritiene assai urgente indagare sui cosiddetti «euroscettici», ovvero sui partiti colpevoli d'avallare le politiche di Mosca, combattere le sanzioni anti russe e contestare il trattato d'associazione tra Unione Europea ed Ucraina. Il Congresso americano ha commissionato a James Clapper, direttore e supervisore dello spionaggio americano, un'approfondita indagine per scoprire «come il Cremlino sta infiltrando i partiti politici in Europa». Stando ad alti funzionari del governo inglese - citati ieri dal Sunday Telegraph - gli 007 americani «condurranno un approfondito esame dei finanziamenti clandestini della Russia ai partiti europei nel corso degli ultimi dieci anni». L'inchiesta, stando alle fonti inglesi, prefigura un'alleanza tra Londra e Washington per contrastare gli «amici di Mosca» e tenere nel mirino tutti i gruppi politici accusati di fomentare la disunione europea, agire contro la Nato e appoggiare la «nuova guerra fredda» della Russia di Putin.
L'operazione degli 007 americani «riflette la crescente preoccupazione di Washington di fronte alla determinazione con cui Mosca cerca d'«indebolire la Nato, bloccare i programmi di difesa missilistica degli Stati Uniti e revocare le sanzioni economiche imposte dopo l'annessione della Crimea». L'inchiesta prende spunto, presumibilmente, dal finanziamento di 9 milioni di euro concesso nel 2014, e mai negato da Marine Le Pen, al Front National francese dalla Fcrb (First Czech Russian Bank). La banca, controllata dal finanziere russo Roman Popov, è indicata dai nemici di Putin come lo strumento per interferire nelle politiche europee anche se nessuno ha mai dimostrato un effettivo coinvolgimento del Cremlino. Allo stesso tempo tutte le voci su asseriti finanziamenti ad altri partiti, fra cui quello di Matteo Salvini, si sono rivelate infondate. A leggere tra le righe delle indiscrezioni s'intuisce però che gli asseriti finanziamenti di Mosca sono solo un pretesto per tenere sotto pressione le forze politiche europee colpevoli di mettere a repentaglio l'asse filo atlantico dell'Unione Europea.
«È un'autentica nuova Guerra Fredda, siamo di fronte - afferma la fonte del governo inglese - ad un allarmante prova degli sforzi della Russia per scucire il tessuto dell'unità europea su tutta una serie di vitali questioni strategiche». Parole che fanno capire come il vero problema sia il secco rifiuto opposto dai partiti euroscettici alle politiche dannose per le nazioni europee, ma essenziali - nella visione d'oltreoceano - per tenere a bada la potenza russa. Questioni che spaziano dal trattato d'assistenza con l'Ucraina alle sanzioni anti-russe fino alle politiche conciliatorie nei confronti della Turchia.
Una Turchia che Nato e Washington continuano a considerare - nonostante l'ambigua connivenza con lo Stato Islamico e i gruppi del terrore islamista - la piattaforma essenziale per la contrapposizione alla Russia sul fronte sud orientale dell'Europa. L'imminente indagine Usa - se vista in questa prospettiva - rischia di far ronzare le orecchie non solo a Salvini e alla Meloni, ma anche al premier Matteo Renzi. Un premier finito nel mirino del Presidente della Commissione Europea Jean-Claude Juncker dopo aver contestato, guarda caso, proprio il rinnovo delle sanzioni a Mosca e il finanziamento di tre miliardi di euro ad Ankara preteso da Erdogan per fermare i flussi migratori verso l'Europa.