Gli USA vogliono democratizzare il Myanmar

15.09.2016

Si gioca attorno alla revoca delle sanzioni.

Il ministro degli Esteri del Myanmar ha visitato gli Stati Uniti

L'ex oppositore liberale, il leader della "Lega nazionale per la democrazia" e il capo informale del paese, Aung San Suu Kyi, ieri, durante l’incontro con Barack Obama, ha chiesto di eliminare le restrizioni esistenti, che sono state imposte in precedenza.

Durante la sua visita alla Casa Bianca, il Dipartimento di Stato ha immediatamente emesso un comunicato, in cui si afferma che il Myanmar può essere ripristinato nel sistema delle preferenze generalizzate, che prevede l'assenza di tasse sulle merci provenienti da paesi poveri e i paesi in via di sviluppo.

In primo luogo - l'abolizione delle sanzioni e poi - gli inviati del Dipartimento di Stato

Barack Obama ha apertamente dichiarato che la revoca delle sanzioni "aiuterà le imprese americane e le organizzazioni non governative di investire di più e di partecipare ad una regione prospera e democratizzata".

Le sanzioni sono difficilmente eliminabili senza riserve precedenti, che forniscono le priorità per gli interessi degli Stati Uniti, che possono includere le attività anti-cinesi.

I problemi dei musulmani in Myanmar

Nonostante la facciata democratica, in Myanmar continuano le gravi violazioni dei diritti umani e delle libertà in base a motivi religiosi ed etnici. Circa 125.000 musulmani di etnia Rohingya sono ancora nei campi degli sfollati interni, dopo una serie di rappresaglie intensificate nel 2012. Diverse organizzazioni per i diritti umani hanno criticato Aung San Suu Kyi per il fatto che lei non ha fatto nulla per cambiare questa situazione. Molto probabilmente, essa non ha ricevuto il permesso da parte del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti, quindi non sa come comportarsi.

Caratteristiche delle autorità di Myanmar

"Katechon" ricorda che il presidente del Myanmar è un caro amico ed l’ex guidatore privato della Aung San Suu Kyi – Ctin Kew. Egli è formalmente il capo dell'organo esecutivo del governo e il capo di Gabinetto.

L'ex prigioniero politico, Aung San Suu Kyi, non poteva correre per la presidenza del paese, dal momento che secondo l’attuale Costituzione del Paese, il presidente non può essere la persona che ha figli, che non sono cittadini del Myanmar, ma i suoi figli hanno la cittadinanza britannica.